Il destino della società costituita ma non ancora operativa, Irpinia Rifiuti Zero Spa, sarà deciso dal Tar probabilmente con l’anno nuovo. Con l’udienza fissata per oggi 22 novembre, la decisione nel merito dovrebbe slittare su richiesta dell’Ato, dopo che sono stati depositati “motivi aggiuntivi” al ricorso. I giudici potrebbero accogliere la richiesta dell’ente d’ambito e concedere qualche settimana per studiare le carte. Resta il problema di quando fissare la nuova udienza. L’ente d’ambito deve perfezionare entro il 6 aprile l’affidamento alla Irpinia Rifiuti Zero, perché se non sarà la Irpinia Rifiuti Zero a ricevere l’affidamento della gestione ambientale in provincia di Avellino, l’Ente d’Ambito dovrà immediatamente trovare una soluzione praticabile per non incorrere nel commissariamento regionale.

Come è noto, l’attuale concessionaria, la Irpiniambiente spa, opera in proroga di legge nelle more della individuazione del soggetto abilitato secondo le procedure stabilite dalle norme nazionali ed europee. Dal 7 dicembre, termine ultimo fissato dalla norma regionale per ottemperare, sono previsti i poteri sostitutivi negli ambiti campani dove non risulteranno assegnate le gestioni in base alla norma regionale. In Irpinia è in regola solo il Comune di Avellino che, costituitosi in Sub Ambito, ha costituito una società pubblico privata, selezionando il partner con gara pubblica e trasferendo i poteri al nuovo gestore nei giorni scorsi.
IRPINIA RIFIUTI ZERO SPA, L’ITER BLOCCATO DAI RICORSI. Il Consiglio dell’Ato Rifiuti di Avellino ha dato il via libera il 28 aprile scorso alla procedura di affidamento del servizio integrato alla nuova società Irpinia Rifiuti Zero Spa (IRZ Spa). Ma da allora nessun passo avanti concreto è stato fatto. Ci sono invece i ricorsi al Tar della Campania presentati dai sindaci ma non solo. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, agenzia di controllo indipendente dal governo, dopo aver mosso rilievi sostanziali circa la sostenuta economicità di un affidamento intero ad una società partecipata interamente dall’ATO, ora chiede lo stop al progetto. Il ricorso ai giudici amministrativi si somma a quello pendente da mesi. Il 22 novembre si attende il pronunciamento sulla impugnazione avanzata da alcuni Comuni.
LE OPZIONI DELL’ATO. Il Presidente dell’ente d’ambito, Vittorio D’Alessio, deve decidere tra tre opzioni: affidamento alla società pubblica IRZ, al momento sottoposto al giudizio del Tar per iniziativa di alcuni Comuni e dell’autorità Antitrust; gara europea con affidamento al privato; conferma della Irpiniambiente spa, attraverso una acquisizione delle quote da parte dei Comuni, con l’uscita di scena parziale o totale della Provincia di Avellino.

L’IPOTESI IRPINIAMBIENTE SPA. Con la scadenza perentoria fissata dalla legge regionale, che fa scattare i poteri sostitutivi dopo il 7 dicembre laddove non sia ancora stato affidato il servizio integrato ambientale, il bando di gara europea ha poche opzioni alternative. L’unica, tutta da verificare alla prova dei fatti, è quella avanzata dal Presidente della Provincia di Avellino Rizieri Buonopane, che mantiene la propria disponibilità a cedere ai Comuni Irpiniambiente per mantenere la gestione pubblica. Offre il 51% delle azioni ai 114 Comuni che non seguono Avellino sulla strada della privatizzazione. Partendo dalla valutazione fatta dai tecnici, Buonopane offre ai Sindaci di acquistare Irpiniambiente con un investimento globale ponderato, salvaguardando posti di lavoro e controllo pubblico con oneri inferiori a quelli stimati dall’Ente d’ambito per la nuova società proposta dal Presidente Vittorio D’Alessio, circa 4 milioni. Inoltre, il Presidente della Provincia di Avellino Rizieri Buonopane mette sul piatto la forte riduzione dei costi gestionali, ora dimezzati.
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Ciclo integrato dei rifiuti, Claudio Crivaro, Comune di Avellino, Ente d’ambito rifiuti Avellino, Francesco Codella, Gianluca Musto, Irpiniambiente, Legge Regionale n. 14 del 26 maggio 2016, Licia Morsa, Michele Caso, Nunzio Marotta, Provincia di Avellino, Rizieri Buonopane
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