Senerchia scompare nell’indifferenza delle istituzioni. Lettera di un consigliere

«Perso il 20,5 per cento dei residenti dal 2011, il rischio è veder cancellato il paese entro il prossimo decennio».

«Senerchia scompare nell’indifferenza delle istituzioni». Con una lettera aperta il consigliere comunale Claudio Mazzone denuncia il rischio di veder cancellato il paese entro dieci anni, avendo perso già il 20,5 per cento dei residenti negli ultimi otto anni. Di seguito il testo integrale della missiva e alcuni dati sulla Riserva naturalistica, l’Oasi della Caccia. Il sito rappresenta una meta del turismo naturalistico celebrata in Italia, ma non adeguamento conosciuta per alimentare una industria del turismo in grado di contrastare la tendenza allo spopolamento, che per Mazzone va imputato alla mancanza di servizi e lavoro.


I dati dello spopolamento: dal 2011 abbiamo perso il 20,5% dei residenti, entro 10 anni Senerchia svanirà

di Claudio Mazzone*

La nostra comunità sta scomparendo nell’indifferenza delle istituzioni.

I dati demografici oggi ci consegnano un quadro drammatico. La popolazione del nostro comune è infatti diminuita del 20,5% rispetto al 2011. Il che significa che nel giro di un decennio rischiamo di scomparire, di polverizzarci come comunità prima ancora che come luogo.

Davanti a questa tragedia annunciata le istituzioni, a partire da quelle locali, sembrano rassegnate come se ci trovassimo davanti ad una calamità naturale che non può essere arrestata.

Ma lo spopolamento è un effetto di cause politiche, amministrative e .culturali.

Senerchia, ad esempio, vive una situazione amministrativa che vede l’azione comunale piegata a logiche vecchie, clientelari e proiettate a riprodurre gli errori che ci hanno condotti a questa drammatica situazione.

Se la popolazione viene decimata di giorno in giorno è perché la nostra comunità, come tutte quelle delle zone interne, è stata sottoposta ad una continua sottrazione. Sottrazione di servizi, di risorse, di cultura, di persone, di cervelli. Alla sottrazione va opposta con intelligenza una politica locale forte ed autorevole che possa incidere sulle dinamiche di scale più vasta per invertire il trend attraverso un cambio radicale della gestione delle politiche dello sviluppo.

Vivere a Senerchia oggi è difficile. Significa mandare i propri figli in una scuola con un’unica pluriclasse, in una struttura pericolosa e vecchia. Eppure nel nostro comune era stato costruito, ben 8 anni fa, un plesso scolastico all’avanguardia che poteva diventare la cittadella scolastica dei comuni limitrofi e ridare un ruolo al nostro paese. Purtroppo però per una scelta tutta legata a miopi beghe paesane, l’amministrazione ha preferito non utilizzare il nuovo plesso e mandare i bambini in una scuola che con delibera di giunta gli stessi attori hanno definito insicura e pericolante tanto da deciderne l’abbattimento. Quindi oltre alla sottrazione dall’alto la nostra comunità vive una sottrazione dal basso, dal locale, in piena ottica glocal.

Ma a Senerchia è diventato difficile anche morire. Con un cimitero comunale che versa in una condizione di abbandono e degrado. Non c’è più neanche il parroco, lo sostituisce il vescovo che dà disponibilità solo in certi orari della giornata per i funerali e le funzioni di rito.

Una frana minaccia l’intero abitato e se la Regione Campania tra Caldoro e De Luca ha anche stanziato e recuperato ben 6 milioni di euro di fondi europei, i lavori, già partiti in ritardo, sono bloccati. Quindi anche quando altre istituzioni agiscono con elargizioni il risultato finale è sempre una sottrazione.

Esempio paradigmatico dell’incapacità e delle classi dirigenti locali, sia nuove che vecchie è il Progetto Pilota. Un percorso sperimentale attraverso il quale iniziare a rompere l’isolamento dei campanili e mettere insieme i servizi di 25 comuni. Un progetto che doveva essere una sperimentazione di pratiche si è trasformato nell’ennesimo sogno infranto sul muro dell’incapacità a guardare oltre il proprio naso. E infatti il progetto è stato trasformato in un luogo di divisione, di spartizione, di lotta e di poltrone che ha generato l’ennesima sottrazione per le nostre comunità e ha vanificato ogni speranza.

Le nostre comunità vivono dunque una sottrazione continua di idee, di speranze, di fondi, di persone, di cervelli, di sogni.

Sottrazione dopo sottrazione se nulla si aggiunge prima o poi si arriva a zero.

Forse si può ancora invertire il processo di spopolamento, c’è ancora la speranza di ridare un presente prima ancora che un futuro alle nostre comunità, puntando sulle potenzialità e sulle possibilità che mette a disposizione la globalizzazione, puntando sulle nuove tecnologie e sulle nuove pratiche di gover

È come se i nostri paesi siano in uno di quei film nei quali si rivive sempre la stessa giornata. Viviamo sempre lo stesso fallimento, quello dei progetti di sviluppo, ascoltiamo le stesse promesse, fatte dagli stessi attori di sempre.

(*): Consigliere Comunale di opposizione di Senerchia. Componente della Segreteria Provinciale del Partito Democratico


OASI DELLA CACCIA, A SENERCHIA UNA GEMMA DEL MEZZOGIORNO

La scheda del sito Oasi della Caccia.

La Riserva Naturale e Oasi Valle della Caccia di Senerchia è stata istituita dal Comune di Senerchia il 15 luglio 1992 ed inaugurata il 23 maggio del 1993. Si estende su 450 ettari del territorio comunale e rientra nel Parco regionale dei Monti Picentini che, istituito nel 1993, costituisce con i suoi 63.000 ettari, il più grande dei parchi regionali della Campania e uno dei più importanti bacini idrici del Mezzogiorno.

Nel 1998 l’oasi è stata interessata dal Progetto Europeo “Life Natura” e successivamente riconosciuta Sito di Interesse Comunitario (SIC IT8050052) e Zona di Protezione Speciale (ZPS IT8040021).
Sulle rupi e nelle boscaglie, da 600 a 1600 m. vive il pino nero (Pinus nigra Arnold), sotto forma di stazione relitta e con caratteristiche simili alla varietà di Villetta Barrea nel Parco nazionale d’Abruzzo.

L’ Oasi Valle della Caccia di Senerchia è stata gemellata, il 5 maggio 1996, con Villetta Barrea, comune del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Percorrendo i “sentieri natura” che si snodano lungo il torrente Acquabianca si entra nel regno del merlo acquaiuolo, della trota fario, dell’usignolo di fiume, dell’Erica terminalis, dei lilium, delle orchidee vivacemente colorate e del raro Pino nero.

Gheppi, poiane e rari lanari, volteggiano in un ambiente generoso e quasi surreale in un’area integra da millenni, costellata di grotte tutte da esplorare.

Ammirando i giochi di luci ed ombre della “grotta del muschio”, si gode di uno spettacolo naturale unico e straordinario che culmina nel fragore dell’acqua cristallina della cascata che scende giù, tra poderosi alberi, in una spaccatura del monte, dalle pendici di una roccia sfagliata e levigata dalla forza pulsante dell’acqua.

Di seguito due filmati pubblicati dal sito dell’Oasi.


 

 

 

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