Il presepe del video progetto patrocinato da Unicef e Casa Circondariale di Bellizzi ad AvellinoTI RACCONTO IL NATALE | Unicef

Il Comitato Unicef Avellino con la Casa Circondariale “Antimo Graziano” di Bellizzi di Avellino, con la Sezione Femminile, hanno patrocinato la realizzazione di una videoperformance “Ti Racconto il Natale” tratta dall’interessante testo anonimo che gira nel web “Il Natale come sarebbe oggi raccontato da giornalisti e Magistrati” Il testo recitato dalle signore ospiti della Casa Circondariale, è stato liberamente riadattato dalla Professoressa Amalia Benevento. L’idea nasce come evoluzione del Progetto Pigotta, insieme ai volontari Unicef e alla responsabile del Progetto Pigotta Genevieve Azzurra Testa. Il 20 dicembre il video del progetto è stato proiettato presso la Sala Ripa del Carcere Borbonico nel programma L’altro Natale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo di Avellino. La Pigotta Gesù Bambino “veste Caritas”, grazie appunto alla Sartoria Sacra Caritas di Avellino. La regia del progetto è stata affidata alla fotografa Antonia Di Nardo, che ha reso il racconto già ironico e pungente nell’intento originale dell’autore anonimo, divertente e nello stesso tempo riflessivo. Un’emettente televisiva “Televoci di dentro” dà la lettura di un’ansa in cui i personaggi del presepe si trasformano tutti in umanità ai limiti della legalità, o fragili ed esposti a rischi. Il bambino nasce in condizioni igieniche precarie richiedendo l’intervento immediato degli assistenti sociali. Giuseppe è un falegname precario.

I re Magi sono trasformati in profughi (che approdano a Betlemme con un materassino azzurro). Probabilmente sotto l’effetto di allucinogeni, dicono di aver seguito una stella su indicazione di un uomo con una veste bianca e delle ali sulla schiena. Questo il quadro che sarebbe oggi raccontato da certo giornalismo sensazionalista e avallato dal clima di paura dell’altro che forse, renderebbe anche una favola, magica come il Natale, (o “stupefacente”, come viene definita da una delle detenute dell’Antimo Graziano), qualcosa da guardare con sospetto. Ma tra le righe in realtà in tanta ironia si può leggere come una delle ragioni cruciali della violenza, della paura dell’altro nasca dalla mancanza di “educazione sentimentale” che avviene da millenni grazie al tramandarsi delle storie, come possono insegnarci testi come la Bibbia, l’Odissea e i grandi romanzi contemporanei. Oltre al tutto il personale della Casa Circondariale della Antimo Graziano, all’educatrice Gloria Rigione, vanno ringraziati per il loro contributo tutti i volontari spontanei che hanno aiutato la realizzazione dei costumi del Progetto, Enza Marrano, Yvonne Ragosa ed Antonio Perrotta. Costumi e scenografia minimalista sono stati ispirati al Programma televisivo rai della fine degli anni ’70, NON STOP, (da cui si diffuse al grande schermo appunto il famoso sketch “Annunciazione, annunciazione”, di Massimo Troisi e Lello Arena), dallo stesso la resa ironica e naif. Le detenute indossano tutte delle maschere bianche e gli accessori di scena, ottenuti con riciclaggio di cartone e plastica ha però nel complesso, a tratti, un effetto surrealista tipico della produzione della Di Nardo degli ultimi anni. La videoperformance si conclude con il coro delle Clementine: tutte le partecipanti indossano un cerchietto con dei mandarini, intonando la canzone “Made in Betlemme”, riadattamento di Amalia Benevento al testo della canzone del rapper Clementino “Made in Napoli”. Ed è proprio Clementino che fa il regalo più inatteso alle detenute partecipanti al progetto, con un video messaggio in cui canta le stesse note del coro delle Clementine, annunciandole. Il video inizia invece con un messaggio di pace con due bambine, una di origine sudamericana ed una vietnamita, le piccole Veronica e Benedetta Diem Guerriero che cullano una Pigotta Gesù bambino dalla pelle scura. La voce Ansa fuori campo è dell’attrice Marina Parrilli.

 

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