Elettrificazione della Linea Salerno-Avellino-Benevento, Azione: un rebus

interviene sulla contrastata vicenda dei lavori di ammodernamento della tratta ferroviaria delle Aree Interne. Il componente del Direttivo Salvatore Santangelo: la Regione faccia chiarezza

La stazione di Avellino, sede del terminal ferroviario della citta dal 1879

Avellino in Azione interviene sulla contrastata vicenda dei lavori di ammodernamento della tratta ferroviaria delle Aree Interne attraverso la elettrificazione della Linea Salerno-Avellino-Benevento. Con una nota, il componente del Direttivo Salvatore Santangelo si pone interrogativi sulla reale data di completamento dei lavori. Di seguito il testo.

Elettrificazione della ferrovia Salerno-Avellino-Benevento, tavolo tra Regione Campania e Rfi

Serve chiarezza sulla elettrificazione della Linea Salerno-Avellino-Benevento

Nota di Salvatore Santangelo | Direttivo provinciale Avellino in Azione

Azione, il logo del partito di Carlo Calenda e Matteo Richetti

L’elettrificazione della tratta Salerno-Avellino-Benevento è l’ennesima tappa del disegno teso a cancellare le zone interne e l’Irpinia dai radar della politica regionale. Il vecchio adagio che recita “chi ben inizia è a metà dell’opera” vale anche in questo caso, perché l’elettrificazione inizia e finisce a metà dell’opera e precisamente sul versante Salernitano, mentre l’altra metà, quella irpina, resta incompiuta. Il nuovo piano quinquennale per il trasporto ferroviario 2023-2027, in buona sostanza, rimanda la conclusione del progetto a data da destinarsi. L’Irpinia assiste, quindi, ancora una volta all’incapacità di sviluppare una visione strategica e all’ennesimo  insuccesso politico della deputazione regionale irpina, incapace di dare prospettive concrete al futuro di questa terra. Anche il silenzio assordante dei parlamentari la dice lunga sulla loro competenza e voglia di spendersi per il territorio irpino. Eppure l’elettrificazione ed ammodernamento della linea Salerno – Mercato S.S. – Avellino – Benevento e della tratta Mercato S.S. – Codola – Sarno  ha già trovato copertura nei fondi FSC 2014-2020; Azione si chiede come mai l’esecuzione di un’opera già finanziata viene interrotta e cancellata.

Il treno Jazz nella stazione di Avellino accanto ai vettori tradizionali

A noi interessa sapere se la situazione è frutto di una scelta politica o di qualche errore di natura gestionale ed amministrativa, che ha reso impossibile il completamento dell’opera entro la previsione iniziale di fine 2021. Eppure quel progetto avrebbe permesso  una variazione del funzionamento dell’infrastruttura dalla trazione diesel alla trazione elettrica con notevoli vantaggi sia per l’ambiente, che in termini  di rilancio dell’offerta di mobilità. Infatti una volta ultimata, con la sostituzione dei convogli elettrici più performanti, con l’adeguamento del sistema di controllo della circolazione, la soppressione di numerosi passaggi a livello, la linea sarebbe passata dal rango A al rango C, con una possibile velocità di punta anche oltre i 160 km orari ed un sicuro notevole risparmio in termini di tempi di percorrenza. È evidente, infatti, che la odierna programmazione della mobilità ferroviaria appena sottoscritta con un accordo quadro tra Regione ed Rfi, è imbarazzante per il capoluogo irpino, prevedendo una sola corsa giornaliera per Napoli, con tempi di percorrenza improponibili (1 ora 40 minuti) e quattro corse per Benevento a trazione diesel, che relegano l’Irpinia al ruolo di mera appendice. La Regione condanna così le aree interne ad un sempre maggiore isolamento, eppure le valli irpine sono ancora piene dell’eco delle roboanti promesse fatte in campagna elettorale da De Luca e dalla deputazione regionale poi eletta. Irpinia in Azione ritiene fondamentale che  i riferimenti istituzionali irpini siano chiamati all’assunzione di precise responsabilità; non è più  il tempo degli slogan, delle promesse da marinaio, e delle gite in treno fuori porta a spese della collettività. L’Irpinia chiede chiarezza e verità, proprio per far sì che l’investimento su rotaia diventi non solo un intervento tecnico, ma una svolta culturale in grado di rappresentare una possibilità di sviluppo fondata sulla concretezza e pragmatismo, piuttosto che su sogni irrealizzabili e racconti non veritieri.


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