Vincenzo De Luca: il Pd ritrovi la strada, serve all’Italia. Chi è stanco resti a casa

«BENE LETTA, ORA CONGRESSO. BASTA DEPRESSIONE». Il Presidente della Campania lancia un monito al Partito Democratico, perché «ritrovi le ragioni e la responsabilità di forza nazionale per l'Italia», archiviando la delusione per la sconfitta

Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania

Vincenzo De Luca lancia un monito al Partito Democratico, perché ritrovi le ragioni e la responsabilità di «forza nazionale per l’Italia», archiviando la delusione per la sconfitta. Il Presidente della Giunta Regionale della Campania interviene nel dibattito politico dopo le elezioni del 25 settembre, con una dichiarazione affidata ad una nota stampa.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania, Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli, Raimondo Ambrosino, Sindaco di Procida, in occasione della cerimonia di inaugurazione di Procida Capitale della Cultura 2022

BASTA DEPRESSIONE, CHI SI È STANCATO STIA A CASA REAGIRE SUBITO, CON UMILTÀ E RIGORE
È IN GIOCO IL CARATTERE DI FORZA NAZIONALE DEL PD

Dichiarazione del Presidente Vincenzo De Luca

“La democrazia al bivio. Fra guerra, giustizia e palude burocratica” di Vincenzo De Luca (Guida, pagine 112, euro 15)

Avverto fra la nostra gente un clima di depressione, di “fine della storia”. Credo sia indispensabile uscire subito da questo stato d’animo. Il colpo è stato duro. Ma occorre reagire con forza.

AVANTI. Chi si è stancato, stia a casa. Per chi vuole combattere è necessario guardare in faccia la realtà, con l’umiltà, il rigore, lo spirito autocritico necessariamente spietato, che ci è richiesto ora. Prima che un problema di uomini e di programmi, c’è un problema di relazioni umane.

LINGUAGGIO. Nei nostri confronti è cresciuto un sentimento di insofferenza, di estraneità. Veniamo percepiti come un misto di presunzione, di supponenza e di inconcludenza. Il nostro linguaggio ha dimenticato le parole della gente normale. Parliamo una lingua morta. Spesso, non ci ascoltano neanche. Offriamo, il più delle volte, un personale politico senza nessun legame con i territori, cresciuto nelle stanze ammuffite delle correnti, o nei salotti pieni di luce e privi di aria. Non si vede gente che provenga dalla fatica e che conosca l’odore della terra bagnata, o il rumore di una fabbrica o l’angoscia di una vita di povertà, di una bottega che chiude, di un lavoro che non arriva mai.

CONGRESSO. Occorre scuotersi subito. Non è finita la storia. E’ finita la vicenda di una forza politica, che non si è data una identità programmatica chiara e percepibile, e un modo di essere, di lavorare e di selezionare i suoi gruppi dirigenti sulla base del merito e della militanza. Dopo le elezioni, abbiamo davanti un problema politico enorme: è in gioco, ormai, il carattere di forza nazionale del Pd. Il Sud è scomparso dal suo orizzonte da anni e anni. E in queste condizioni, si rischia di diventare un partito meno che regionale, condannato all’ininfluenza. Ho apprezzato la grande dignità personale e politica espressa da Letta. Bene un congresso rapido, e quanto più aperto alla partecipazione popolare, e non autoreferenziale.

CHIARIMENTO. Occorrono chiarimenti di fondo. In questi anni, mi è capitato di segnalare innumerevoli volte le criticità, i vuoti programmatici, le degenerazioni della vita interna. Non ricordo, francamente, dirigenti che abbiano avuto il coraggio di parlare per tempo e con chiarezza. Ricordo solo gente politicamente corretta, e ben nascosta e mimetizzata. Si dovrà parlare anche di tutto questo, in una stagione politica, che ci obbliga a un linguaggio di verità.

PER L’ITALIA. Per il resto, occorre avere fede e senso della storia. Con rispetto, attendiamo all’opera i vincitori delle elezioni. “Nihil dictu facilius”: nulla è più facile che parlare. Governare e decidere, è un’altra cosa. E in ogni caso, auguri all’Italia.


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