Conza, serata di beneficenza il 4 gennaio

Sarà devoluto in beneficenza il ricavato della manifestazione estiva "AugustFest 2018" promosso dai giovani del paese. Iniziativa in collaborazione con la Pro Loco Compsa e l'Associazione Giada

A Conza della Campania serata di beneficenza il 4 gennaio alle ore 20.30 presso l’Aula Consiliare di Conza. Sarà devoluto in beneficenza il ricavato della manifestazione estiva “AugustFest 2018” promosso dai giovani di Conza.

“Sono loro ad aver deciso di voler offrire una solidarietà che supera le barriere della solitudine!”, scrivono in una nota dalla Pro Loco Compsa. Al termine della serata verranno donati dei giochi acquistati dai ragazzi per i bambini della Scuola Materna di Conza.

L’Iniziativa è stata realizzata con la collaborazione dell’Associazione di volontariato genitori di bambini disabili “GIADA” e della Pro Loco Compsa, promosso dai giovani di Conza, già organizzatori dell’Augustfest tenutosi proprio a Conza della Campania nei giorni dell’11 e 12 agosto.

Si ringraziano gli sponsor e le attività commerciali che non i loro contributi hanno reso possibile questo progetto; la cittadinanza tutta, che già aveva risposto calorosamente all’evento tenutosi in agosto, che oggi invitiamo nuovamente a partecipare; e un ringraziamento speciale a tutti ragazzi di Conza che hanno contribuito all’organizzazione dell’evento dedicando un po’ del loro tempo a scopi così meritevoli di riconoscimento.

IL PROGETTO. In questo mondo troppo materialista, la parola beneficenza è spesso legata ad una solidarietà fatta di donazioni in contanti o di oggetti materiali. Diventa sempre più raro cercare una solidarietà che sia prima di tutto morale e che funga da supporto a chi soffre e a chi ogni giorno combatte contro le barriere che la società impone. Per solidarietà morale si intende la volontà di un singolo o di un gruppo di persone che cercano di far evadere tutti coloro che sono sofferenti. In che modo è possibile fare ciò? Non elargendo ingenti somme di denaro, non donando vestiti e scarpe che non ci servono più, bensì provando a creare dei momenti ludici in cui chi soffre può sorridere, può divertirsi e soprattutto smette per un lasso di tempo determinato di pensare alle barriere, alle malattie e ai deficit fisici e psicologici di cui si è afflitti.

 

 

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