Provinciali, la lista di Alaia tra Biancardi e Vignola

La lista promossa dal consigliere regionale Vincenzo Alaia si colloca sul crinale dei due schieramenti politici. Sono diversi gli elementi che inducono a dubitare su come realmente si schiereranno i rappresentanti della compagine centrista.

Vincenzo Alaia

Chi voteranno, per lo scranno più alto di Palazzo Caracciolo, i candidati di Proposta civica per l’Irpinia, la lista borderline? E’ una domanda che circola da qualche giorno nell’ambiente politico.

La formazione promossa dal consigliere regionale, Vincenzo Alaia, ufficialmente sostiene il sindaco di Avella, Michele Biancardi, nella corsa per la presidenza per la Provincia, insieme a Moderati per l’Irpina (Forza Italia) e Mns-Lega Prima gli Irpini. Ma nella squadra figurano amministratori legati al centrosinistra, che potrebbero compiere una scelta differente. Tatticismi e convenienze personali potrebbero fare il resto. In fin dei conti, non sarebbe una novità, soprattutto per un’area politica cerniera tra gli schieramenti progressista e conservatore, che negli anni è sempre stata un po’ in bilico, sulla linea di confine.

La lista si era già presentata alle precedenti elezioni di medio termine (con le quali si rinnova il consiglio, ma non il presidente), tenute nel 2016, con la ricucitura in extremis del rapporto tra il consigliere regionale Alaia ed il deputato di Scelta civica, Angelo D’Agostino, conquistando due seggi, con Marino Sarno, sindaco di Volturara Irpina, e Fausto Picone, primo cittadino di Candida. Gli uscenti sono stati ricandidati, insieme a Fiorella Caputo (consigliere comunale di Morra De Sanctis), Noemi Cresta (consigliere comunale di Paternopoli), Giovanni – detto Giandonato – Giordano (consigliere comunale di Guardia Lombardi), Pasqualino Giuditta (sindaco di Summonte), Luigi Lanzetta (consigliere comunale di Forino), Rosaria Leone (consigliere comunale di Scampitella), Michela Lucia Maffeo (consigliere comunale di Sant’Angelo all’Esca), Antonio Mercogliano (sindaco di Pago Vallo Lauro), Giovanni Romano (consigliere comunale di Grottaminarda) e Milena Severino (consigliere comunale di Sorbo Serpico).

La volta precedente, nel 2014, la prima tornata con i criteri della legge Delrio, che ha derubricato la Provincia ad ente di secondo livello, l’area centrista che faceva riferimento a Scelta civica, diede vita ad un’aggregazione arcobaleno, con altri pezzi moderati (il movimento Irpinia di base di Enza Ambrosone) e di sinistra (Sel), varando la lista Alleanza civica – Irpinia bene comune, che elesse Vincenzo Alaia, all’epoca presidente del consiglio provinciale uscente, ed il sindaco di Santa Lucia di Serino, Fenisia Mariconda.

La collocazione politica in questi turni elettorali è sempre stata nell’alveo del centrosinistra. D’altra parte, Alaia è stato eletto nell’assemblea di Palazzo Santa Lucia con la lista Centro Democratico – Scelta civica, che è parte della maggioranza del governatore De Luca. L’ex deputato D’Agostino, che ha collaborato alla formazione della compagine che sostiene Biancardi, dopo l’esperienza sul fronte di Monti – gli ultimi tempi molto fluida – è approdato al Pd, anche se non è stato confermato in Parlamento.

Oggi i due giocano la partita per il centrodestra, al fianco di Lega, Movimento Nazionale per la sovranità – la sigla dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno – e Forza Italia, con il sindaco di Avella, che pur proponendosi come candidato “senza sponsor politici”, è comunque considerato di estrazione di destra.

Alaia ha comunque provato a tessere una trattativa con il Pd, proponendo un’aggregazione ampia, ma ben presto ha preferito rompere, passando dall’altra parte, accusando il partito di maggioranza relativa del centrosinistra di essere poco attento nei confronti degli alleati. Più silenziosa la manovra di D’Agostino, che ha condiviso l’operazione, pur avendo un suo riferimento ai vertici del Pd provinciale: Rino Buonopane, numero due della segreteria provinciale di Via Tagliamento, guidata da Giuseppe Di Guglielmo.

Ad un certo punto c’è stata addirittura una strana sortita mediatica del movimento Campania Popolare, sempre di area centrista, che dopo aver preso contatto con il Pd per la costruzione di un’intesa, ha pubblicamente posto una condizione al sostegno del candidato di centrosinistra, Michele Vignola: la soluzione del caso dei consiglieri comunali di Avellino Gianluca Gaeta e Stefano Luongo (rappresentanti della lista Insieme protagonisti, che vede ancora una volta come sponsor Alaia e D’Agostino) sulla composizione delle commissioni a Piazza del Popolo.

Da parte dei due, probabilmente imbarazzati dalla insolita uscita, c’è stata però una presa di distanza dalla richiesta, con la precisazione di non essere in alcun rapporto con Campania Popolare. Misteri di un microcosmo politico in continua aggregazione e disaggregazione.

Intanto, Proposta civica fa registrare una nuova adesione. L’ex assessore alla Cultura del Comune di Avellino, Bruno Gambardella, dameliano (ma prima radicale, poi renziano vicino alle posizioni di Luigi Famiglietti, successivamente passato al movimento d’ispirazione lettiana Trecentosessanta, promosso tra gli altri da Silvio Sarno) entrato in giunta dopo un lungo stancheggio della sua componente nei confronti del sindaco Foti, ha deciso di abbandonare il Pd e sposare il progetto di D’Agostino.

«Le recenti, grottesche cronache – ha affermato Gambardella – legate alla presentazione della lista e del candidato presidente del centrosinistra alla provincia di Avellino mi hanno lasciato sconcertato. Da tempo ho preso le distanze da una classe dirigente che non ha saputo o voluto ricucire il doloroso strappo congressuale; che non ha saputo o voluto tutelare i suoi iscritti ex componenti dell’amministrazione comunale di Avellino da attacchi spesso volgari e strumentali».

Si apre quindi per l’ex assessore una nuova fase: «Non sono un amministratore, ma alle prossime elezioni provinciali appoggerò convintamente Proposta Civica per l’Irpinia e il sindaco di Volturara, Marino Sarno. In Irpinia aderisco al progetto politico di Insieme Protagonisti di Angelo D’Agostino e, ad Avellino, sarò al fianco di Stefano Luongo».

Nel giro di qualche giorno è il quarto assessore della giunta Foti che rompe con il Pd, per partecipare ad iniziative politiche di centrodestra.

Tutto ciò non solo offre spunti di riflessione agli osservatori esterni, soprattutto sulla “fluidità” di certa politica, ma anche elementi per considerare quanto meno la caratteristica borderline di Proposta civica per l’Irpinia.

Ma non basta. Il sindaco di Summonte, Pasquale Giuditta, esponente di Centro democratico – Più Europa (il movimento della radicale Emma Bonino) ha partecipato al tavolo interpartitico del centrosinistra fino a 24 ore prima della formalizzazione delle liste provinciali, sostenendo di essere favorevole alla candidatura di Vignola, salvo passare – dopo aver disertato l’ultima riunione “per motivi personali” – sul fronte di Biancardi, candidandosi nella lista Proposta Civica.

Insolita, appare infine, anche la presenza in quella lista del consigliere comunale di Guardia Lombardi, Giandonato Giordano. Da sempre vicino all’ex parlamentare Gerardo Bianco, anch’egli è approdato nel Pd. Alle amministrative da candidato sindaco per la lista “Guardiesi per sempre” è stato supportato da Rosetta D’Amelio, Luigi Famiglietti, Lello De Stefano e Rosanna Repole, presenti al comizio conclusivo della sua campagna elettorale.

C’è, dunque, chi immagina che la lista Proposta civica sia soltanto una sorta di contenitore nel quale coabitino tendenze politiche differenti, che si divideranno sul voto al candidato presidente. Oppure, ipotesi più realistica, che una parte dei protagonisti di questa esperienza, che indubbiamente hanno legami con il centrosinistra, ma hanno anche più volte dato prova della loro “flessibilità” politica, decideranno come schierarsi in base alle circostanze che si determineranno.

Ma nonostante tutto, sarà difficile comprendere, anche dopo il voto, davvero come è andata a finire.

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