“Cara pace” di Lisa Ginzburg

Il romanzo familiare celebrato fra i finalisti del Premio Strega 2021

“Cara pace” di Lisa Ginzburg. La voce narrante di questo meraviglioso libro che descrive con intensità sensazioni contrastanti è Maddalena, Maddi, che prende la decisione di andare a Roma per attingere alla fonte del proprio passato, ripercorrendo i luoghi che l’hanno vista bambina assieme a Nina, sua sorella e ritornando con il pensiero alla figura di sua madre Gloria e alla “ferita dell’assenza che sanguina”. Il suo rapporto con sua sorella era profondo e al contempo tormentato , un rapporto simbiotico e altalenante. Nina, dalla forte personalità e sempre concentrata su se stessa, la chiama continuamente per un suo bisogno prepotente di esserci, di comunicare, di tenere avvinte le loro anime che si sono nutrite per anni del sapore amaro della solitudine e hanno creato un mondo loro, chiuso agli altri, persino ai loro genitori.

La dolorosa consapevolezza che lui e la mamma non sarebbero tornati più insieme e che l’unione tra i suoi genitori si stava sgretolando senza via d’uscita aveva fatto crollare il castello di certezze, anche se apparenti su cui si basava la loro vita, dopo la fuga di Gloria che un giorno se ne era andata, perché “si sentiva in gabbia”e la sua vita era pervasa da tanta inquietudine: Maddi aveva nove anni io e Nina otto. Il distacco era stato atroce e le due bambine si ritrovarono sole.  Cominciarono a tessere un colloquio immaginario con la fotografia di loro tre appesa in camera: Gloria era assente, ma continuava ad essere la “regina dei loro pensieri. Dopo il suo ritorno , il loro padre, Seba, aveva preso una drastica decisione: la donna non avrebbe dovuto entrare a casa loro, si sarebbe dovuta tenere in disparte, incontrando le figlie solo fuori, per cui esse vivevano in una sorta di gabbia trasparente con muri invalicabili. Maddalena ripercorre con la mente il difficile rapporto con il padre che si tratteneva poco in casa e spesso era preso dalla frenesia di cucinare per loro, ma in fondo non trasmetteva loro affetto. “Perché è così assurdo per noi due?”: una domanda che Nina rivolgeva a Maddi e anche a se stessa, riflettendo sulla loro condizione anomala di essere ”orfane senza esserlo”, senza nessuna forma di conforto. La decisione presa dai loro genitori che Nina e Maddalena avrebbero avuto una loro casa, ”la casa delle bambine”, era stata una scelta che le aveva lasciate piene di sgomento e solo la presenza di Mylene, una ragazza assunta dal padre per prendersi cura di loro, aveva dato loro una sorta di equilibrio, si sentivano abbracciate dal suo rigore. Villa Pamphili rappresentava un luogo di pace, in cui  si allenavano con Mylene: lo sport  insegnava loro la calma e l’equilibrio dando loro una luce nuova, i ritmi che lei aveva insegnato loro per sopravvivere e che poi riusciranno a salvarle.

Il dolore che le aveva pervase durante tutta la loro infanzia lasciava tracce incancellabili nel percorso delle loro vite: le loro reazioni erano del tutto antitetiche, Maddalena si rinchiudeva in se stessa ed era un parafulmine alle ansie di sua sorella, mentre Nina era abituata a prendersi sempre la scena e alternava silenzi tipici di quando si sentiva impotente a scenate eclatanti che tuttavia davano voce alla tristezza di entrambe. Esse erano “affamate di emozioni per riempire i vuoti”: Nina non faceva altro che mandare a monte le cose e dal distruggere traeva linfa, Maddalena aveva bisogno di proteggersi anche da Nina, dalla sua aggressività che talvolta diventava quasi feroce. Nina faceva terra bruciata intorno a sé, aveva continuamente l’esigenza di bruciare le tappe, era come una”tempesta di vento”, magnetica e seduttiva. Nina spezzava, mentre Maddy cercava sempre di costruire qualcosa. Nina era presa dalla collera con se stessa quando si lasciava andare troppo ai sentimenti, come quando è trascinata dalla passione per un uomo sposato, che poi la lascerà. Il momento più terribile per Nina sarà il suo aborto doloroso e improvviso che la getterà nello sconforto e la spingerà a trasferirsi negli Stati Uniti in cerca di pace e per ricominciare una nuova vita.

L’autrice inserisce un bellissimo espediente letterario nel titolo: la “cara pace” a cui anelano Maddalena e Nina dà un senso di apertura al rinchiudersi in se stessa di Maddalena, come il carapace di una tartaruga per proteggersi da se stessa e dagli altri. Il viaggio a Roma darà a Maddalena, finalmente dopo tanti anni, la possibilità di concentrarsi solo su di sé. Non rivela nulla a Nina della sua decisione di partire, è un momento solo suo che decide di vivere imponendosi un distacco da quella sorella che fa parte di lei, ma che costituisce anche un peso talvolta insostenibile, per i suoi frequenti sbalzi d’umore. Ripercorre in quei luoghi tracce di un passato denso di significato e la passione improvvisa per un ragazzo le darà un bagliore di vita, ma poi cerca di creare uno spazio, ha bisogno di silenzio per ritrovare il bandolo di una matassa e il senso di un incontro che ha portato un raggio di luce nella propria vita.

A cura di Ilde Rampino

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