«Diamo forma ad Avellino», assemblea programmatica dell’Associazione ‘Si può’

L’associazione politico-culturale “Si può” ha organizzato un’assemblea pubblica sulla città per mercoledì 16 gennaio presso il Circolo della Stampa di Avellino. L'obiettivo redigere un programma partecipato per «dare forma al futuro del Capoluogo»

Come avevano annunciato il 4 dicembre scorso nel corso di una conferenza stampa ad Avellino, i dirigenti della Associazione ‘Si può’ promuovono una assemblea per delineare un programma di rilancio di Avellino.

L’associazione politico-culturale “Si può” ha organizzato un’assemblea pubblica sulla città che si terrà mercoledì 16 gennaio alle ore 18 presso il Circolo della Stampa di Avellino, fanno sapere in una nota. «Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone» è lo slogan dell’iniziativa. Parole che esprimono il dissenso per le scelte compiute fin qui da chi ha avuto la responsabilità amministrativa e politica al Comune di Avellino. Si afferma la volontà di favorire la più ampia partecipazione popolare alla discussione.

«È nostro dovere praticare la partecipazione, non solo annunciarla come fanno tutti», aveva spiegato Nadia Arace nella conferenza stampa, promuovendo l’iniziativa della consultazione. Quella che inizia oggi è una fase di ascolto del territorio, «per poi tradurre le istanze in un progetto politico insieme alle forze politiche a noi più vicine», aveva aggiunto. «L’ambito nel quale intendiamo muoverci è quello dei bisogni diffusi, avanzando proposte sulla scuola, sui servizi, sull’acqua pubblica».

“Si può” intende quindi definire una piattaforma politica partecipata prima di verificare possibili convergenze con altre forze politiche o soggetti più o meno civici.

Il manifesto proposto dall’Associazione Si può per l’Assemblea pubblica sul programma per il futuro di Avellino

«Vogliamo dare forma e sostanza alle richieste di rinnovamento della politica che vengono dai cittadini, al di là del cialtronismo dei Cinque Stelle», aveva spiegato Nadia Arace, consigliere uscente al Comune di Avellino, annunciando a dicembre la strada della consultazione popolare. L’obiettivo è definire nei contenuti un progetto per Avellino, prima di aprire eventualmente sin dialogo, che si ritiene non debba scaturire da una sommatoria di sigle, ma da intenti comuni di rinnovamento. «Non è immaginabile un contenitore che tenga dentro indifferentemente posizioni politiche inconciliabili», perché «sarebbe la risposta alla grande confusione che si registra in questo momento», aveva spiegato. «Non vogliamo costruire una riserva indiana, ma essere coerenti con le nostre storie e le nostre matrici culturali. Apriremo il confronto con le realtà sociali della città, per costruire politiche popolari, che siano in grado di fornire risposte alle esigenze della comunità», aveva concluso nella sua conferenza stampa Nadia Arace. Resta la chiusura al Movimento Cinque Stelle, ampiamente argomentato nelle scorse settimane. Quella del Sindaco Ciampi «è stata un’esperienza fallimentare. Il sindaco si è protetto dal rischio di governare, avendo come unico scopo tessere una campagna propagandistica. Il nostro atteggiamento non è stato pregiudiziale. Ma dall’altra parte è mancata la volontà e la capacità di avviare un confronto sulle cose da fare per la città. Altro che cambiamento. Hanno fatto peggio di quelli di prima».

 

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