Protocolli per i pazienti Covid-19 in Irpinia, Cittadinanzattiva propone il modello di Salerno

Cittadinanzattiva Montefalcione - Tribunale per i Diritti del Malato della Bassa Irpinia propone l'adozione di nuovi Protocolli per la presa in carico dei pazienti di nuovo coronavirus e per l'accesso ai pronto soccorso. Ecco il testo

Con una lettera indirizzata al Direttore Generale dell’Asl Avellino, Maria Morgante, Cittadinanzattiva – Tribunale per i Diritti del Malato della Bassa Irpinia propone l’adozione di Protocolli per i pazienti Covid-19 in Irpinia. Per conoscenza, la lettera è stata inviata anche al Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Avellino. In sostanza, si chiede di creare «ad horas protocolli di percorso diagnostico terapeutico per la gestione dei pazienti Covid 19 e percorso/procedura standardizzata accesso P.S. in analogia a quelli già attuati dall’ASL di Salerno e pubblicati sul sito istituzionale». Ecco la lettera.


Proposta adozione Protocolli per la gestione dei pazienti Covid-19

Lettera di Angela Marcarelli | Coordinatrice AT Montefalcione Bassa Irpinia rete Tribunale Per i Diritti del Malato al Direttore Generale dell’Asl Avellino

Tamponi per l’esame del Covid-19 e kit per analisi del sangue sono al centro delle richieste regionali per rafforzare la capacità ospedaliera e sanitaria di contenere l’epidemia di coronavirus

Pregiatissimo Direttore Generale, nella comune convinzione che il suo delicato ruolo apicale dell’ASL di Avellino è senz’altro animato  dall’unico interesse, unitamente al Presidente dell’Ordine Professionale dei Medici ed a questo Tribunale Per i Diritti del Malato, a dare la migliora risposta al bisogno di cura dei cittadini, Le chiedo una tregua  rispetto ai suoi ricorrenti interventi  a mezzo stampa su chi nonostante tutto  esercita  un ruolo di sprono nella sua difficilissima e complessa missione. Ultimo riferimento al botta e risposta di ieri con il Presidente dell’Ordine dei Medici che legge per conoscenza riportato dai principali mezzi di informazione locali. Direttore, il cittadino vive perennemente nella  semplice   speranza  di trovarsi sempre di fronte ad operatori sanitari  formati ed informati  a cui affidarsi per le migliori cure in un clima di serenità e benessere per affrontare nelle migliori condizioni l’effetto curativo della diagnosi e conseguente terapia.

Gli uffici avellinesi dell’Asl in via degli Imbimbo

Lei come  datore di lavoro ha la  maggiore responsabilità, oltre che della sicurezza in generale, anche della garanzia della formazione  continua e  del benessere di tutto il personale  che deve necessariamente essere assicurata a tutti i livelli dei delicati livelli di  ambienti lavorativi. Tanto basta per evitare il più possibile pubblici distinguo o inviti a non  diffondere informazioni dell’ azienda ect essendo più efficace e doveroso perseguire  casi concreti di comportamenti  in violazione alle disposizioni  dell’Azienda in via del tutto riservata proprio per tutelare il buon nome delle stessa. Al contrario dei distinguo noi auspicheremmo che Lei prendesse in considerazione  ogni volta qualsiasi proposta proveniente da cittadini, sindacati, associazioni Consiglio dell’Ordine Professionale dei Medici e quant’altro che possa essere messa tra le priorità delle Sue valutazioni operative finalizzate a migliorare sempre di più  l’offerta dei servizi sanitari di cui siamo tutti destinatari. Del resto per lo stesso motivo Lei dovrebbe tenere  in debito conto  già il  nostro livello di soddisfacimento del servizio  sanitario offerto che tra l’altro è tenuto a sondare periodicamente anche con audit e/o quesiti  di pazienti e visitatori di cui deve tutelare l’anonimato. Nel merito della presente nota  ci preme sollecitare l’attenzione della S.V.  sulla proposta formulata  dal Presidente dell’Ordine dei medici   a Lei diretta e pubblicata, come detto prima, dai mezzi di informazione locali formulata al punto nr.5  recante testualmente: “attivazione di un sistema di presa in carico del paziente sospetto o accertato da Covid 19 al suo domicilio, fondato su una squadra di specialisti che si impegni, coordinandosi col medico di famiglia, in modo multidisciplinare per avviare una terapia precoce che in molti casi modifica in modo positivo l’autcome della malattia”.

Unità Speciali Continuità Assistenziale dell’Asl, guardie mediche per il Covid-19. Nella foto: l’unità di Grottaminarda

Direttore  questa proposta auspichiamo che venga approfondita, valutata e possibilmente messa subito in atto, oppure se già regolarizzata con provvedimenti interni, venga data ampia, chiara e semplice pubblicità sul sito ufficiale dell’ASL perché tutti dobbiamo avere piena conoscenza dei percorsi di diagnosi e terapia per le persone che vengono contagiate da virus covid 19 si dai primi sintomi percepiti a domicilio. A scanzo di equivoci dobbiamo sapere in modo semplice e comprensibile a tutti  i tempi certi della diagnosi e tutto ciò che ne consegue per le terapie perché il paziente ed i familiari non possono vivere un clima di incertezza rispetto ad una malattia che nel giro di due o tre settimane dai primi  sintomi, oltre a contagiare i familiari ed altre persone con l’inizio della  prossima fase 2 covid 19 , se trascurati con diagnosi intempestive o terapie non adeguate finiscono a miglior vita. Tanto basta per affrontare la problematica in modo documentato e documentabile e diffuso con la trasparenza  della pubblicazione del sito Aziendale e ancora meglio se contemplato con una carta di servizio dedicata nei minimi dettagli. Bisogna tener conto che questa iniziativa garantisce proprio tutti in presenza di responsabilità tanto più che siamo tutti legati da una corresponsabilità di sicurezza sanitaria sociale prima ancora che individuale.

Sanità territoriale e medicina di famiglia

Tenga conto Direttore che le continue scoperte sulla evoluzione della malattia da Covid 19 indurranno sempre di più a praticare terapie farmacologiche al domicilio del paziente già all’insorgenza dei primi sintomi che se non adeguatamente fatte possibilmente con protocolli terapeutici in continuo aggiornamento espongono i medici stessi e ovviamente l’Azienda a seri contenziosi per possibili casi di mala sanità. Quindi il primario obiettivo è senz’altro quello di diagnosticare  ai primi sintomi il contagio da virus covid 19 e quindi procedere alle terapie possibili e previste a domicilio ordinando senza indugio il ricovero in ps e tutto questo sara’ senz’’altro in capo al medico di medicina generale  anche se coadiuvato dai giovani medici delle  Costituite Unita Mobili Speciali e dal Servizio di Prevenzione.  I tempi di manovra sono brevi, come detto due o tre settimane dai primi sintomi, e questo  impone alla S.V., se non già fatto con chiare direttive interne che devono essere comunque divulgate a tutti, di creare ad horas protocolli di percorso diagnostico terapeutico per la gestione dei pazienti Covid 19 e percorso/procedura standardizzata accesso P.S. in analogia a quelli già attuati dall’ASL di Salerno e pubblicati sul sito istituzionale. Di seguito i link.



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