Progettazione e gestione della sicurezza degli eventi, il punto dell’associazione 4S

In vista dell'estate e delle manifestazioni in luoghi aperti, la presidente dell'associazione 4S – Safety, Security, Sustainability & Social Alessia Rizzo promuove un incontro tecnico sulla sicurezza degli eventi "oltre le circolari Gabrielli e Piantedosi, con analisi, Procedure e Case Study”, alla luce del fatto che sempre più spesso vengono annullate o rinviate proprio perché carenti nell’organizzazione dell’elemento fondamentale per una buona riuscita: la sicurezza

Più che positivo il bilancio che Alessia Rizzo, presidentessa dell’associazione 4S – Safety, Security, Sustainability & Social, ritiene raggiunto dall’incontro “Progettazione e Gestione della Safety & Security degli eventi. Oltre le circolari Gabrielli e Piantedosi. Analisi, Procedure e Case Study”, organizzato Giovedì 16 Maggio presso Palazzo Caracciolo, grazie al patrocinio della Provincia e al supporto dell’Ordine degli Architetti e dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati di Avellino. Un incontro già di per sé importante, che assume i contorni della necessarietà in vista dell’estate e delle tante manifestazioni in programma in luoghi aperti che, sempre più spesso, vengono annullate o rinviate proprio perché carenti nell’organizzazione dell’elemento fondamentale per una buona riuscita: la sicurezza.

«Abbiamo messo su un tavolo con i rappresentanti di tutti i settori coinvolti nella sicurezza degli eventi per fornire la più ampia panoramica possibile sul tema – commenta Rizzo – Speriamo che da questo e da altri momenti di riflessione vengano percepiti i giusti spunti. Ad esempio, l’importanza per i comuni di mettere in opera una pre-progettualità oppure di dotarsi di guide. Tutti strumenti che, in caso di eventi improvvisi – pensiamo a festeggiamenti per situazioni speciali – possono accelerare i tempi di organizzazione ed evitare di dire qualche no».

A Francesco Cutolo, vicequestore aggiunto della Questura di Avellino e dirigente Digos, è toccato il compito di introdurre la discussione: «Quando ci sono delle manifestazioni, soprattutto in luoghi aperti, c’è anche l’incontro-scontro di due diritti. Quello della libertà di riunione e manifestazione del pensiero, giustamente sanciti dalla nostra Costituzione, ma anche quello dei partecipanti (e non solo) di avere garantita la propria sicurezza. Non ci può essere un format preciso da applicare e non tutto dipende dall’operato delle Forze dell’Ordine, le variabili sono tante e diverse caso per caso. Ma con la collaborazione di tutti gli attori in gioco è possibile prevenire molti rischi. Bisogna impedire ad interessi di altra natura di non farci fare le cose per bene».

«Il confronto tra l’aspetto legale, quello amministrativo e quello tecnico è fondamentale – è il saluto del vicepresidente dell’Ordine provinciale degli Architetti, Vincenzo De Maio- e l’ultimo ci riguarda direttamente. Solo prestando estrema attenzione ai dettagli e facendo ognuno il proprio dovere si otterranno buon risultati». Non dimentica di fare gli onori di casa il presidente dell’ente di Palazzo Caracciolo, Domenico Biancardi, che ha affermato di essere «innanzitutto il sindaco di un paese, Avella, e in quanto tale sono il principale responsabile in caso un evento abbia conseguenze infauste e, spesso, sono anche considerato il nemico numero uno da chi non ottenga il permesso di organizzare qualcosa. Ecco perché spero che incontri come questo si tengano più spesso, e non solo tra i professionisti dei vari settori chiamati a lavorare nelle manifestazioni, ma anche con i tanti privati cittadini, singoli o volontari di associazioni, che sono spesso tra gli ideatori delle manifestazioni. Fondamentale è far capire che maggiore è l’importanza di un evento per il suo contesto e più ligi si deve essere alle regole».

Luigi Iglio, sostituto procuratore Tribunale di Avellino, ha sottolineato come «la norma è di per sè asciutta, si colora con gli elementi della fattispecie e quella che è configurabile come la “colpa” in un reato altro non è che il mancato rispetto delle norme cautelari di condotta. Un coordinamento che tenga conto di tutte le situazioni particolari è fondamentale, per questo motivo nella circolare Gabrielli si parla di concetti come sicurezza integrata” e “modello organizzativo”, anche perché sono tante le aziende coinvolte ad operare quando si parla di eventi e bisogna avere tutti lo stesso obiettivo. Se montiamo un palco perfettamente a norma in un terreno franoso, aver garantito la prima condizione è inutile».

Francesco Caputo, assegnista di ricerca del Dipartimento di Farmacia dell’Unisa, ha ribadito l’importanza di un modello di progettualità che sappia leggere il contesto e, in quest’ottica, «non si può non tenere conto della sostenibilità. Parlare di evento singolo non funziona più, bisogna ragionare in ottica di network, di “massa sinergica”, per splittare i costi. Allo stesso modo, sono necessarie capacità organizzative trasversali: un soggetto coinvolto non può più essere meramente operatore, ma deve configurarsi come gestore e non perché lo dice la legge, ma perché è direttamente coinvolto». Ermanno di Nuzzo, avvocato e Magistrato Onorario del Tribunale di Nocera Inferiore, ha evidenziato alla platea quanto «l’argomento che stiamo affrontando è ancora “vivo”, la legislazione in materia non è precisa. In questo panorama le circolari Gabrielli e Piantedosi sono degli utili riferimenti, perché chiariscono, ad esempio, che il sindaco ha compiti di verifica e controllo dei dirigenti e che un’omissione lo rende imputabile, anche in caso sua assenza fisica. Per limitare al minimo la configurazione di un reato, oltre che reali danni, bisogna applicare tutte le possibili precauzioni individuate rispetto ai casi ordinari».

A portare il contributo di chi opera “sul campo” della sicurezza nei pubblici eventi è Gerardo Rizzo, ingegnere e direttore tecnico della Omnia Service srl che, in qualità di responsabile Safety e Security, tra le altre, della manifestazione Luci D’Artista, ha sottolineato come «In passato la sicurezza era percepita come qualcosa di cui dovessero occuparsi sono le Forze dell’Ordine. Gabrielli ha scoperchiato questa ipocrita pentola e messo tutti gli attori coinvolti di fronte alle proprie responsabilità, facendo capire l’importanza di progettare per bene, non di “copincollare” per accontentare la burocrazia, e di applicare quanto deciso. Bisogna avere il coraggio di non far avvenire un evento quando non sussistono le condizioni. Un progetto va costruito passo dopo passo, con le specificità date dal singolo caso. Qualcuno si lamenta dei costi della sicurezza ma, per fare un esempio, il coordinatore, figura introdotta dalla circolare, si occupa della sicurezza del cantiere (quando ci sono palchi o giostre da montare), dei lavoratori, degli alimenti, delle persone che fruiranno dell’evento: la posta in gioco è troppo grande. Tale costo, sostenuto una volta per il progetto, non si avrà più in egual misura, si potrà solo migliorare».

A concludere i lavori è Raffaele Tecce, avvocato e presidente provinciale AIGA: «Allo stato attuale le norme ci sono, ma vanno attualizzate. Le circolari tentano di farlo, accendendo i riflettori sull’importanza di un modello di sicurezza preesistente, da implementare con le problematiche dell’evento specifico, aspetto che consente anche, nel lungo periodo, di ridurre i costi senza rinunciare alla prevenzione dei rischi. La sicurezza ha molto a che vedere con la cultura di un paese, oltre che con le norme. Per questo è fondamentale investire nella formazione, fin dall’età scolare, perché se non introiettiamo delle buone pratiche tutte le leggi possibili non ci faranno sentire più sicuri. La strada tracciata da momenti di confronto come quello di oggi è quella giusta».

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