«Congresso PD in Irpinia solo col voto degli iscritti», appello di Enzo De Luca: legittimare l’accordo unitario

L'INTERVISTA. Dal componente della Direzione nazionale del Partito Democratico appello ai riferimenti istituzionali cosiddetti storici del partito, al Presidente della Provincia di Avellino, Rino Buonopane, al Governo regionale

«L’intesa unitaria raggiunta sul Congresso PD in Irpinia va legittimata col voto degli iscritti e la condivisione della base». Lo afferma Enzo De Luca, componente della Direzione nazionale del Partito Democratico, rivolgendo un appello ai riferimenti istituzionali cosiddetti storici del partito, al Presidente della Provincia di Avellino, Rino Buonopane, al Governo regionale. «A dodici giorni dalla presentazione della lista unitaria non sono state ancora ufficializzate dal Partito Democratico di Avellino le date del congresso, nè è stato definito il percorso per i Circoli», premette De Luca, esprimendo preoccupazione. «Non si può assistere con indifferenza a questa situazione di stallo, dalla quale il partito di Avellino può uscire con dignità solo coinvolgendo gli iscritti nel percorso unitario propiziato a Roma e da noi tutti avallato con un atto di responsabilità». Nell’intervista le ragioni dell’iniziativa.

Enzo De Luca, componente della assemblea nazionale del Partito Democratico

Enzo De Luca, a che punto è il Congresso PD in Irpinia dopo l’accordo sulla lista unitaria?
«È fermo alle premesse. Un segretario provinciale e un gruppo dirigente sono stati candidati unitariamente dai riferimenti delle diverse sensibilità e dai rappresentanti politici e istituzionali con l’obiettivo di chiudere nel PD irpino una fase commissariale iniziata sei anni fa. Ma dopo 12 giorni da quell’intesa unitaria, restano ancora soltanto dei candidati».

Quali passaggi mancano?
«C’è l’accordo in Irpinia ma manca il congresso PD. Siamo fermi alla proposta unitaria per segretario provinciale e assemblea. C’è un programma depositato agli atti, ma non c’è stata alcuna condivisione da parte della base. Gli iscritti hanno il diritto e il dovere di dare il proprio contributo di idee alla discussione generale, dopo sei anni di esclusione dalla vita del loro partito».

L’intesa va ratificata, insomma.
«La proposta di Roma da tutti recepita e avallata va legittimata da un voto democratico degli iscritti, a cui spetta eleggere il segretario e il gruppo dirigente, a valle di una discussione sui contenuti. In tempi relativamente recenti il segretario di Avellino fu eletto con le primarie, voglio ricordarlo».

Auspica il pieno coinvolgimento della base, quindi. La considera una verifica?
«No, un doveroso coinvolgimento per molte ragioni, due voglio sottolinearle».

Prego.
«È essenziale la partecipazione delle comunità per non declassare a mero adempimento burocratico un momento qualificante per un partito come il nostro, fondato nel 2007 con l’obiettivo di consolidare il sistema democratico del Paese, in accordo con l’articolo 49 della Costituzione. Si tratta di un passaggio ineludibile, non solo per le regole statutarie e democratiche della Federazione, ma direi per il rispetto del più elementare principio democratico e di un territorio che non può essere calpestato, peraltro in una fase che vede il proficuo impegno del Pd nazionale nel promuovere la partecipazione al dibattito con le Agorà».

Enrico Letta, segretario del Partito Democratico

E poi?
«C’è l’esigenza posta direttamente dal Segretario Enrico Letta nell’ultima direzione nazionale. Il Pd deve ‘guardare con gli occhi della tigre’ la sfida politica del 2023, ma per farlo quella parte di Italia che vive ad Avellino e in Irpinia deve affrontare un 2022 drammatico, senza precedenti da quasi un secolo. Occorre trovare soluzioni ai problemi, sostenere le istituzioni locali e il governo regionale. Penso a sfide come il PNRR, il rilancio dei servizi pubblici locali e il consolidamento della sanità dopo una pandemia che non è ancora finita, quindi c’è la sfida sulla sostenibilità ambientale».

Rino Buonopane

A chi rivolge il suo appello?
«Mi rivolgo ai rappresentanti storici del partito nelle istituzioni, al Presidente della Provincia di Avellino, Rino Buonopane, al Governo regionale. Occorre portare a termine con il coinvolgimento degli iscritti il percorso unitario propiziato a Roma e da noi tutti avallato con un atto di responsabilità».

Viceversa, cosa accadrebbe con una elezione per acclamazione?
«Il rischio di ricorsi o di uno scollamento resta ancora latente. Basta fare un giro sui territori…».

Vede pericoli di tenuta del partito. Perché?
«Per la poca chiarezza. Invece che uno sforzo unitario per rilanciare il partito, l’intesa sancita nelle scorse settimane potrebbe essere letta come un accordo al ribasso. Le modalità con cui una provincia dalle solide tradizioni politiche come la nostra sceglie il gruppo dirigente è sostanza, soprattutto dopo sei anni di commissariamento. La nostra gente deve potersi fidare dell’interlocutore per collaborare. Quindi, deve condividere dicendo la propria. E va ascoltato».

Quali sono i passaggi che ritiene necessari?
«Occorre stabilire il percorso congressuale che consenta di attuare sul territorio un accordo unitario condiviso. Un gruppo dirigente chiamato a ricostruire un radicamento del partito tra le comunità deve essere legittimato, credibile e autorevole. In una parola deve poter essere riconosciuto rappresentativo delle migliaia di donne e uomini che ad Avellino e in Irpinia sono il Partito Democratico. Non basta l’imprimatur».

La sede del Coordinamento provinciale del PD irpino ad Avellino, in via Tagliamento

In quale sede va definito il percorso?
«Roma ha definito la cornice. Ora spetta al territorio contribuire sui contenuti. Si deve organizzare un percorso che è già stabilito dalle norme statutarie. C’è una Commissione congressuale che può stilare l’iter. Non c’è tempo da perdere».

Voteranno anche per i Circoli?
«Contestualmente. Si dovranno eleggere gli organismi locali. Dobbiamo ricordarci che il congresso coinvolge pienamente tutti i circoli riconosciuti dal Partito Democratico. Gli iscritti devono eleggere i propri rappresentanti sui territori».

Sono ancora fresche le polemiche sull’ultimo tesseramento. Possono costituire un ostacolo?
«Il Congresso unitario celebrato con trasparenza nella condivisione dei territori è il modo giusto per superare il vulnus di un tesseramento inizialmente messo in dubbio dallo stesso partito nazionale. Possiamo realmente costruire l’unità del partito ad Avellino auspicata a Roma, ma a patto di superare anomalie e zone d’ombra. Applicando la proposta unitaria, voteranno quelli che si sono iscritti veramente, diciamo così».

L’accordo unitario è ancora reversibile?
«La Direzione nazionale ha dato il via libera al tesseramento per il 2022. Il rischio è che lasciando passare altro tempo si finisca nella stessa situazione di qualche mese fa, quando si è annullato un iter congressuale già completato per ricominciare da zero».


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