La guida escursionistica Vienna Cammarota fa tappa a Sant’Andrea di Conza

La guida escursionistica ambientale 69enne giunge a Sant'Andrea di Conza per raccontare uno dei borghi dell'Italia interna. Accolta in un paesaggio innevato, l'escursionista ha rilevato l'abbandono e lo spopolamento come prima criticità, e quindi l'assenza di servizi in Alta Irpinia. Il tour intanto, è stato documentato dall'Associazione Nazionale dei Geologi

La guida ambientale escursionistica di 69 anni in viaggio a piedi per raccontare i borghi dell’Italia interna è in queste ore a Sant’Andrea di Conza. “Sto per entrare in Basilicata” racconta nel suo diario di bordo. “I borghi del salernitano sono attrezzati per il Turismo Ambientale. In Irpinia, almeno in questa parte attraversata in queste ore, non ho trovato servizi. Le domande che la gente mi pone sono: “Cosa potrà mai fare un giovane appena laureato? Ed i collegamenti?”.

Bloccata dalla neve, Cammarota cerca di proseguire il suo cammino verso i borghi della Lucania, con l’arrivo a Pescopagano in serata. Scopo del cammino della guida escursionista, quello di raccontare la meraviglia dell’Italia nascosta, quella dei piccoli borghi, spesso definita “Italia minore”, ma che minore non è.

“Sto trovando proprio in questi piccoli borghi, monumenti, centri storici, opere d’arte come statue e piazze anche del ‘700 ed ancora parchi davvero unici e da vedere” spiega Cammarota. “Ma ho notato che mentre i borghi del salernitano hanno un minimo di servizi di accoglienza per pernottare, nei borghi dell’Irpinia, almeno in questa parte alta della provincia, i servizi mancano. Parlo di quell’Irpinia che purtroppo ha sofferto non poco la fase del dopo terremoto. Qui i borghi hanno tutti lo stesso male, si spopolano. A detta di tutti si spopolano perché non hanno i servizi”.

Il tema dei collegamenti e della sostenibilità è la prima criticità rilevata. “Davvero siamo ancora nella terra raccontata da Carlo Levi? Pare somigliare tanto al gatto che si morde la coda: c’è diminuzione di popolazione e quindi si tolgono i servizi, non c’è lavoro e i giovani vanno via. Ognuno cerca la chiave perduta nell’unico raggio di luce di un lampione. Victor Hugo ha scritto: “fate come gli alberi:cambiate le foglie, ma conservate le radici. Quindi, cambiate le vostre idee, ma conservate i vostri principi”.

“A Sant’Andrea sono stata accolta con calore presso un panificio” continua- “mentre fuori fa tanto freddo e c’è neve. Sant’Andrea di Conza conta solo 1461 abitanti ed è Medaglia d’Oro al merito civile. Le radici di Sant’Andrea di Conza affondano nel primo medioevo allorquando il Conte Gionata di Balvano, nel 1161 donò la chiesa e il territorio del casale, con tutti i suoi abitanti, alla Mensa arcivescovile di Conza, di cui Sant’Andrea divenne feudo. Piccolo borgo, pochi abitanti ma non mancano i monumenti e le opere. Il Centro Storico medievale, il Monumento ai Caduti, L’Episcopio, sede del Municipio – complesso architettonico del ‘ 500 nato come edificio vescovile restaurato dopo il terremoto del 1980, il Convento di Santa Maria della Consolazione, la Chiesa neoclassica di S.Michele che custodisce un bel coro ligneo e tele del Miglionico, la Chiesa Madre di San Domenico, risalente al Settecento con una pregiata statua lignea del Beato Stefano Seno, l’Arco della Terra del 1753, La Chiesa del Purgatorio, la Fontana in Piazza Umberto I, l’ex Fornace, raro esempio di archeologia industriale.

Il Mulino ad acqua risalente al Settecento, la fonte. Mi hanno riferito, le persone incontrate che oggi l’economia si basa sull’agricoltura con coltivazione dell’olio di oliva e della cerealicoltura, ma anche sull’artigianato tradizionale, basato sulla lavorazione artistica della pietra e del ferro” conclude.

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