“La tentazione di essere felici” di Lorenzo Marone

“La tentazione di essere felici” di Lorenzo Marone. Una vicenda, quella del protagonista, Cesare, che, giunto all’età di settantasette anni si trova a fare i conti con una realtà che non conosce e che affronta con forza e decisione: la violenza perpetrata su una giovane donna, la sua vicina. Improvvisamente la sua esistenza, trascorsa a fuggire davanti alle responsabilità, rifugiandosi nei rimpianti si trasforma nel desiderio, avvertito come pregnante necessità, di fare qualcosa per gli altri. La sua solitudine, unita a un innato senso di egoismo, lo ha portato a rinchiudersi in un mondo tutto suo, in cui nessuno potesse sconvolgere i suoi ritmi e i suoi piani. E invece Emma, attraverso il suo silenzio e la sua sofferenza, riesce a penetrare quello schermo, dietro cui per tutta la vita si era rifugiato e portare la luce la sua sensibilità, anche se velata da paura.

Cesare non  sognava mai, dormiva poco e si svegliava presto: era convinto che quando si è vecchi ci si può permettere di fare ciò che si vuole. Vive  un rapporto conflittuale nei confronti di sua figlia Sveva e le sue telefonate, in cui chiedeva il suo aiuto per andare a prendere il piccolo Federico, scombussolavano i suoi piani. Quando la vede con un altro uomo, avverte un profondo disagio e pensa che lei sia una donna infelice e si immedesimava in lei, nelle sue menzogne e nella difficoltà di rivelare i propri sentimenti, in fondo egli “per settant’anni era stato il maestro dei compromessi”: rivive la sua esperienza, ricordando che in tantissimi anni di matrimonio non aveva mai amato veramente sua moglie Caterina, ma alla sua morte aveva provato forti sensi di colpa e non c’era giorno in cui non chiedeva col cuore perdono per quello che aveva fatto. Era convinto che non si dovrebbero mettere al mondo dei bambini con una donna che non si ama e forse il rapporto difficile con i suoi figli era anch’esso il risultato di quel disagio interiore, che si esprimeva anche nel rapporto con suo figlio Dario che è omosessuale, ma non gli aveva mai rivelato il suo segreto. Cesare è invitato alla mostra di un artista emergente, Leo Perotti, che poi scopre essere il compagno di suo figlio: si rende conto improvvisamente che, nonostante la sua reticenza, si è sempre sentito fiero di suo figlio Dante, anche se ha mostrato una chiara preferenza nei confronti di Sveva con cui condivideva molte affinità, soprattutto caratteriali.

L’incontro con Emma, la sua vicina, scatena un nuovo sentimento in lui: all’inizio si sentiva solo la voce alterata di lei, ma egli si rendeva conto, forse per la prima volta, che non poteva far finta di nulla, doveva intervenire per far cessare quella violenza e coinvolge il suo amico Marino che conosce da circa quarant’anni: era sempre stato troppo buono e, rimasto vedovo, aveva deciso di chiudersi in casa e non ne era più uscito per dieci anni. La vicenda che coinvolge Emma diventa l’occasione per entrambi di chiudersi la porta alle spalle e ricominciare ad avere un contatto con il mondo. Quella terribile violenza, perpetrata su un essere innocente,  risveglia il suo interesse sopito per la vita delle altre persone e riesce anche ad avere una sorta di rapporto con l’anziana donna che abita nel suo palazzo, la “gattara” Eleonora.

Una sera, Emma bussa alla sua porta e gli chiede con dolcezza se ”puo’ custodire il sogno di una ragazza che non ha spazio per i sogni”, si immerge piano nel suo mondo, si siede al tavolo della cucina, un gesto familiare, come se lo conoscesse da sempre e ciò lo turba, perché da cinque anni, dopo la morte di sua moglie nessuno lo ha mai fatto. Comincia a confidarsi con lui ed egli si rende conto che per la prima volta qualcuno comincia a fidarsi di lui: gli confessa di essere incinta e che suo marito prima o poi la ammazzerà, vi è in lei una sorta di rassegnazione al suo destino, ma al contempo Emma si rende conto che Cesare è diverso dagli altri perché ” ha voluto vedere”. Emma non si vergogna di parlare con lui, di narrargli il terribile racconto del suo passato e delle violenze subite. Era scappata di casa a quattordici anni, perché suo padre beveva ed era violento con lei e sua madre. Emma non vuole denunciare il marito e implora Cesare di non parlare ed egli comprende che “ nessuno può essere salvato se non vuole”, ma accetta, consapevole che ”non mi è bastata una vita per imparare a porgere la mano senza tremare”.

Sveva che aveva sempre avuto paura del giudizio del padre, alla fine ha un colloquio con lui e gli confida che in Enrico trova affetto, comprensione e sicurezza; parlando di sua madre, gli rivela che gli è stata sempre vicina, ma ha sofferto, perché ha tentato di amarlo, ma non si è mai sentita compresa da lui, finchè un giorno ha incontrato un altro uomo ed è nata una storia. Cesare rimane di sasso e ripensa ai silenzi che hanno rovinato il rapporto con sua moglie Caterina, la sua ricerca continua di emozioni con donne irraggiungibili e si rende conto che non ha amato nessuna donna quanto le uniche tre che era riuscito ad avere e vive di continui rimpianti. Cesare si rende conto di aver trascorso un’intera vita nella normalità e ora vuole essere “bizzarro”: non c’è un solo modo di affrontare la solitudine, anche se a volte si lascia “rapire dai ricordi”. Egli non aveva mai voluto privarsi di nulla, aveva vagato da un lavoro all’altro senza voler mettere radici, ma non era mai stato in grado di cambiare nulla, poi aveva deciso di “derubare la vita”.

La terribile scoperta di Emma, ferita gravemente dal marito, suscita in lui il desiderio di salvarla e mentre la porta in ospedale, un ricordo fa breccia nel suo cuore, legato al nome di quella giovane donna che per caso aveva incrociato la sua strada. Emma era la sorella di sua moglie e lui l’aveva amata ma tra loro non era mai successo niente, vi erano stati pochi gesti ma intensi, scanditi dalle parole di lei ”Non possiamo” ogni volta che i loro sguardi si incrociavano e i sentimenti che provavano cercavano di uscire. Cesare si rendeva conto che “t’incateni a qualcosa o a qualcuno ogni volta che non scegli” e quando Emma muore, egli si rende conto che è stata la prima volta che si è avvicinato al mondo degli altri per salvare una ragazza in difficoltà. Il suo cuore non regge al dolore e viene salvato dal suo amico Marino che lo sottrae alla morte; quando si riprende, accarezzato da suo nipote, comincia ad apprezzare ciò  che ha e quei “mi piace” diventano la spinta per un nuovo percorso di vita.

A cura di Ilde Rampino

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