Evasione dell’Iva ad Avellino, 8 arresti e beni sequestrati per 9 milioni

Operazione della Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza questa mattina all'alba, nell'ambito di una indagine della Procura partenopea. L'accusa: associazione a delinquere dedita all’emissione di fatture false

La Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza ha eseguito questa mattina all’alba un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 8 persone e un decreto di sequestro preventivo per un ammontare complessivo di circa 9 milioni di euro, nell’ambito di una indagine sull’evasione dell’Iva ad Avellino. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Napoli Saverio Vertuccio, su richiesta del Sost. Proc. Dott. Sergio Raimondi della Procura partenopea, III Sezione Reati Finanziari. L’attività investigativa, convenzionalmente denominata operazione “Atterraggio Italia”, ha permesso di ricostruire una strutturata associazione a delinquere dedita all’emissione di fatture false (artt. 416 c.p. e 8 D.Lgs. n. 74/2000). I componenti del sodalizio avevano costruito un sistema di frode “carosello” che prevedeva l’interposizione, nelle transazioni commerciali, di “società cartiere” che hanno consentito loro di evadere l’Iva per l’importo sopra indicato.

Guardia di Finanza

EVASIONE DELL’IVA AD AVELLINO, L’INDAGINE. I componenti del sodalizio avevano costruito un sistema di frode “carosello” che prevedeva l’interposizione, nelle transazioni commerciali, di “società cartiere”. Secondo l’accusa, hanno evaso così l’Iva, acquistando ingenti partite di carburante da rivenditori siti in Croazia e Slovenia ed, evitando il pagamento dell’imposta, quindi, vendevano il prodotto ai clienti finali a prezzi molto bassi. I gestori acquirenti riuscivano pertanto a praticare prezzi “alla pompa” fuori mercato. Al termine delle indagini, condotte anche con il ricorso alle intercettazioni telefoniche, supportate da attività ispettive, sono state accertate fatturazioni per operazioni soggettivamente inesistenti, nei confronti di 7 società riconducibili al sodalizio criminale disarticolato e 47 destinatarie dei prodotti, per un imponibile pari ad € 41.522.594,23 ed un’imposta IVA sottratta all’erario pari ad € 8.982.018,12. Dalle conversazioni captate è stato possibile provare come i formali amministratori delle “società cartiere” fossero dei meri prestanome a cui gli indagati sopra indicati impartivano direttive insindacabili. Le indagini hanno portato alla luce investimenti effettuati in territorio rumeno nel campo immobiliare ed anche nel settore del commercio dei prodotti petroliferi. In particolare, sono stati accertati rilevanti interessi economici di due indagati a Cluj Napoca, principale città della Transilvania. Infine, è stato appurato che tre dei soggetti indagati risultano tuttora percettori del reddito di cittadinanza. «L’attività condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Avellino, evidenzia, ancora una volta, l’efficacia dell’attività di contrasto all’evasione fiscale, perpetrata dalle consorterie criminali», si legge in una nota.

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