«La privatizzazione di Alto Calore dietro le nomine all’Eic», affondo di Lucio Fierro, affondo di Lucio Fierro, già Presidente dell’Alto Calore Patrimonio, attraverso una lettera aperta indirizzata, tra gli altri, al Commissario del Pd, Aldo Cennamo. Al di là delle dichiarazioni e delle intenzioni dei singoli, afferma in sostanza Fierro, il vero rischio è la privatizzazione di Alto Calore.

Lucio Fierro

«Pur non avendo alcun ruolo istituzionale che legittimi il mio intervento, per onorare quello che, a torto o a ragione, ritengo essere stato un passato di battaglie tese a fare dell’Alto Calore una azienda al servizio dei cittadini e non un carrozzone per elargire prebende a scapito dell’utenza o riscuotere tangenti, ritengo doveroso intervenire rispetto ad una notizia appresa con ritardo. Profondo è lo sconcerto nel leggere della intesa, che ha partorito una lista “unitaria” per il governo del Distretto Calore Irpino dell’Ente Idrico Campano, tra le destre beneventana e irpina e la parte del PD che fa riferimento all’on.le Basso de Caro, con la complice distratta copertura  di ciò che resta del PD stesso», scrive Lucio Fierro, ex Presidente Alto Calore Patrimonio”. «Lo sconcerto è per la presenza in lista dell’ing. Oreste Montano», spiega. «Si tratta di un personaggio sempre e per lunghissimo tempo presente nelle vicende, in verità per gran parte poco nobili, del vecchio Alto Calore. Egli fu destituito, all’epoca, da Direttore, a seguito dello scandalo per le tangenti riscosse sugli appalti, storia la cui lontananza nel tempo ne ha, a quanto pare, determinato la cancellazione dalla memoria collettiva». Fierro ricorda che «patteggiò la pena». A commento di ciò, prosegue Fierro, «l’infedeltà del massimo dirigente dell’ente idrico oggi sembra essere del tutto irrilevante, se si ritiene che non esista neppure una discriminante morale che renda inopportuno affidargli oggi il destino dell’Alto Calore». Fierro punta l’indice contro la svelta politica. «Questo va a vergogna non tanto per l’interessato che non ha mai provato il pudore di starsene in disparte, ma sopratutto per un certo ceto politico immemore di come scelte scellerate di questo tipo veicolano un devastante messaggio». Per Fierro «questo è il segno ulteriore di quanto profondo sia il distacco di questo ceto politico, quasi ‘casta’ sorda al comune sentire dall’opinione pubblica che viene così buttata nelle braccia di un qualunquismo che ha già portato al disastro degli ultimi passaggi elettorali e che è parte non secondaria della legna che alimenta la montante richiesta di un solo uomo al comando», prosegue l’ex Presidente dell’Alto Calore Patrimonio. «Allo sconcerto si somma una preoccupazione molto seria», entra nel merito politico. «Essa nasce dalla intuibile base su cui si fonda l’indegno connubio del PD con la destra», puntualizza, citando Umberto Del Basso De Caro. «E’ difficile, infatti, immaginare di non essere di fronte alla riproposizione di una privatizzazione sotto il segno di un assorbimento dell’Alto Calore in Gesesa (azienda privata che gestisce la rete idrica beneventana), che fu già bloccata per il passato, e che essa, benché negata, non sia il collante vero dell’operazione». Se questo è, afferma Fierro: «a tutti coloro cui sta a cuore che l’acqua non cessi di essere bene comune e che non si ri-perpetui un asservimento degli strumenti di gestione idrici a lobby affaristiche, l’invito a riprendere con rinnovato impegno una battaglia che ha il consenso vero di stragrande parte del popolo irpino». La conclusione è un appello rivolto al Commissario irpino del PD, con «l’invito a dirci cosa ne pensi e, del caso, a muoversi proprio dalla riproposizione del binomio acqua pubblica \pubblica moralità, sapendo che incontrerà orecchie attente e disponibilità diffuse a stare in campo».

 

 

ARTICOLI CORRELATI