Il Ponte vanvitelliano di Durazzano compie 258 anni. Il 28 ottobre una suggestiva messa in scena celebrerà l’anniversario della fine dei lavori. Un cucinone di paese, un bicchiere di vino e una voce che annuncia: il Ponte è finito. Il prossimo 28 ottobre, Durazzano ricorda un giorno epocale per la storia del paese, il giorno in cui il ministro Bernardo Tanucci, nelle sue relazioni mensili a Carlo III, fu costretto suo malgrado a comunicare che “Il Ponte della Valle di Durazzano è finito”. Per ricordare l’evento, l’architetto Mario Pagliaro e l’attore Salvatore Mazza ricreeranno le atmosfere e le tensioni di 258 anni fa, attraverso una rilettura degli atti dell’epoca che annunciavano la fine dei lavori del ponte.

L’attore avellinese Salvatore Mazza

La messa in scena partecipata si svolgerà domenica 28 ottobre 2018, alle ore 18.30, in via Mortelle, all’interno di un tipico “cucinone” del centro storico di Durazzano.
Era il 28 ottobre 1760: l’ultima pietra del progetto di Durazzano che Luigi Vanvitelli intendeva dedicare a Ferdinando IV si trasformò nella prima pietra di un monumento inconsapevole dell’Acquedotto Carolino.
Il ponte della Valle di Durazzano è uno dei tre ponti progettati per collegare le valli di Moiano, Durazzano e Maddaloni e consentire il trasporto delle acque dalle sorgenti del Fizzo (alle falde del Monte Taburno) alla Reggia di Caserta, così come immaginato da Carlo III di Borbone, per quello passato alla storia come acquedotto Carolino.
Una storia combattuta e controversa, quella del Ponte della Valle di Durazzano, che il tempo ha finito per offuscare, quasi nascondere, proprio come fino a qualche anno fa era la struttura all’occhio del viandante.

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