“Soldati di pace” di Vincenzo Rubano

Una profonda testimonianza di una realtà lontana, che in questo periodo riveste la più stretta attualità e penetra nell’animo delle persone, veicolata attraverso la presenza e le azioni degli italiani in missione di pace

“Soldati di pace” di Vincenzo Rubano. Raccontare per far rivivere un’esperienza difficile, eppure piena di un’umanità toccante ed imperiosa: è ciò che l’autore di questo bellissimo libro, breve eppure denso di spunti che fanno riflettere, che costituisce una profonda testimonianza di una realtà lontana, che in questo periodo riveste la più stretta attualità e penetra nell’animo delle persone, veicolata attraverso la presenza e le azioni degli italiani in missione di pace. Emozionante è la descrizione della notizia che avevano accettato la sua richiesta di recarsi in Afghanistan, come inviato di guerra, quelle “parole che gli cadevano addosso come macigni”; con molta semplicità, l’autore racconta, anche con un linguaggio velato di ironia, i momenti che hanno preceduto la partenza, la sua sorpresa e il senso di timore, ma anche la consapevolezza della realizzazione di un sogno.

L’elemento che caratterizza questo libro è l’insistenza che si tratta di una “missione di pace non di guerra”, che non si fa con le armi, ma con il cuore: in queste pagine viene descritta una realtà assolutamente diversa, un baratro in cui i soldati italiani si trovano a vivere tra attentati, violenze, spari, ma con il coraggio di essere lì, perché credono nei valori della patria e del compito di difendere i più deboli, a volte anche a costo della loro stessa vita. Camp Arena, l’avamposto, pieno di italiani e di donne soldato diventa una sorta di enclave di pace e apparente serenità, pur con la consapevolezza del pericolo, in cui lo scopo dei soldati è quello di fornire alimenti, banchi e sedie per arredare una scuola per bambini che avevano costruito. Attraverso la lettura di queste pagine, ci rendiamo conto che non vi è una descrizione di battaglie, ma di sentimenti, della paura e del coraggio dei soldati, uomini e donne.

La determinazione e l’amore con cui essi operano diventa quindi un’esperienza da trasmettere ai giovani e l’inno d’Italia, ascoltato tutti insieme, fa scaturire in loro una grande emozione, nonostante il senso sempre presente del pericolo e la tensione alta di alcuni momenti, ma si dà valore alle piccole cose e soprattutto al senso di amicizia, attraverso il riferimento ad alcune persone che diventano protagonisti della vicenda. I soldati vengono descritti attraverso la loro quotidianità, ma soprattutto mettendo in luce i loro sentimenti, le storie d’amore, sorrette tuttavia dall’ impegno nella loro missione. Suggestiva è anche la descrizione della messa di Natale, in cui i soldati si sono stretti tutti insieme intorno ad un simbolo di fede, da cui poter trarre conforto. Struggente è l’attenzione per i bambini, vittime innocenti di questa guerra atroce, descritti nella loro
povertà, come ”angeli caduti dal cielo in un inferno di polvere e sabbia” e per gli anziani, nei cui occhi egli leggeva un solo desiderio: quello di morire in pace.

La sua scelta di far ritorno in Afghanistan nasce dal bisogno di testimoniare il valore della missione di pace e il desiderio di dar voce a tutti quei soldati che, al di là di ogni retorica, sono presenti in quella terra martoriata , nonostante tutto, credono all’importanza del loro impegno, come Monica, che, nonostante la sua disabilità, causata da un attentato in cui è rimasta ferita, vuole tornare lì e portare avanti il suo impegno. L’autore mette in risalto come la presenza dei soldati del contingente italiano sia stata molto importante e come essi abbiano conquistato la fiducia degli afghani, perché sono stati un esempio di profonda umanità e sensibilità, a differenza dei soldati di altre nazioni. Leggendo le pagine di questo libro, si comprende a fondo il vero senso della missione di pace dei soldati dell’esercito italiano, che, oltre a garantire la sicurezza delle popolazioni locali, è servito a costruire strade e soprattutto pozzi in un territorio arido, evitando così alle donne di percorrere chilometri e chilometri per approvvigionarsi ogni giorno dell’acqua.

A cura di Ilde Rampino

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