Strage del bus, la difesa chiede la assoluzione per l’ad di Autostrade Castellucci

Nell'ultima udienza dell'anno del processo in corso ad Avellino l'avvocato Paola Severino ha tentato di rovesciare la tesi dell'accusa sul suo assistito. «Il manager non ha tra le sue funzioni controllo e verifiche di dettaglio sui sistemi di sicurezza che riguardano una rete di 5500 chilometri», segnalando l'eccezionalità di un disastro che non ha precedenti. A gennaio la replica del Procuratore Rosario Cantelmo. L'11 gennaio la sentenza

Per la cosiddetta “Strage del bus” l’accusa aveva chiesto 10 anni per l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Angelucci, il 10 ottobre scorso. Questa mattina il suo difensore, l’avvocato Paola Severino ha invece chiesto l’assoluzione piena per non aver alcuna parte nel fatto contestato. Secondo l’avvocato Severino, l’ad di Autostrade per l’Italia non ha responsabilità nella cosiddetta “strage del bus”, cioé nel disastro autostradale cheilodieresi 28 luglio 2013 portò alla morte delle 40 persone a bordo di un pullman turistico, finito giù dal viadotto “Acqualonga” sull’autostrada A16 Napoli-Canosa, tra Monteforte Irpino e Baiano. Dopo aver perso il controllo per il cedimento dei freni il mezzo finì nel vuoto, travolgendo il guard rail e sbriciolandosi tra rovi e vegetazione dpèp un volo di quaranta metri.

Il Palazzo di Giustizia di Avellino

Quanto accaduto non avrebbe potuto essere evitato da Castellucci, perché al di fuori della sua funzione. Per la difesa la responsabilità del manager consiste certamente nella pianificazione periodica degli interventi manutentivi sull’intera rete autostradale estesa per circa 5500 chilometri, ma non ha margini operativi sulla esecuzione e il controllo dei lavori, degli interventi di verifica o nelle decisioni di dettaglio. Paola Severino ha richiamato l’attenzione sulle diverse funzioni ricoperte nella complessa organizzazione dell’azienda, che prevede incarichi tecnici e amministrativi precisi ad ogni livello di intervento, dal piano generale dell’intera rete a quella di dettaglio della singola tratta in relazione alla specifica barriera. Quindi, si considera Castellucci estraneo ad ogni addebito.

I resti del pullman precipitato il 28 luglio 2013 dal viadotto Acqualonga sull’A16 tra Monteforte Irpino e Baiano

LA TESI DELL’ACCUSA. Paola Severino ha così tentato di rovesciare la tesi dell’accusa. Secondo la Procura di Avellino i sistemi di sicurezza e ancoraggio del guard rail si rivelarono inefficienti al momento dell’urto perché non in condizioni ottimali, in conseguenza di una inadeguata manutenzione. In sostanza, si contesta alla Società Autostrade per l’Italia una insufficienza nella manutenzione del tratto autostradale, determinante nel provocare il disastro e la morte di gran parte degli occupanti il bus. Le responsabilità dei vertici autostradali si sommano a quelle di chi ha materialmente consentito che la gita a Pietrlcina da Pozzuoli quella domenica avvenisse. Le richieste di Cantelmo comprendono anche altri 11 tra dirigenti e impiegati dell’azienda, oltre l’ad Castellucci, considerando l’intera catena di comando rispetto al problema manutentivo. In precedenza è toccato al titolare del pullman e ai funzionari che non garantirono controlli adeguati in sede di collaudo periodico. La pm Cecilia Annecchini aveva chiesto la condanna a 12 anni di reclusione per il principale imputato, Gennaro Lametta, titolare dell’agenzia che noleggiò il bus precipitato. L’accusa aveva chiesto anche 9 anni per Antonietta Ceriola, che avrebbe falsificato presso la Motorizzazione dove è impiegata la revisione del bus, quindi 6 anni e 6 mesi per Vittorio Saulino, secondo la Procura responsabile di un tentativo di falsificazione dei documenti dopo l’incidente, nel tentativo di scagionare l’Ufficio.

QUINDICI GLI IMPUTATI CHE ATTENDONO IL GIUDIZIO. Il giudice monocratico dovrà pronunciarsi sui 15 imputati. Oltre al titolare dell’agenzia di viaggi “Mondo Travel”, Gennaro Lametta e ai due funzionari della Motorizzazione, sono i 12 dirigenti di Autostrade per l’Italia Spa. Detto dell’amministratore delegato Giovanni Castellucci, attende il giudizio il responsabile della manutenzione lungo il tratto della sciagura sull’autostrada A16 Napoli-Canosa Antonio Sorrentino. Con lui i vari responsabili che si sono alternati.

LA SENTENZA A GENNAIO. Con il nuovo anno il processo entrerà fase decisiva della sentenza, attesa l’11 gennaio. Prima si avrà la replica del procuratore della Repubblica Rosario Cantelmo alla linea espressa oggi da Paola Severino. I familiari delle vittime, che nelle scorse settimane hanno inviato una lettera al Vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio chiedendogli di partecipare all’ultima udienza, sollecitano tempi stretti per arrivare alla sentenza finale.

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