“Una società antispecista”, conferenza al Circolo della Stampa di Avellino

Venerdì 1 marzo alle ore 17 conferenza sulla violenza di genere indetta dall’associazione animalista 'In ricordo di Lacuna', dal titolo «Diritti di tutti: verso l’affermazione di una società antispecista»

Presso il Circolo della stampa di Avellino venerdì 1 marzo conferenza sulla violenza di genere indetta dall’associazione animalista ‘In ricordo di Lacuna’, dal titolo «Diritti di tutti: verso l’affermazione di una società antispecista».

«L’argomento degli abusi verso il sesso femminile e dei maltrattamenti sugli animali è sempre stato un tema molto delicato e allarmante. Si tratta un argomento abbastanza difficile da trattare, con mille e più cose da affrontare, da ricordare, da ribadire», scrivono i promotori. Al Circolo della Stampa l’argomento verrà affrontato da professionisti quali Paolo Bernini, Paola Contursi, Massimo Mingarelli e Michela Mancusi.

«Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, e a tutti i ceti economici». Basta guardare ai dati statistici, si legge. «Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita». E, in questo contesto, il rischio maggiore sono i familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici: vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro o di studio».

Inoltre «le donne sono esposte nei luoghi pubblici e sul posto di lavoro a molestie sessuali e a ricatti sessuali. In molti paesi le ragazze giovani sono vittime di matrimoni coatti e vengono indotte alla prostituzione forzata e/o sono vittime di tratta».

Ancora, «ci sono le violenze più eclatanti come le mutilazioni genitali femminili, l’uso dell’acido per sfigurare, lo stupro di guerra ed etnico». Nelle società qualcosa si può fare, sul piano della prevenzione, sensibilizzando, in particolare le nuove generazioni, al problema ed educando fin da bambini al rispetto degli animali e delle persone. Grande vigilanza deve poi essere prestata nelle scuole al fenomeno del bullismo.

«Si è trovata infatti una correlazione positiva tra bullismo in età precoce e sviluppo di comportamenti violenti in età adulta. Alle donne vittime di violenze, inoltre, va poi assicurata assistenza e sostegno, vanno ascoltate, consigliate, vanno loro offerti consulenza giuridica e un alloggio qualora ne abbiano bisogno, vanno incoraggiate all’autonomia e a inserirsi nel mondo del lavoro. Chi si rende colpevole di violenza va punito severamente. E talvolta, in un secondo momento, qualora ne esistano le premesse, va cercata una sua riabilitazione tramite una terapia psicologica appropriata. A volte, anche con i mostri sono possibili i miracoli».

 

 

 

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