Rassegna di arte contemporanea a Gesualdo fino all’8 settembre

Nel Castello dall'8 agosto la Collettiva 'Raccolti & Liberi' per la Ri_Partenza a cura di Francesco Caloia

Rassegna di arte contemporanea a Gesualdo dall’8 agosto all’8 settembre, all’interno del Castello, dove si inaugurerà domenica 8 agosto alle ore 18 la Collettiva Raccolti & Liberi per la Ri_Partenza, di Francesco Caloia. Interverranno gli artisti, il curatore, il sindaco di Gesualdo Edgardo Pesiri, il consigliere provinciale Franco Di Cecilia. Maria Elena de Gruttola, Cultural Manager Contemporary Art, interverrà sul tema: Arte contemporanea e riqualificazione e sviluppo del territorio.

AUTORI IN MOSTRA. In mostra saranno presenti opere di: Alessandro Papari, Alessandro Norelli, Anna Coluccino, Anselmo di Paola, Antonio Restaino, Dina Pascucci, Emidio Natalino De Rogatis, Fabiana Minieri, Felice Storti, Flavio Grasso, Francesco Caloia, Gino Quinto, Giuseppe Amoroso De Respinis, Giovanni Losanno, Lello Bonadias , Luciano Luciani, Lucio Labriola DDT ART, Luigi Prudente, Marco D’Amelio, Marco Dell’Oriente, Michele Prudente, Moira Dell’Infante, Salvatore Pastore (fotografo), Vincenzo Caputo (VinceCapu), Vivian Belmonte. Ceramisti: Elisabeth Olszewska, Francesca Parrocchia, Gaetano Branca, Marcella Fraola, Maria Conte, Maria Cortellessa, Rina Van Leest, Stefania Saturnino. Il Catalogo è stato curato da Francesco Caloia e stampato presso la Stamperia TIPOLITOELLE di Frigento.  Di seguito la presentazione dell’evento.


Rassegna di arte contemporanea a Gesualdo dall’8 agosto all’settembre nel Castello la Collettiva Raccolti & Liberi per la Ri_Partenza, di Francesco Caloia

Rassegna di arte contemporanea a Gesualdo, la Collettiva Raccolti & Liberi per la Ri_Partenza

La rassegna di arte contemporanea che si inaugurerà Domenica 8 agosto alle ore 18,00 nel castello di Gesualdo e sarà visitabile fino all’8 settembre 2021, è una collettiva che si pone in linea con una prima mostra tenutasi lo scorso anno nel complesso architettonico dell’Abbazia di San Michele Arcangelo di Sturno, avente come titolo: “San Michele l’Arcangelo guerriero tra vecchi e nuovi demoni”, curata dall’artista former dirigente scolastico prof. Francesco Caloia e sostenuta dalla locale amministrazione comunale. La mostra di Gesualdo intende porsi pertanto come continuazione di un ciclo di ampio respiro che sarà effettuato in varie località irpine, teso a rileggere e rivalutare le identità territoriali attraverso forme di contaminazione creativa; un progetto espositivo che nasce dalla volontà di operare una riappropriazione di un patrimonio antico, fatto di simboli, miti e segni, affinché esso sia il fermento creativo per una nuova stagione di crescita artistico culturale. Il progetto vuole dimostrare come l’arte, inserendosi nel corpo vivo di una comunità, cioè nel suo nucleo identitario più forte e costante, può trovare nuove strade in grado di rigenerare l’artista ed il territorio. La produzione creativa diventa quel valore aggiunto che agisce come elemento qualificante e riqualificante di un luogo e di un tempo. La mostra fortemente voluta dal sindaco del Comune di Gesualdo notaio Edgardo Pesiri e dall’amministrazione tutta, dalla Pro Loco “Civitatis Iesualdinae”, dalla Cooperativa di servizi per il turismo, accoglienza, visitatori, promozione del territorio: “GUIDO vuole essere un segnale di ripartenza, essa volutamente mescola linguaggi e correnti, tecniche e materiali, per aprire gli occhi sulle espressioni di un “universo a parte “, per molti versi enigmatico. L’intento del curatore è quello di far conoscere il lavoro di tanti artisti campani rapportato a questi tempi di post-Covid 19, un dopo pandemia che ci appare impalpabile, ancora carico di incertezze, ma che mostra prospettive nuove che si concretizzano con quello che noi siamo in grado di fare. Tutte le autrici e gli autori delle opere in mostra portano con loro ricordi, emozioni, immagini, che segnano un ricco percorso di linguaggi, di sogni, di speranze, di socializzazione, di situazioni a volte enigmatiche a volte paradossali, con opere realizzate da alcuni con tanta passione, da altri con talento e professionalità, rappresentando sempre e comunque un’opportunità di conoscenza per chi avrà il piacere di vederle. Il figurativo, l’astratto, l’informale si intrecciano rappresentando un sondaggio conoscitivo ricco di tematiche varie: una figura tratta da un bagaglio iconografico classico, convive e si accosta ad opere nelle quali vengono usate tecniche sperimentali, tutte permeate da un lavoro di ricerca. Le scelte di poetica, ognuno con la propria diversità, sono chiare; le opere di questi artisti generano comunque enigmi dai significati fluttuanti, rebus concentrati su linee e colori di universale armonia. La nostra speranza è che questa mostra collettiva sia solo l’inizio di una nuova stagione culturale necessaria per studiosi, artisti, critici, gente comune, amanti di questo meraviglioso universo di forme, armonie, colori. Uno degli obiettivi dell’Italia tutta e di Gesualdo è la “Ri_Partenza nel settore della cultura”; Gesualdo, in tale prospettiva, ha la fortuna di avere un patrimonio culturale materiale e immateriale enorme, da promuovere e valorizzare, si pensi solo al castello, alla biografia del principe dei musici Carlo Gesualdo, alla storia affascinante della sua casata, alla sua musica “reservata”. Il castello potrebbe diventare un museo che metta insieme l’antico ed il contemporaneo, che ripercorra la storia della famiglia Gesualdo tra Medio Evo e Rinascimento, con criteri contemporanei potrebbe mettere in mostra opere ora sparse nei territori che furono feudo della casata e che oggi esistono grazie alle loro committenze ad importanti artisti del passato (maestro di Gesualdo, Iacopo della Pila, Giovanni Balducci, Giovan Tommaso Guarini, solo per citarne alcuni). Un progetto in cui passato e futuro si incontrano per la valorizzazione dei nostri beni comuni, promuovendone la conoscenza e facendoli rivivere nella contemporaneità, rendendoli attrattivo-interattivi nel dare identità al territorio, per coinvolgere anche le nuove generazioni spesso costrette, loro malgrado, ad allontanarsi. Penso al castello come un museo unico in Campania, con laboratori di creatività, per far conoscere e promuovere l’opera e le tecniche di tanti artisti contemporanei. Si creerebbe, in tal modo, un affascinante percorso che diventerebbe, un moderno contenitore promotore di cultura, Università di democrazia, mediatore tra un mondo scomparso e la condizione odierna, attraverso eventi e mostre internazionali di arte visiva e concerti di musica antica e contemporanea (visto che alla fine del restauro del castello sarà ripristinato anche il teatro di corte), rendendo omaggio in linea di continuità all’opera di Carlo Gesualdo principe e innovatore della più nobile delle arti (ma anche a ricordo dei tanti Gesualdini che hanno sofferto sotto il giogo della feudalità). I nostri Comuni nascondono ricchezze inimmaginabili, molte delle quali sconosciute ai più e ancora da scoprire. L’obiettivo è di condividere la loro bellezza. Mai come in questo momento ne abbiamo bisogno: la bellezza scritta nell’universo e quella del nostro patrimonio culturale, l’eredità del passato che ha reso nota l’Italia in tutto il mondo come il Paese delle meraviglie. Per far diventare grande un piccolo borgo bisogna offrire qualcosa di raro, unico e meraviglioso, Gesualdo può e deve diventare una meta interessante per chi ama l’arte ed il buon vivere, visto anche le eccellenze enogastronomiche. Con il Recovery found abbiamo l’occasione di attingere a finanziamenti che ci possono permettere di ri_leggere la nostra storia attraverso le tracce del passato, cristallizzate in modo indelebile sul nostro territorio, prima ancora che sulle pagine dei libri di storia. Un patrimonio che non smetterà mai di stupire, fonte di vita e di ispirazione per tanti, che ha reso immortali i grandi del passato e che renderà un po’ immortali anche tutti noi. La fruizione della cultura post-pandemica necessita di cambiamenti che impongono nuovi investimenti, nuove figure professionali, una diffusa competenza digitale, musei interattivi che dialogano con il visitatore. I mattoni della conoscenza sono quelli con cui riedificare la società anche se la strada è lunga. Il filosofo e pedagogista Edgar Morin quasi centenario intervistato in questi giorni ha affermato: «Bisogna comprendere l’incertezza del reale e sapere che c’è del possibile ancora invisibile».


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