Salvare l’Alto Calore con un azionariato popolare. Campagna de ‘Il Dialogo’

Lo propone con Giovanni Sarubbi il periodico di ispirazione cristiana che fa approfondimento delle questioni sociali estreme. Rivolge la sua lettera aperta ai vertici dell'azienda idrica di corso Europa ad Avellino, alla politica, alle organizzazioni sindacali, ma soprattutto ai cittadini

Un azionariato popolare per salvare l’Alto Calore Servizi. Lo propone il periodico di ispirazione cristiana ‘Il Dialogo’ con Giovanni Sarubbi, che ha scritto una lettera aperta rivolta ai vertici dell’azienda idrica di corso Europa ad Avellino. Sarubbi scrive che il fabbisogno finanziario dell’azienda non può essere garantito da una vendita oggi inappropriata, intempestiva e incompatibile con gli interessi del territorio, oltre che dell’utenza. I profitti che dalla gestione idrica intendono trarre le multinazionali finirebbero per aggravare la situazione in cui oggi versa la Acs spa. Per queste ragioni, considerando che una privatizzazione porterebbe ad un aumento esponenziale delle tariffe, «per lo meno sei volte quelle attuali come è già successo laddove ciò è avvenuto», si legge nell’intervento, occorre rivolgersi ai cittadini, alle imprese, insomma alla società civile, per contribuire a fare restare pubblico un bene oggi sempre più a rischio e, con esso, la libertà. Di seguito l’intervento.


Acqua, fermare l’avanzata delle Multinazionali

di Giovanni Sarubbi*

La targa dell’Alto Calore Patrimonio, società consorella dell’Alto Calore Servizi, riassorbita nel 2014

L’acqua è un bene prezioso e fondamentale per la vita. Senza acqua non c’è vita. E l’acqua per tale ragione non può che essere un bene pubblico su cui nessuno può essere autorizzato a speculare o ad arricchirsi. Non la pensano così quanti da anni a livello mondiale stanno conducendo una vera e propria “guerra per l’acqua” per accaparrarsi questa fonte che sta diventando sempre più preziosa e scarsa. E l’Irpinia, da sempre terra ricca di acque, è al centro dell’ennesima battaglia da parte di queste multinazionali che vogliono privatizzare la risorsa acqua, nonostante il referendum del 2011 abbia detto il contrario. Si cerca in ogni modo di far rientrare dalla finestra ciò che i cittadini hanno cacciato via dalla porta. Ed in queste ore, in vista dell’assemblea di venerdì prossimo dell’Alto Calore, è importante ribadire il NO netto e chiaro a qualsiasi privatizzazione dell’acqua irpina che sta dietro all’ordine del giorno di quella riunione. Tutto lavora per la privatizzazione di questo bene primario con la multinazionale già pronta ad entrare in pompa magna nei rubinetti degli Irpini.

Se dovesse passare questa ipotesi è bene che tutti gli irpini sappiano che le tariffe dell’acqua aumenteranno in modo esponenziale, per lo meno sei volte quelle attuali come è già successo laddove ciò è avvenuto. Vivere diventerà un lusso e non verrà messo a posto nulla di quanto è stato fin qui distrutto da scellerate amministrazioni che non hanno pensato affatto a garantire il bene comune “acqua”. E il motivo è semplice. Il privato penserà solo ed esclusivamente al suo massimo profitto e non certo né alla qualità del servizio né alla vita dei cittadini che saranno dei veri e propri limoni da spremere. Basta guardare al fallimento di tutte le privatizzazioni dei servizi pubblici finora realizzati che non hanno portato alcun beneficio ai i cittadini ma solo aumenti dei prezzi e continui disservizi.
I sindaci e i comuni che essi rappresentano dovrebbero essere i rappresentanti dei cittadini e della loro volontà di mantenere pubblica l’acqua espressa nel referendum del 2011. I sindaci dovrebbero opporsi in ogni modo possibile a che il privato entri nella gestione dell’acqua irpina. Essi dovrebbero rappresentare quell’ azionariato popolare dei cittadini irpini che è proprietario del bene acqua. Ed è a questo “azionariato popolare” che essi dovranno rispondere per tutte le loro scelte.

Non si capisce quindi perché i sindaci non chiedono aiuto a questo “azionariato popolare” e cosa impedisce che l’aumento di capitale all’ordine del giorno della prossima assemblea dell’Alto Calore possa essere sottoscritta direttamente dai cittadini dell’Irpinia e da quelli del Beneventano che fanno parte del Consorzio. Ecco allora la proposta che qui faccio è quella di un “azionariato popolare” che consenta direttamente ai cittadini dell’irpinia e del beneventano di entrare direttamente nella proprietà della loro acqua, impedendo ora e sempre a qualsiasi privato di poter mettere le mani, direttamente o indirettamente, al bene più prezioso che abbiamo, quello dell’acqua. Si chiacchiera e si blatera di “popolo sovrano” ma quelli che lo fanno sono poi anche quelli che vogliono la privatizzazione dell’acqua. Ed è ora di smetterla di prendere in giro la gente. L’acqua deve essere pubblica, ora e sempre.

(*): Giovanni Sarubbi, Il Dialogo Periodico di Monteforte Irpino


IL DIALOGO, PERIODICO CRISTIANO. Siamo un periodico di ispirazione cristiana. Dal 1996 al 1998, questo periodico è stato stampato con periodicità quindicinale. Poi siamo diventati prevalentemente un giornale on-line, con pochi numeri stampati ogni anno, soprattutto in occasioni importanti. Operiamo a Monteforte Irpino in provincia di Avellino. Ci occupiamo di tutto ciò che attiene alle persone in difficoltà, ai carcerati, ai migranti. Cerchiamo di dare voce a chi non ha voce e di occuparci di tutti quegli argomenti di cui nessuno vuol parlare. www.ildialogo.org

ARTICOLI CORRELATI