LIBRI. Il classico: Demian di Hermann Hesse

Il protagonista vive in bilico tra due mondi distinti: la casa paterna, caratterizzata dall’amore e dal rispetto, in cui le regole fondamentali erano la pulizia e la vita ordinata e un altro mondo, denso di buio, di disagio, quasi un senso di sporco e di elementi negativi. Fuori il mondo violento, protetto tuttavia dalla presenza dei genitori; egli è attratto dalla realtà di fuori, da quel mondo proibito

di Ilde Rampino. DEMIAN di Hermann Hesse è una vicenda che è il simbolo di un viaggio, un percorso interiore alla ricerca di qualcosa di fondamentale, con la convinzione che la via di ogni uomo è la via verso se stesso. Il protagonista vive in bilico tra due mondi distinti: la casa paterna, caratterizzata dall’amore e dal rispetto, in cui le regole fondamentali erano la pulizia e la vita ordinata e un altro mondo, denso di buio, di disagio, quasi un senso di sporco e di elementi negativi. Fuori il mondo violento, protetto tuttavia dalla presenza dei genitori; egli è attratto dalla realtà di fuori, da quel mondo proibito, perché è più interessante, anche se il suo animo è tormentato dal contatto col male, attraverso ore di pentimento e spesso si sente travolto dalla rabbia.

L’incontro con un ragazzo, Franz, che vuole prevalere e comandare sugli altri lo attira in una spirale di mistero e violenza repressa. Il racconto di una storia inventata è il modo per ottenere la sua considerazione: lo sguardo cattivo del ragazzo gli fa paura, perchè lo vuole denunciare e lo ricatta, chiedendogli soldi. Egli si sente cacciato ed escluso da quel mondo di serenità, che la presenza della sua famiglia aveva costruito intorno a lui, perché si rende conto che la sua strada conduce alle tenebre: si sente in colpa, ma allo stesso tempo avverte in sé una sorta di orgoglio nell’ essere diverso, nel veder crescere ”le sue nuove radici” in un terreno sporco e malvagio. Il suo contatto, anche a distanza, con il suo nemico dall’occhio malvagio, che lo tiene avvinto a lui, attraverso un fischio che lo rendeva schiavo, lo spinge a rubare, anche se pochi soldi. L’ arrivo di un nuovo scolaro, Demian trasforma improvvisamente il mondo attorno a lui: la sua personalità particolare, la potenza incredibile del suo sguardo assume un carattere superiore agli altri, che evoca la nostalgia di un paradiso perduto.

“Bisogna liberarsi dalle proprie paure”: le parole di Demian riescono a dargli sicurezza, lo liberano dalla rete in cui Franz lo ha rinchiuso, ma egli non gli è abbastanza grato: ormai salvo, ritorna al suo paradiso perduto, confessa e torna ad essere il figlio modello. Ha perso un’occasione importante: Demian avrebbe potuto renderlo più indipendente, perché affermava la presenza di un istinto primordiale. L’aura particolare di Demian nasceva dalla sua vita circondata da mistero, che nasceva dalla forte volontà che ti costringe ad agire. Il loro rapporto è denso anche di discussioni politiche e spirituali, soprattutto la sua fede viene intaccata per ciò che concerne alcuni dogmi religiosi. Le lezioni di catechesi, frequentate assieme, instillano dei profondi dubbi in lui, nonostante Demian affermi la presenza del bene ma anche del male, in modo determinato, ma diventando quasi marmoreo e irraggiungibile. Il protagonista comincia a perdere tutte le certezze: la sua fanciullezza crolla in un cumulo di macerie e si ritira nella solitudine.

La sua prima sbornia è un modo per dimostrare di sentirsi grande, poi comincia a bere per solitudine, finchè l’incontro con una ragazza lo redime. Si crea un percorso interiore di purezza, che si esprime nel momento in cui egli dipinge inconsapevolmente il viso di Demian, nonostante non lo veda da tempo. In realtà egli ritorna nella sua vita attraverso un’immagine, ma in realtà essa era “il suono e il ritmo del suo destino”.
Molto suggestivo è il simbolo dello stemma e del ritratto che si intersecano e diventano una cosa sola, mentre vi è una sorta di commistione tra il divino e il diabolico, che crea una profonda tempesta interiore.

L’incontro casuale con l’organista Pistorius, con la musica che lo attrae, perché “è poco morale” gli insegna a seguire la voce interiore e ad abbandonarsi,non vietando ciò che la propria anima desidera. Avviene qualcosa di assolutamente incredibile: il ritratto che ha i lineamenti del suo destino in cui varie facce si intersecano si trasforma in un’ immagine di donna e si rende conto di andare incontro al suo destino, essendo arrivato ad una meta. Egli, Demian e sua madre rappresentavano un’isola e una possibilità di vita, perché possedevano un ”marchio” e l’aspirazione verso un’umanità nuova, diversa dalla massa. L’insegnamento è che ”l’amore deve diventare certezza dentro di sé e il fiume del mondo passa attraverso il proprio cuore”. Alla fine la guerra li separa, ma Demian resterà sempre in lui, come un monito indimenticabile, rendendolo migliore.

 

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