“Il rovescio di una toga” di Francesca Sassano

Trovarsi improvvisamente al cospetto di una storia che non ti appartiene, lontana anni luce dal proprio modo di essere e rendersi conto di essere stata scelta, come latore di un messaggio sconosciuto e imprevedibile, attraverso immagini e parole sussurrate in un parlatorio all’interno di un carcere

“Il rovescio di una toga” di Francesca Sassano. Trovarsi improvvisamente al cospetto di una storia che non ti appartiene, lontana anni luce dal proprio modo di essere e rendersi conto di essere stata scelta, come latore di un messaggio sconosciuto e imprevedibile, attraverso immagini e parole sussurrate in un parlatorio all’interno di un carcere. Nina, la protagonista, aveva sempre rincorso le storie degli altri, rimanendone affascinata, ma questa volta era diverso: il giudice Alejandro Plaza era davanti a lei e le aveva chiesto di recarsi lì ogni giorno per un mese per ascoltare la sua storia. Il suo sorriso, come i suoi gesti, erano misurati e sembravano non far trasparire nessuna emozione o debolezza: Nina decide di non usare il registratore, perché vuole sentirsi libera. Il racconto che il giudice fa della sua infanzia povera che lo aveva portato ad entrare in seminario per potersi fare una cultura la sorprende.

Il suo obiettivo era di venir fuori dal nulla e aveva sempre desiderato diventare un giudice, credeva che le regole dovessero essere rispettate e voleva arrivare in anticipo sulle cose, era convinto che il compito di un magistrato fosse di essere sempre presente, anche se ciò poteva essere scambiato per protagonismo. Nei suoi colloqui con Nina, Alejandro parla con amore e amarezza della sua donna, Consuelo, che è stata uccisa, probabilmente per colpire lui ed era consapevole che ”nel suo ordine era entrato il disordine”, tuttavia poteva dire di essere nato solo in quell’istante. Esprime il grande legame che lo univa a Consuelo, ma sottolinea anche le loro diversità: lei concedeva un certo tempo al lavoro, ma poi voleva vivere ed essere felice, era intuitiva e rapida, trasmetteva entusiasmo e passione.

Il ballo per lei era espressione dell’anima, mentre per lui era considerato qualcosa di popolare, legato alla memoria del suo tempo trascorso, che avrebbe voluto dimenticare. Talvolta Alejandro viveva ai margini della sua stessa vita: la passione che lo legava a Consuelo era molto diversa dall’atteggiamento in un certo senso formale che aveva nei confronti di Juanita, che lo aveva molto amato, ma provava un’amara consapevolezza, poichè non si poteva dare una colpa a qualcuno se smette di amarti e lei perciò aveva scelto di vivere esclusivamente per suo figlio. Il legame tra Consuelo e Alejandro è una storia d’amore fatta di carta e di un’immagine in bianco e nero, che si lasciano toccare, prendere, lasciare e poi riprendere e costituiscono un “luogo indefinito di
emozioni”.

Suggestiva una frase nelle lettere di Consuelo: “Vorrei portarti nel vento con me”: egli
prova un profondo rimpianto per ciò che non ha potuto vivere, perché con la morte di lei, anche la sua si è fermata. La piccola vita che lei portava in grembo si riallaccia alla sofferenza per la separazione da suo figlio che ha deciso di allontanarsi definitivamente da lui, perché non condivide le sue idee e la determinazione con cui si dedicava al suo lavoro che era diventata la sua vita. Durante una pausa del suo lavoro, Nina si reca alla fiera di San Isidro e viene avvicinata da Ines, una giornalista fatta arrestare dal giudice e che aveva fatto perquisire il giornale in cui lavorava per il sospetto di terrorismo. Inaspettatamente si trova coinvolta in una storia che non comprende e che vede come protagonisti Ines e Julio, il suo compagno, ma non riesce a sottrarsi. Nina è sconvolta
dalla scelta difficile e definitiva della donna che ha tenuto segreta a Julio, poiché lei è convinta che la sua vita era a disposizione di un’idea di libertà, mentre in seguito anche Julio le rivela il suo segreto e la sua sofferenza per il pianto silenzioso di sua madre.

La notizia sconvolgente della morte del giudice riempirà il cuore di Nina di emozioni contrastanti e avvertirà il desiderio prepotente di capire la dinamica del fatto: si scatenerà una ridda di ipotesi e si sospetti finchè il mistero sarà svelato. Il senso di un amore mancato e la paura di accettare qualcosa che non si vuole vedere, il timore di
lasciarsi andare e poi scoprire di essere stati amati, pur attraverso i silenzi e le assenze. Attraverso il velo delle menzogne, che pian piano scomparirà, Julio si renderà conto che il suo desiderio di trovare il difetto nascosto nel “rovescio di una toga” era in realtà la consapevolezza che l’essere umano è sempre alla ricerca disperata di amore, tanto da rinunciare talvolta persino a se stesso.

A cura di Ilde Rampino

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