Proclamato lo stato di agitazione alla IIA: «Servono certezze»

L'annuncio delle segreterie provinciali di Fismic, Fiom, Fim, Uilm e del'intero consiglio di fabbrica con il pieno sostegno dei 372 lavoratori di Flumeri: ora chiarezza sulle prospettive

Il sindacato ha proclamato lo stato di agitazione alla IIA. Le segreterie provinciali di Fismic, Fiom, Fim, Uilm e l’intero consiglio di fabbrica con il pieno sostegno dei 372 lavoratori di Flumeri hanno deciso di passare al contrattacco, decidendo da subito lo stato di agitazione, si legge in una nota della Fismic.

IIA di Flumeri

«Il rientro in fabbrica dopo 16 settimane di cassa integrazione ha fatto emergere vecchi e nuovi problemi organizzativi e produttivi», spiegano i segretari provinciali Zaolino, Morsa, Galano e Altieri. Unitariamente affermano che «la situazione a Flumeri non è più sostenibile». Di qui, la richiesta di un incontro urgente con il presidente Liguori. «Mettere la polvere sotto il tappeto non risolve i problemi. Abbiamo 372 lavoratori che chiedono al sindacato chiarezza sulle prospettive», si legge in una nota. «La preoccupazione di massa nell’assemblea è emersa in modo netto. Mancano attrezzature, particolari dell’indotto che non arrivano e tanta gente costretta a girare a vuoto. Una società che ha prodotto solo 40 autobus dall’inizio dell’anno e che paga quasi 600 stipendi ogni mese non può reggere a lungo». Il sindacato teme per la durata del progetto. «Il recente fallimento di una società pubblica (il CGS di Pianodardine) è un monito che allarma. Ogni mese cresce l’indebitamento e per questo è necessario che il presidente Liguori, faccia chiarezza e ci dica come vorrà fermare l’emorragia e rilanciare la produzione».

SI PREPARA LA MOBILITAZIONE. In questo stato di cose dopo aver proclamato alla IIA lo stato di agitazione ci sarà la mobilitazione. «Se non si faranno azioni concrete, con l’arrivo di Iveco-Bus previsto a Foggia nella primavera del prossimo anno potrà creare problemi ancora maggiori», concludono Zaolino, Morsa, Galano, Altieri, che assicurano: «Lo stato di agitazione è solo la prima mossa, se le cose non cambiano passeremo ad azioni di lotta e di denuncia pubblica perché la situazione di
Flumeri è seria».


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