Partito Democratico, Bonaccini lascia la panchina e riparte con Energia Popolare

STAGIONE UNITARIA E PLURALISMO, ULTIMO AVVISO. Lo scenario dopo la due giorni di confronto a Cesena sul futuro del Pd promossadal Presidente dell'Emilia Romagna: «La nostra non è una corrente ma un’area politico-culturale che deve contribuire alla linea del partito»

Il futuro del Partito Democratico non può prescindere dall’unitarietà della sua azione e dalla coesione intorno ad una proposta, a patto però che sia plurale. Questo il messaggio chiaro e perentorio lanciato dal Governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini a Cesena. Alla prima convention di ‘Energia Popolare’, l’esponente sconfitto alle primarie ma vittorioso tra gli iscritti ha compiuto il primo passo per contribuire ad aprire una fase dialettica all’interno del partito, in questi mesi schiacciato sulle posizione della segretaria e del suo cerchio magico. Accusato di essere rimasto seduto in panchina, Bonaccini ha indossato le scarpette chiodate pronto a giocare con la squadra, ma da ‘titolare’ con gli altri.

Stefano Bonaccini

BONACCINI: «UN CONTRIBUTO DI ENERGIA POPOLARE AI TERRITORI». Le parole di Bonaccini, alla chiusura della due giorni, spiegano bene la posizione del Governatore emiliano: «Il successo del Pd dipende anche da noi. Abbiamo bisogno in tutti i territori di portare un contributo di ‘Energia Popolare’. Alle difficoltà non rispondiamo mettendoci in panchina, ma ci rimbocchiamo le maniche». Il monito alla segretaria Elly Schlein è chiaro: «Se vogliamo essere grandi dobbiamo essere plurali».  Con “Energia popolare”, Stefano Bonaccini prova a rilanciare il progetto originario del Partito Democratico (fondato su L’Ulivo disegnato da Gerardo Bianco e Romano Prodi negli anni ’90, culla del Pd costituito nel 2007), quindi, elaborato sulla carta dei valori costituzionali frutto delle grandi tradizioni politiche democratiche italiane anti-fasciste. Per ora Energia Popolare «non è una corrente ma un’area politico-culturale che porti proposte», con l’obiettivo di salvare ciò che resta del programma originario de L’Ulivo.

Stefano Bonaccini

APERTA LA FASE DIALETTICA, A SETTEMBRE LE PRIME CONCLUSIONI. Stefano Bonaccini, uscito sconfitto dalle primarie il 25 febbraio, ha ceduto a Elly Schlein la guida della segreteria democratica avendo largheggiato nel voto dei Circoli. Ma alla fiera di Cesena ha chiamato a raccolta proprio i dirigenti e i militanti per un impegno sui territori attraverso un’attività politico-culturale di proposta. Per ora l’antagonismo con Schlein viene minimizzato, ma il richiamo all’unità nella diversità rappresenta un avviso al ‘manovratore’. Se il segretario – primo alle primarie aperte, ma secondo nel partito degli iscritti –  non sarà capace di gestire questa complessità, per dirla alla Guerini, non il Pd non potrà adeguatamente contrastare la Destra. Non c’è uno strappo, ma il segnale politico è arrivato, mentre sono in tanti i rappresentanti del territorio già pronti a fare le valigie se il partito non cambierà la direzione impressa da una segretaria “d’importazione”. In queste ore Bonaccini continua a difendere l’unità del partito, ribadendo di non essere mai stato prima, nè di esserlo ora, un fautore delle correnti. Resta il fatto che il dissenso dalla linea Schlein potrà essere contenuto dentro il Pd solo aprendo una fase dialettica autentica, al di là dall’etichetta: corrente, componente, area. Nella convention preannunciata a settembre si tireranno le somme. E si saprà se il Partito Democratico avrà un futuro.


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Partito Democratico al bivio: Bonaccini riparte da Energia Popolare

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