Consultori in Irpinia, Sinistra Italiana chiede la riorganizzazione

Appello all'Asl e al Comune di Avellino per la convocazione di un tavolo istituzionale finalizzato a concertare a elaborare politiche sociali per la tutela della donna e della famiglia

Comune di Avellino, il palazzo degli uffici di piazza del Popolo

Il Coordinamento provinciale Sinistra Italiana Avellino chiede ad Asl e Comune di Avellino un tavolo istituzionale per concertare la riorganizzazione dei consultori in Irpinia. In particolare, sollecita il Comune di Avellino, capofila del piano di zona sociale, a farsi protagonista di una iniziativa per assicurare adeguati servizi sociali e politiche di welfare anche in questo delicato aspetto dell’assistenza alla donna e alla famiglia, a partire proprio dai consultori familiari in Irpinia.


Consultori in Irpinia, rilanciare i servizi essenziali

Documento del Coordinamento provinciale Sinistra Italiana Avellino

Sinistra_Italiana

Si parla tanto in queste ultime settimane di femminicidio, di violenza di genere, di tutela delle donne e dei minori. I dati ci raccontano che, la convivenza forzata, conseguenza della pandemia, ha fatto aumentare i casi di violenza domestica. Nella nostra provincia, cosa si fa per le donne e per gli adolescenti in difficoltà? Quali sono i servizi essenziali e di prossimità presenti nei nostri territori? La risposta è che non si fa nulla, a parte il lavoro svolto da onlus ed associazioni di volontariato, e che non ci sono servizi adeguati. In Italia con legge 405 del 29/7/1975 sono stati istituiti i consultori familiari. La Regione Campania, ha dato attuazione alle legge nazionale con legge reg.le 44 dell’8/8/1977. Ad Avellino, i consultori hanno visto la luce solo a metà degli anni ’90,ma ad oggi sono quasi estinti. Trasferito il più conosciuto, ubicato presso il centro sociale “Samantha Della Porta”; chiuso quello di rione San Tommaso che era un vero e proprio presidio di frontiera; chiuso quello a via Fontanatetta perché il comune ha chiesto la restituzione dei locali concessi all’Asl in comodato d’uso. L’unico presidio ancora attivo è ubicato nei locali Asl in via Degli Imbimbo, senza nessuna privacy per gli utenti e con apertura bisettimanale previa presenza del ginecologo. La querelle tra Asl e Comune su chi deve fare cosa è avvilente, mortificante e sconcertante. Per legge, in una città come Avellino, dovrebbero esserci 3 consultori (1 ogni 15000 abitanti) ed invece ci ritroviamo ad averne uno a mezzo servizio. Un servizio di pubblica utilità è pressoché inesistente a discapito di fasce di popolazione particolarmente deboli e a rischio. In provincia non è che le cose vadano meglio (mancano perfino i medici di base). I consultori, laddove ancora esistono, sono sottodimensionati, svuotati del loro senso originario e quasi inutili. In questo modo donne, giovani coppie ed adolescenti non hanno più un luogo dove andare, né del personale specializzato a cui poter porre le proprie legittime domande. Ancora una volta assistiamo alla negazione di diritti sanciti dalla legge.

LE RICHIESTE. In continuità con il lavoro svolto in consiglio comunale dal gruppo SiPuò, con la presentazione della delibera di giunta 135/2017,approvata all’unanimità e con la mozione dell’ 8/10/2018 chiediamo: un tavolo istituzionale con Asl e Comune per avviare un monitoraggio delle attività e dei servizi dei consultori sul territorio, potenziando o istituendo i servizi socio-assistenziali previsti dalla legge 405/75 e della legge 34/96; la piena attuazione della legge 194/78 per la genitorialità responsabile; la piena attuazione del Pdz sociale, essendo il Comune di Avellino capofila, al fine di assicurare i servizi sociali e le politiche di welfare. Il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche nel percorso di informazione e formazione rivolto ai bambini ed agli adolescenti; la riapertura dei consultori chiusi ed il trasferimento dell’unico consultorio presente, dai locali Asl in una sede più idonea e con servizio attivo durante tutta la settimana lavorativa.


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