Biancamaria D’Agostino (Lega): energia e rifiuti sfida per la Campania

La candidata al consiglio regionale illustra le proposte in materia di ambiente, con particolare riferimento a energia, ecologia, dissesto idrogeologico e sicurezza delle aree montane

Un progetto per prevenire nuove emergenze nel campo dei rifiuti, realizzando una filiera integrata delle fonti di energia, dal sole all’acqua, propone Biancamaria D’Agostino, candidata al consiglio regionale nella lista della Lega.

Biancamaria D’Agostino

«Sull’ambiente e sul Green Deal, il nuovo corso avviato dalla Commissione Europea con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, si gioca il futuro dei territori», spiega l’avvocato. «Ecco perché il tema della lotta al cambiamento climatico sarà centrale in tutti i programmi di finanziamento, a partire dai fondi strutturali e di investimento europei a gestione regionale», sottolinea Biancamaria D’Agostino, chiarendo la posizione della sua parte politica. «Partiamo da un obiettivo di medio periodo: condurre la Campania ad essere ‘carbon neutral’ entro il 2030. Limitare la diffusione in atmosfera dei gas serra è possibile. Ecco perché l’impegno in tal senso è nel redigere linee guida che possano condurre all’obiettivo». In questo scenario, per la candidata del Carroccio occorre garantire la messa in sicurezza della Campania dal rischio di una nuova emergenza nel settore dei rifiuti. Dobbiamo «realizzare finalmente un sistema di gestione dei rifiuti che si completi in tutto il suo percorso, dalla raccolta differenziata al recupero fino alla termovalorizzazione, affiancando a tutto questo la produzione di energia idroelettrica e solare».

Biancamaria D’Agostino (Lega): «Dai rifiuti, dal sole e dall’acqua l’energia. Ecco come»

IMPIANTI E GESTIONE DEI RIFIUTI. Per farlo occorrono impianti, aggiunge. «Lo Sblocca Italia prevede la realizzazione di nuovi impianti. Il fabbisogno residuo di incenerimento dei rifiuti urbani regionale è di 318.942 tonnellate annue e pertanto, per la Regione Campania, è stata autorizzata la costruzione di ‘un solo impianto’. È prevista la realizzazione di almeno sette siti di stoccaggio dislocati in varie aree della Campania, oltre all’incremento dello stir di Battipaglia». Quanto al biodigestore di Chianche, Biancamaria D’Agostino rimarca la posizione contraria: «Non sono assolutamente d’accordo sulla scelta di collocare il biodigestore nella località di Chianche, terra fertile ove si produce l’eccellente Greco di Tufo e mi impegnerò perché questo progetto venga dismesso. Occorrerà piuttosto valutare un’ubicazione del biodigestore molto distante sia dai centri abitati che dagli insediamenti agricoli».La sfida sull’ambiente riguarda anche l’uscita dell’Italia dalla procedura di infrazione europea. «Bisogna intervenire subito per non pagare infrazioni. Sulla gestione dei rifiuti, l’Italia non ha dato esecuzione corretta alla sentenza del 2010 della Corte di giustizia dell’UE onde assicurare che i rifiuti venissero riciclati e smaltiti senza mettere in pericolo la salute umana e senza danneggiare l’ambiente. La Corte ha imposto all’Italia il pagamento di un importo forfettario di 20 milioni di euro e il pagamento di una penalità giornaliera pari a 120.000 euro».

ABUSIVISMO E DISSESTO IDROGEOLOGICO. La candidata leghista al consiglio regionale ritiene importante porre sul tappeto due questioni ritenute cruciali per un corretto governo dell’ecosistema: dissesto idrogeologico e discariche abusive. A quest’ultimo riguardo, fornisce alcune cifre: «Dei 48 siti di discariche abusive identificati in Italia, 6 sono presenti in Campania, cioè il 12,5% del totale presente sul territorio nazionale. Insieme alla Puglia, la nostra regione è seconda soltanto alla Calabria per numero di discariche abusive. Occorre intervenire subito». Così come considera urgente affrontare il problema del rischio idrogeologico: «È urgente la realizzazione di opere di sistemazione idraulico-forestale e di ingegneria naturalistica per assicurare ai territori montani e collinari la stabilità idrogeologica senza la quale non è possibile prevenire i disastri. In molti casi, poi, tali opere sono esistenti ma trascurate, senza manutenzione da anni. Che è come non averle. Provvedere a efficientarle è doveroso». Secondo Biancamaria D’Agostino oltre alle opere servono azioni sociali forti, come il ripopolamento. «Lo strumento più efficace per prevenire il dissesto idrogeologico è il ripopolamento dei territori montani, adottando tutte le misure necessarie per favorire l’economia montana. A tale proposito, si potrebbero rendere economicamente convenienti le utilizzazioni nei boschi a macchiatico negativo, utilizzando fondi europei».


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