«Denunciato perché vende cannabis light», l’Associazione Canapa Sativa Italia rettifica

La nota della associazione Canapa Sativa Italia: la cannabis light prodotta secondo le indicazioni della legge 242​ non è una droga. Il giovane denunciato a Serino nella sagra di paese è «un giovane agricoltore che presentava il suo nuovo progetto» che «può costituire un efficace deterrente al consumo di cannabis, attualmente fiorente e costantemente disponibile nel mercato illegale»

L’Associazione Canapa Sativa Italia, a proposito della notizia segnalata dai Carabinieri di Avellino e riportata dai media l’11 agosto 2019, interviene per rettificare le circostanze di una denuncia contro un giovane che vendeva canapa sativa nel corso di una sagra, con sequestro della merce eseguito dai militari. L’associazione «e gli esperti del settore ritengono che la ‘cannabis light’ non possa essere definita come sostanza stupefacente», spiegano in una nota, parlando di «politica proibizionista, di cui sono vittime persino i giudici e le forze dell’ordine, ​costretti a tutta questa inutile trafila da una normativa incompleta»​. La vicenda riguarda il sequestro da parte dei Carabinieri di Serino ad un 30enne del posto di 56 barattolini e 17 bustine sottovuoto, contenenti complessivamente circa 150 grammi di cannabis light. Spiegando che «le ​analisi erano già state fornite​ ma le autorità hanno proceduto ugualmente al sequestro», l’associazione auspica una soluzione positiva della vicenda («il caso si risolverà probabilmente con dissequestro e assoluzione, ​accertata dal CTU la non efficacia drogante», si legge nella nota), ma chiede la pubblicazione della propria versione, anche a beneficio dell’immagine della persona denunciata dai militari della Stazione di Serino. Va sottolineato che, come si evince dal comunicato della associazione pubblicato di seguito, il dissequestro non è ancora avvenuto, ma soprattutto va rimarcato che la notizia riportata dai media sull’episodio in questione si riferisce non al merito della liceità o meno della merce posta in vendita, ma sul fatto di cronaca, cioé alla denuncia di un giovane durante una sagra e al sequestro di ciò che aveva posto in vendita per le motivazioni indicate. L’azione dei Carabinieri è avvenuta in pubblico, sotto gli occhi dei presenti ed è stata comunicata ai media attraverso nota stampa quando nel locale contesto era già nota. Nel merito delle contestazioni non compete ai giornali entrare, ma registrare fatti e posizioni. Pertanto, di seguito, si propone la posizione espressa dalla associazione Canapa Sativa Italia, come da richiesta espressa. Quanto al merito, val la pena ricordare che sulla questione c’è un acceso dibattito nazionale (nel quale è intervenuta anche una recente sentenza della Cassazione a Sezioni Unite) che esula dal resoconto di un fatto di cronaca riferito nei suoi contenuti essenziali.


Sagra di paese, un giovane agricoltore presenta il suo nuovo progetto

di Mattia Cusani | Direttivo Canapa Sativa Italia
La sera del giorno 19/07 Il giovane menzionato dagli articoli vendeva Canapa Legale Certificata e Regolare. ​Le ffoo hanno proceduto a sequestro​, che secondo la nostra opinione è illegittimo, infatti le più recenti pronunce dei tribunali prevedono una precedente campionatura, importante rendersi conto che si tratta di​ un semplice controllo​ ​e non un arresto, non una condanna​. Non certo una conseguenza di un qualche tipo di illecito accertato. Definire quindi il contenuto delle confezioni “​ sostanza stupefacente​” in corso di indagini per giunta è un​ errore gravissimo, diffamatorio.​ ​Bisogna che sia chiaro che la cannabis light prodotta secondo le indicazioni della legge 242​ non è una droga,​ e non ha nulla a che fare con “lo spaccio o altre attività criminali” se non per il fatto che, al contrario, il fiore può costituire un efficace deterrente al consumo di cannabis, attualmente fiorente e costantemente disponibile nel mercato illegale. Il nostro Giovane Socio è un agricoltore esperto e onesto. “Ho deciso di coltivare la canapa perché è una pianta meravigliosa, mi consente di dare il meglio di me stesso e può consentirmi di guadagnare da vivere”​ ​il pomeriggio stesso si era recato in caserma a dichiarare l’attività che avrebbe svolto. Ha allegato tutta la documentazione che un’azienda agricola può fornire​ una documentazione assolutamente esaustiva molto più dettagliata e completa di quella richiesta dalla legge stessa. Mentre il caso si risolverà probabilmente con dissequestro e assoluzione, ​accertata dal CTU la non efficacia drogante, le notizie fuorvianti diffuse sul conto del giovane ragazzo fanno parte della memoria collettiva. Quello che ci preoccupa è che questo stesso evento​ è stato totalmente travisato dagli articoli proliferati in rete di cui si chiede puntualmente, uno per uno, la rettifica. Dai vari articoli si legge “​Sottoposte a sequestro di 56 barattolini e 17 bustine sottovuoto, contenenti complessivamente circa 150 grammi di ​sostanza stupefacente”​ L’associazione e gli esperti del settore ritengono che la “cannabis light” non possa essere definita come sostanza stupefacente quindi tale affermazione ci risulta estremamente fuorviante e pericolosa. ​In questo contesto tutti gli articoli sopracitati decidono di costruire un ​inesistente impianto accusatorio​ nei confronti del ragazzo che ha deciso di investire i propri soldi e il proprio sudore in un’attività legale, regolarmente tassata e ​nel proprio paese.​ Infatti la notizia ha leso l’immagine del giovane ragazzo​ anche senza aver fatto il suo nome a causa del piccolo paese in cui vive e della scarsa diffusione della coltivazione di canapa. Vogliamo ribadire che le ​analisi erano già state fornite​ ma le autorità hanno proceduto ugualmente al sequestro. ​ ​Doppie analisi, una squadra di Agenti e unico risultato dell’operazione: Creare disagi ad una sagra di paese e disturbare una lecita attività commerciale. ​ L​ ’operazione descritta dagli articoli infatti non è una “riuscita operazione di polizia” risulta invece essere l’ennesimo fallimento della politica proibizionista, di cui sono vittime persino i giudici e le forze dell’ordine ​costretti a tutta questa inutile trafila da una normativa incompleta​. Un’altro spreco di risorse e di tempo tutto italiano.​ Uno specchio per le allodole, con la corruzione che dilaga e la criminalità organizzata che prolifera.

 

 

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