Rubato l’albero di don Giancarlo Ragazzetti, Pelosi: offesa a Serino

Lo sdegno del Sindaco per un gesto che «offende la nostra comunità». La pianta di ulivo fu messa a dimora per ricordare un parroco protagonista della ricostruzione dopo il sisma del 1980

A Serino è stato rubato l’albero di don Giancarlo Ragazzetti. Ignoti hanno portato via un ulivo piantato nel dicembre scorso in memoria di un sacerdote che a Serino era stato parroco negli anni ’80 e ’90, dopo il terremoto del 1980. Il Sindaco Vito Pelosi è intervenuto con una nota per stigmatizzare l’accaduto e assicurare che i responsabili saranno individuati. Don Giancarlo Ragazzetti, don Carlo come veniva chiamato, fu protagonista negli anni della ricostruzione, un periodo cruciale durante il quale si adoperò per la rinascita morale di una comunità, che in lui ha trovato un testimone di fede nella concretezza delle opere.

Rubato l’albero di don Giancarlo Ragazzetti a Serino

«Lo scorso novembre abbiamo deciso, come amministrazione, di aderire all’iniziativa dell’associazione Serino Sostenibile di piantare un piccolo albero d’ulivo in ricordo della figura di Don Giancarlo Ragazzetti, figura centrale per la nostra comunità civile e religiosa», ha scritto Pelosi nella nota. «Un impegno che nonostante il coronavirus, decidemmo di rispettare. Successivamente abbiamo accolto la richiesta della Parrocchia di San Giuseppe, con il parroco Don Florin e altri giovani che vivevano le attività oratoriali di Don Carlo, di intitolare al suo nome la piazza antistante la Chiesa, avviando l’iter con Delibera di Giunta Municipale. Altre iniziative sono in programma prossimamente perché il ricordo di Don Carlo sia sempre vivo e soprattutto di insegnamento all’intera comunità». Purtroppo, «abbiamo appreso nelle scorse ore che l’albero piantato è stato rubato da ignoti. Sapere del gesto vile, violento e senza senso, riempie di rabbia e delusione. Il furto dell’albero di ulivo, non può essere semplicemente considerato come un gesto di vandalismo perché va a violare il simbolo che quell’ulivo rappresentava ovvero ricordo di una persona che si è spesa per il territorio e per la sua comunità e speranza di rinascita del senso di aggregazione che tanto abbiamo perso nel periodo della pandemia. Per questo condanniamo senza giustificazioni un simile gesto e ci impegniamo a fare il possibile per individuare i responsabili. Lo dobbiamo a Don Giancarlo, a Serino, a tutti noi».


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