Sfida tra Rettori in Campania, via De Luca e Caldoro. Scenari

Il destino del Governatore in carica e del suo predecessore sembrano sempre più collegati nella difficile partita interna a Centrosinistra e Centrodestra. Orlando e Salvini pronti a lanciare il Ministro Gaetano Manfredi e Aurelio Tommasetti, mentre i Cinque Stelle non mollano su Sergio Costa

Rettori al posto di De Luca e Caldoro in Campania, suggestioni Pd e Lega. Nella foto, da sinistra: Gaetano Manfredi e Aurelio Tommasetti

Archiviare De Luca e Caldoro per una sfida tra Rettori in Campania, Gaetano Manfredi contro Aurelio Tommasetti. Le suggestioni di una parte del Pd e della Lega hanno accompagnato l’ennesimo week end olitico di passione nei due schieramenti. Contro i candidati ‘naturali’ crescono riserve e si rafforzano convergenze, anche se la partita in corso appare lontana dalla conclusione.

Il Vicesegretario nazionale del Pd, Andrea Orlando, accanto al commissario provinciale del partito ad Avellino, Aldo Cennamo

I GIOCHI NEL PD ROMANO. Nel Centrosinistra il Partito Democratico parte dalla indicazione di Vincenzo De Luca, non solo perchè il partito regionale lo ha ‘blindato’, ma anche perchè non ha una motivazione plausibile con l’elettorato per ammainarne la bandiera, soprattutto nei giorni drammatici di emergenza coronavirus. Valendosi di un sistema sanitario campano da pochi giorni non più commissariato, rilanciato da una gestione efficace della prevenzione e del contrasto alla diffusione del virus, il Governatore sta vedendo rafforzarsi la sua immagine di presidente sul territorio, nel momento più difficile per un Paese che invece perde certezze in zone un tempo ritenute modello di efficienza. Il suo partito ne fa un problema di scacchiere, quindi di politica. Come in altre regioni, dalle Marche alla Liguria, c’è il problema di trovare la sintesi con i Cinque Stelle sul piano delle alleanze. In Campania questo problema si amplifica a sinistra, dove occorre fare i conti anche con il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Ma c’è anche altro. Dietro il nodo di un difficile accordo tra partiti si intravede il calcolo di alcuni settori interni nella logica di giochi correntizi. C’è chi soffre a Roma e sui territori il carisma di un  governatore preponderante sulla coalizione in questi cinque anni, come lo è stato da sindaco a Salerno per decenni. In questo quadro, il vicesegretario Andrea Orlando ribadisce in tutte le occasioni che Vincenzo De Luca è il nome da cui parte il Pd nel confronto con gli alleati, lasciando intendere che potrebbe non essere quello d’arrivo. Nei giorni scorsi lo ha fatto anche nel suo dialogo con il capo politico pentastellato Vito Crimi, incontrato per sciogliere il nodo della candidatura in Liguria. Di fronte al risoluto sostegno dei 5s per l’opzione di Sergio Costa, messo sul tavolo dal riferimento regionale del movimento Valeria Ciarambino, il Vicesegretario dei Democratici avrebbe rilanciato un punto di mediazione che manterrebbe in capo al Pd la proposta di un candidato ‘civico’, quindi non espressione del partito, sacrificando il governatore per fare spazio all’attuale ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, apprezzato Rettore della Federico II di Napoli. Le ricostruzioni di stampa in questi giorni non dicono come Andrea Orlando e il Pd romano potrebbero indurre il Governatore in carica a lasciare volontariamente. Nè quanta parte del gruppo dirigente nazionale del partito sia persuaso di risolvere con una mediazione tra partiti la questione del candidato governatore, atteso che l’elettorato campano dal 2010 fino alle suppletive al Senato di pochi giorni fa ha mostrato una propensione a far saltare gli schemi elaborati ai tavoli. Certo, anche l’attuale Governatore della Campania sembra aver capito che la chance di una ricandidatura passa dalla necessità di cambiare registro politico, dopo un quinquennio nel quale ha lasciato pochissimo spazio di manovra ai suoi alleati. Nello scenario proporzionalista nazionale di oggi, come ha clamorosamente dimostrato la vittoria di Stefano Bonaccini in Emilia Romagna, senza il supporto dei partiti la Destra appare difficilmente arginabile, benchè anche in questo campo le difficoltà ci sono. C’è chi attende l’uscita di scena eventuale di De Luca per sbarazzarsi di uno Stefano Caldoro contrastato, magari per una inedita e comoda sfida tra Rettori in Campania.

Stefano Caldoro, Governatore della Campania tra il 2010 e il 2015

DE GIROLAMO O TOMMASETTI AL POSTO DI CALDORO. La Lega non sembra gradire la candidatura di un ex presidente della Campania politicamente identificabile con una stagione ormai archiviata del Centrodestra nel Mezzogiorno. Non convince sostenere una figura che viene giudicata troppo di apparato, sostenuta, peraltro, da molti dirigenti di ieri ma in una coalizione che nel Paese è incarnata da Lega e Fratelli d’Italia. Nelle ultime ore la presa di posizione di molti esponenti centristi ha confermato i problemi di tenuta per questa opzione, avversata anche dentro Forza italia, dove il dissenso è stato sanzionato con un riassetto dei vertici deciso sull’asse Roma Napoli. In questo scenario la Lega potrebbe rimettere in discussione gli equilibri, provando a indicare una alternativa civica di prestigio, sia pure scegliendo una figura che ormai è entrata nel suo perimetro, come il Rettore dell’Università di Salerno Aurelio Tommasetti, al momento avvantaggiato su una Nunzia De Girolamo, che pure è in campo, in una Benevento dove il Sindaco Clemente Mastella appare ormai irrimediabilmente perso dal Centrodestra attuale. Una sfida tra Rettori in Campania accontenterebbe molti nel gioco dei veti imcrociati e sposterebbe sulle coalizioni l’attenzione dell’elettorato, anzichè sui candidati.


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