Tangenti nei concorsi delle forze dell’ordine, 8 misure cautelari a Benevento

Sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio. In particolare sono una cinquantina gli episodi corruttivi contestati. Nel procedimento risultano indagati in tutto 118 persone tra cui anche altri pubblici ufficiali

Sono state eseguite 8 misure cautelari a carico di persone accusate di aver favorito candidati previo tangenti nei concorsi delle forze dell’ordine. Le accuse vanno dalla associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, alla corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio in almeno cinque casi di corruzione contestati. Questa in sintesi l’operazione ‘Par Condicio’, scattata all’alba. Nell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento risultano indagate anche 118 persone tra cui anche altri pubblici ufficiali. Le misure cautelari sono state eseguite dai militari della Guardia di Finanza – Gruppo Mobile Benevento, coadiuvati da personale del Comando Provinciale GDF di Benevento e supportati da finanzieri in servizio presso i Comandi Provinciali GDF di Napoli, Caserta, Salerno e Avellino.

Procura della Repubblica di Benevento

Circa 250 militari hanno dato esecuzione ad otto ordinanze applicative di misure cautelari personali – di cui tre di custodia cautelare in carcere, due agli arresti domiciliari, due sospensioni da pubblici uffici o servizi e un obbligo di dimora- emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di vari soggetti, quasi tutti pubblici ufficiali.

L’ACCUSA DI TANGENTI NEI CONCORSI DELLE FORZE DELL’ORDINE. Gli indagati sono accusati di avere percepito da candidati di concorsi pubblici e/o loro genitori, ma anche da aspiranti candidati di concorsi pubblici non ancora pubblicati, ingenti somme di denaro per accedere al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, nella Polizia di Stato, nell’Arma dei Carabinieri e nella Guardia di Finanza. Tra i soggetti destinatari delle misure vi è un Vice Prefetto con funzione apicale in servizio presso il Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, tre funzionari – uno in pensione e due attualmente in servizio – del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Benevento e Venezia, un militare dell’Arma dei Carabinieri, un militare della Guardia di Finanza ed un agente della Polizia di Stato. Nei confronti degli indagati si ritiene sussistano gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio per 50 episodi corruttivi all’esame.

Un’auto della Guardia di Finanza

SEQUESTRATI BENI PER 370MILA EURO ED ESEGUITE 50 PERQUISIZIONI. Sono stati eseguiti sequestri preventivi per complessivi 370 mila euro circa, ritenuti il prezzo dei reati finora accertati, di cui 220.000,00 riferibili all’attività dell’associazione per delinquere in provvisoria contestazione e oltre 150.000,00 conseguiti dai vari indagati in concorso tra loro. Oltre 50 perquisizioni sono in corso su tutto il territorio nazionale per rintracciare materiale informatico oggetto di promessa e scambio corruttivo nonché somme di denaro provento della vasta illecita attività. I particolari dell’indagine per tangenti nei concorsi delle forze dell’ordine sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa presso la Procura della Repubblica di Benevento nel pieno rispetto della normativa e delle direttive per evitare la diffusione del contagio da coronavirus. Nella successiva nota stampa, il Procuratore della Repubblica di Benevento Aldo Policastro commenta l’esito dell’inchiesta: «Le gravissime condotte in provvisoria contestazione, oltre a danneggiare in maniera irreversibile lo Stato – che in primo luogo non seleziona, così come prescrive la Costituzione, i migliori elementi, ma soprattutto permette l’accesso a persone che già al loro ingresso, ed anzi proprio per avere ingresso nella Pubblica Amministrazione, si rendono protagonisti di desolante mercimonio – pregiudicano i concorrenti onesti e meritevoli, esclusi per far posto a chi acquista a caro prezzo la discrezionalità di funzionari infedeli».


L'inchiesta Par Condicio

Nell’inchiesta per tangenti nei concorsi delle forze dell’ordine sono indagati quasi tutti pubblici ufficiali. Sono accusati di aver percepito da candidati di concorsi pubblici e/o loro genitori – ovvero da aspiranti candidati di concorsi pubblici non ancora pubblicati- ingenti somme di denaro per compiere atti contrari ai propri doveri d’ufficio e determinarne gli esiti delle varie prove concorsuali, facendo accedere i concorrenti nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, nella Polizia di Stato, nell’ Arma dei Carabinieri e nella Guardia di Finanza.

GLI INDAGATI. In particolare, i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere sono il Vice Prefetto, a Capo dell’Ufficio Concorsi del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, e due funzionari beneventani del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Benevento, uno in servizio e l’altro in quiescenza, ritenuti, per gravità indiziaria, tutti membri – il Vice Prefetto con il ruolo di capo e promotore, gli altri due indagati con il ruolo di partecipi- di una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di indeterminati delitti di corruzione e di rivelazione di segreti d’ufficio nell’ambito di concorsi pubblici in corso o appena conclusi (segnatamente il concorso pubblico, per titoli ed esami, a 250 posti per la qualifica di vigile del fuoco del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nonché a quello per l’assunzione di 1.815 allievi agenti della Polizia di Stato, indetto con decreto del Capo della Polizia- Direttore Generale della Pubblica Sicurezza n. 333-B/12D.3.19/5429 del 13 marzo 2019) nonché in relazione a concorsi di imminente pubblicazione (tra questi quello per Ispettori Logistico – gestionali nel Corpo dei Vigili del Fuoco), per i quali i tre – anche grazie alla funzione esercitata dal promotore dell’associazione e al possesso della banca dati dei quiz preselettivi – avevano già programmato di far accedere un numero di candidati non inferiore a 50, con potenziali profitti illeciti da conseguire –oltre a quelli per cui è stato richiesto e disposto sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente- di svariate centinaia di migliaia di euro.

L’ATTIVITÀ INVESTIGATIVA E IL SISTEMA. Le indagini condotte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Benevento sono state avviate nel maggio del 2019 attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali (con trascrizione, in soli 6 mesi, di circa 1.500 conversazioni ritenute fondamentali per le investigazioni), servizi di OCP e acquisizioni di immagini da sistemi di video-sorveglianza. Gli inquirenti hanno ricostruito i vari passaggi di quello che ritengono fosse un «consolidato modus operandi e di molteplici iter corruttivi, accordi illeciti in cui il Vice Prefetto, quale pubblico ufficiale, era in grado di influenzare direttamente – attraverso membri di commissione allo stato ignoti – la discrezionalità delle varie commissioni di concorso, anche a fronte di problemi fisici e oggettive difficoltà che nel corso delle prove concorsuali venivano riscontrate ai candidati da favorire illecitamente, mentre i due beneventani, previa indicazione da parte del Vice Prefetto del numero delle persone da poter contattare, si occupavano – con funzione di intermediari – di reclutare nel territorio sannita i privati corruttori (cercando candidati che non presentassero problematiche tali da rendere possibili rischiose esposizioni), di stipulare con loro e/o con i loro genitori la promessa corruttiva e successivamente – prima e dopo lo svolgimento da parte dei candidati delle prove della varie fasi in cui il concorso si articolava – di ricevere ingenti somme di denaro, ammontanti anche ad oltre 23.000,00 euro, quale prezzo del reato, parte del quale veniva periodicamente portato a Roma per essere ripartito con il predetto Dirigente del Ministero dell’Interno e presumibilmente ulteriori funzionari infedeli», hanno spiegato e riportato in una nota stampa. «In tale maniera il pubblico ufficiale non aveva e non ha alcun contatto con i privati corruttori, di cui conosce solamente le generalità e la data di convocazione per le prove concorsuali tramite i suoi intermediari: d’altronde tali elementi sono gli unici che gli vengono comunicati (spesso anche con l’utilizzo di un elenco manoscritto) e che sono sufficienti affinché il funzionario corrotto si possa attivare per permettere ai candidati il superamento delle prove previste, mentre le trattative economiche (promessa e dazione di denaro) si consumavano nel territorio Beneventano e venivano gestite esclusivamente dai funzionari pubblici sanniti».

CON LE TANGENTI NEI CONCORSI DELLE FORZE DELL’ORDINE «SI EVITAVA ANCHE LA ESCLUSIONE DI CANDIDATI NON AMMISSIBILI». In molti casi, inoltre, «nel corso delle prove emergevano problematiche (fisiche o di altra natura, per esempio patologie cardiache, malattie ematologiche ovvero la sussistenza di un procedimento penale pendente a carico del candidato da favorire) anche gravi e tali da imporre l’esclusione dal concorso, ma proprio in quel momento -con l’intervento del Vice Prefetto – l’associazione dimostrava la sua forza, riuscendo a far conseguire in maniera insperata ai candidati le idoneità a prove fisiche o psico-attitudinali». Secondo gli inquirenti, inoltre, «la stabilità e la forza del vincolo associativo, ma soprattutto la circostanza di poter contare sul Capo dell’Ufficio Affari concorsuali, veniva ostentata dagli intermediari beneventani nei dialoghi e nelle trattative illecite concluse con i candidati ed i relativi genitori: ad oggettiva riprova della serietà del pactum scleris, i ragazzi venivano a conoscenza delle date di convocazione e delle date di rinvio delle prove concorsuali giorni prima che le stesse venissero pubblicate sui portali telematici istituzionali».

NEL MIRINO DEGLI INDAGATI CI SAREBBE STATO UN NUVO CONCORSO NEI VIGILI DEL FUOCO. Attualmente il sodalizio era operativo e stava programmando di interferire su due concorsi per l’accesso nei Vigili del Fuoco di prossima pubblicazione.

ATTIVITÀ IN CORSO DA 10 ANNI A BENEVENTO CON COLLEGAMENTI A ROMA. Nel corso delle investigazioni numerose conversazioni intercettate consentivano di appurare, affermano gli investigatori, che «il sistema delittuoso di cui trattasi si protrae da molti anni nel territorio beneventano, almeno dieci, e che a Roma ulteriori pubblici ufficiali oltre a quello arrestato avrebbero ricevuto ingenti somme di denaro e utilità costituite da beni materiali come orologi per gli stessi motivi: sul punto è bene chiarire che trattasi non della stessa associazione per delinquere in contestazione, della cui operatività vi è evidenza a far inizio dal 2018, ma di compagni criminali diverse – con il coinvolgimento di altri pubblici ufficiali – delle quali gli arrestati erano intranei».

NELLE PERQUISIZIONI IN MATTINATA TROVATI RISCONTRI: TROVATO DENARO CONTANTE NASCOSTO IN ALCUNE ABITAZIONI. La Guardia di Finanza parla di scambi di denaro con numerosi soggetti, tutti allo stato indagati, per un importo totale di €373.500, oggetto di sequestro preventivo anche per equivalente. Le perquisizioni domiciliari effettuate in mattinata hanno fornito riscontri a quanto finora accertato e quanto evincibile dalle captazioni, si legge nella nota stampa. In particolare, nell’abitazione di residenza del Vice Prefetto, a Roma, veniva rinvenuta una somma in contanti pari ad euro 45.000,00 circa, nascosta sotto il battiscopa di un mobile della cucina; nel garage dell’abitazione del funzionario attualmente in servizio presso i Vigili del Fuoco di Benevento, sita a Benevento, veniva ritrovata la somma in contanti di euro 48.000,00 circa, mentre in un armadietto del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Benevento, all’interno di un armadietto senza nome, veniva sequestrato l’importo di euro 156.000,00 circa in contanti, celati in un borsone in cui era sovraimpresso il cognome dell’arrestato; ed ancora, nell’abitazione di uno dei figli del funzionario dei VV.FF. in pensione destinatario di misura cautelare in carcere veniva sequestrata la somma in contanti di euro 35.000,00 circa.

«ALCUNI CORRUTTORI COLLABORANO CON GLI INVESTIGATORI FORNENDO I SUPPORTI ELETTRONICI». I privati corruttori indagati, di ogni estrazione sociale, a fronte della possibilità di ottenere per sé o per un proprio congiunto un “posto fisso” nell’amministrazione statale non hanno mai manifestato disapprovazione, rispettando tutte le scadenze e gli accordi pattuiti con i funzionari dei VV.FF., compresa l’adozione di cautele nelle conversazioni telefoniche. Sono state eseguite circa 60 perquisizioni finalizzate al rinvenimento delle pen drive oggetto di scambio corruttivo nonché di materiale utile alle investigazioni. Allo stato, molti candidati o aspiranti tali, indagati nel procedimento in esame, avrebbero spontaneamente consegnato il supporto informatico contenente la banca dati delle prove preselettive. Allo stato sono iscritti 118 indagati, tra i quali altri appartenenti a forze di polizia e dei vigili del fuoco. Le indagini sono in corso per individuare ulteriori pubblici ufficiali corrotti e analoghi episodi delittuosi. Nei prossimi giorni si procederà all’interrogatorio di tutti i soggetti coinvolti, anche di quelli non raggiunti da misura cautelare.


LEGGI ANCHE:

Inquinamento di Sarno e Solofrana, 48 denunciati e 6 scarichi abusivi sequestrati

ARTICOLI CORRELATI