Farina all’assemblea di Centro Democratico a Roma

Il sindaco di Teora e presidente del Consorzio dei Servizi Sociali Alta Irpinia è atteso oggi a Roma alla convention convocata da Bruno Tabacci. "Con me il partito è arrivato al 3,85% in Campania superando le proiezioni pre elettorali che lo davano all'1,5%"

Ci sarà anche Stefano Farina all’assemblea di Centro Democratico in programma questa mattina a Roma. “Guardo al futuro a partire da Centro Democratico”, commenta la circostanza Stefano Farina, sindaco di Teora e presidente del Consorzio dei Servizi Sociali Alta Irpinia, spiegando di essere atteso alla convention nazionale del partito presieduto da Bruno Tabacci. Candidato a capo della lista di Cd in provincia di Avellino, Farina si dice soddisfatto della percentuale di consensi ottenuta dal partito alle regionali in Campania. Centro Democratico ha guadagnato il 3,85% dei voti, superando di gran lunga le proiezioni che lo davano all’1,5%, rimarca. “Delle 7mila e 600 preferenze incassate oggi, balzano i miei 2mila e 700 voti personali, a cui deve aggiungersi una ripartizione proporzionale sui 4 candidati dei 3mila e 500 voti di lista” commenta Farina. “Si tratta di un risultato considerevole se si valuta la collocazione di un partito di centro di ispirazione moderata. I miei voti inoltre, sono spalmati su tutta la provincia oltre che sui 25 comuni del distretto sanitario del Consorzio dei servizi Sociali, dove pure registro 2mila voti. Il radicamento della mia attività politica è dimostrato, e premia il mio impegno di sindaco, presidente del consorzio e due volte consigliere provinciale”.

Il Sindaco di Teora e consigliere provinciale, Stefano Farina

FARINA ALL’ASSEMBLEA DI CENTRO DEMOCRATICO, DEFINITIVO STRAPPO DAL PD. La frattura aperta col Partito Democratico alla vigilia delle candidature è diventata insanabile. “Le dimissioni dalla segreteria regionale del partito sono arrivate per una questione di stile e dettate dal disappunto al metodo scelto per le candidature. E’ altrettanto vero che la mia esposizione non è passata inosservata ai vertici di Centro Democratico, che mi hanno invitato all’assemblea nazionale di questa mattina a Roma, dove andrò ben volentieri. Sono uscito dal Pd ma non per mia scelta: mi hanno messo nelle condizioni di farlo e ora sto valutando come dare il mio apporto e come orientare il mio impegno politico che non può prescindere da un partito che si è dimostrato accogliente e inclusivo della mia storia” puntualizza. La possibilità che questo divorzio possa alterare gli equilibri politici e amministrativi preesistenti non preoccupa affatto il presidente del Consorzio altirpino, che confida “nella capacità di autonomia e di valutazione degli amministratori: non mi aspetto che si possa scherzare con le appartenenze politiche perchè il Piano di Zona cura gli aspetti delle politiche sociali e non ammette leggerezze”.

Teora

Per Farina “le scelte compiute dal Partito Democratico e le molteplici candidature sostenute da partiti piccoli hanno frammentato l’elettorato, disperdendo un pacchetto di voti che è confluito invece su De Luca Governatore”. E spiega: “In provincia c’è stata una frammentazione esagerata dovuta alle tante liste e candidati, che non ha aiutato nessuno sul piano generale, aggravando una disparità nella rappresentanza. Sono stato il più votato in Centro Democratico ma l’assegnazione dei seggi ha premiato Napoli: pur essendo in una posizione eleggibile e avendo avuto una buona affermazione del partito, restiamo al palo e senza una rappresentanza provinciale. La mia affermazione c’è stata nonostante la propensione dei grandi elettori, ovvero dei sindaci e degli amministratori comunali a non affidare il voto alle capacità amministrative dei candidati, ma a confermare chi ha già avuto un ruolo in Regione. Anche il Pd ha compiuto i suoi sbagli: si sono ripetute le singolarità, e il rinnovamento c’è stato votando Petracca e non D’Amelio. Una parte dell’elettorato storico e il nuovo ha decretato la rappresentanza alle regionali ma anche all’interno del partito stesso, premiando chi fino ad ora aveva vissuto un’altra storia politica e lontano dal Pd”.

Bruno Tabacci

Le dimissioni rassegnate dalla segreteria regionale del Partito Democratico e l’annuncio della candidatura con Centro Democratico non hanno azzerato quella trama di rapporti costruita negli anni precedenti. “Sul piano personale la mia prestazione contestualizzata in un territorio in cui l’elettorato assuefatto ha preferito rinnovare la fiducia ai riferimenti regionali è una grande vittoria. La mia candidatura è nata dall’impossibilità di candidarmi nel Pd, dove ho trovato un veto sul mio nome, al contrario invece di quanto avvenuto in una delle civiche di De Luca, in cui mi sono riconosciuto con Carlo Iannace, un uomo della gente e che lavora fra la gente. Ho avuto fra le mille difficoltà che mi accompagnavano, anche quella di essere stato abbandonato dalla mia famiglia politica, ma ammetto che le elezioni sono andate benissimo” conclude.


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