Confartigianato: senza investimenti subito a rischio 1 addetto su 3

ARTIGIANATO, I NUMERI DELLA CRISI DA COVID-19: «SENZA CORRETTIVI IL 35,67% DEI DIPENDENTI NELLE AZIENDE ARTIGIANE E NELLE PMI POTREBBE PERDERE IL LAVORO». Il Presidente regionale Ettore Mocella riprende l'allarme già lanciato al webinar sulla Legge di Bilancio 2021: serve liquidità alle imprese. Ma non sussidi, soldi per gli investimenti»

Senza investimenti a rischio 1 addetto su 3, è il monito del presidente di Confartigianato Campania Ettore Mocella, intervenuto al webinar promosso dal Centro Studi e dal Club Rotariano altirpino lo scorso 14 febbraio. Con una nota, Mocella rilancia l’allarme. «Il 35,67% dei dipendenti delle aziende artigiane e Pmi a rischio licenziamento». A circa un anno dallo scoppio della pandemia, emerge con forza la grave emergenza economica e produttiva che è stata determinata dal Coronavirus.

Ettore Mocella, presidente di Confartigianato Avellino

Con il nuovo Governo guidato da Mario Draghi e l’inizio della vaccinazione di massa, le piccole e medie imprese si preparano a passare dalla fase degli aiuti a quella dell’investimento finalizzata al rilancio. Questa la speranza dopo le consultazioni con le parti sociali. Nel frattempo, i numeri parlano chiaro. Il presidente di Confartigianato Campania Ettore Mocella ha illustrato i dati del comparto, con particolare riferimento alla provincia di Avellino. “Il Recovery Plan è una occasione da cogliere, ma le imprese non possono aspettare” ha spiegato. Se da un lato la ripresa delle attività produttive è strettamente legata alla campagna di vaccinazione; dall’altra le aspettative sul Piano Nazionale di Resilienza e Rilancio mostrano prospettive incoraggianti che però vanno concretizzate subito, si sottolinea. «Siamo di fronte ad una crisi drammatica, bisogna esserne consapevoli e questa consapevolezza deve portare ad una svolta, ad un nuovo paradigma di sviluppo e di sostegno all’economia. In provincia di Avellino 1.091 aziende artigiane hanno presentato richiesta di fondi di solidarietà e sono stati 2.750 i dipendenti del settore che hanno chiesto sussidi. Circa il 35,67% dei dipendenti è a rischio licenziamento. Ora serve senso di responsabilità e coraggio delle scelte. Il Recovery Plan rappresenta un’occasione straordinaria per uscire da questa situazione», dichiara il presidente di Confartigianato Avellino e Confartigianato Campania. «Ora non ci accorgiamo di tante cose – afferma Mocella. La nostra percezione della crisi è falsata da un mercato in qualche modo narcotizzato dal blocco dei licenziamenti, dalla Cassa Integrazione che è stata estesa, dall’assenza dei vincoli di bilancio e dai ristori.  Eppure come un fiume carsico la crisi avanza in maniera impetuosa e prima o poi rischia di manifestarsi e di lasciare solo macerie. Il problema è peggiore di quanto appaia in superficie, visto che il massiccio afflusso di liquidità e la confusione indotta dalla natura senza precedenti di questa crisi stanno offuscando la percezione della reale portata delle incognite».

Palazzo Chigi, sede del governo nazionale

LA RICHIESTA DI CONFARTIGIANATO CAMPANIA. Il Presidente Mocella spiega che «la qualità dei progetti per il Recovery  Plan e la velocità della loro attuazione saranno aspetti determinanti. Bisognerà contenere il disagio sociale attraverso iniziative di welfare ma soprattutto bisognerà dar luogo ad investimenti che creino sviluppo e occupazione stabile: Meno bonus, più investimenti; Favorire l’ingresso dei giovani; Passare dalla logiche delle emergenze a porre al centro dell’azione politica, invece, lo sviluppo, la produttività e l’occupazione; Passare dai ristori ad interventi di carattere strutturale che consentano alle imprese di rimettersi in moto; Interventi mirati e non erga omnes che guardano al mondo delle imprese, della produttività e dell’occupazione stabile (e quindi politiche attive del lavoro) come assi portanti della nuova strategia». In questa fase di incertezza, prosegue «è importante analizzare e monitorare periodicamente specifici indicatori che consentano di prevenire situazioni di disagio sociale legate ad un mercato del lavoro sempre più incerto. Per Nino Montemarano, responsabile Ufficio Studi Confartigianato Avellino, «si può già evidenziare chiaramente dai dati disponibili una correlazione esistente tra lo sviluppo settoriale, il livello occupazionale e la risposta dei singoli settori alle situazioni di crisi. A conferma di questo andamento si può rilevare un incremento maggiore di richieste di sussidi in particolare per quei settori dove non si è attuata una politica concreta di prevenzione per rispondere efficacemente a scenari critici. In questo periodo è emersa quindi una criticità strutturale di non aver pensato ad un processo di prevenzione e di gestione di rischi, come questo pandemico, nei vari settori produttivi».

LE CIFRE DELLA CRISI. «Siamo di fronte ad una crisi drammatica, bisogna esserne consapevoli e questa consapevolezza deve portare ad una svolta, ad un nuovo paradigma di sviluppo e di sostegno all’economia. Serve senso di responsabilità e coraggio delle scelte: la nostra è una situazione drammatica ma abbiamo anche una straordinaria occasione», ha spiegato Mocella alla platea virtuale del webinar sulla Legge di Bilancio 2021. «La nostra percezione della crisi è falsata da un mercato in qualche modo narcotizzato dal blocco licenziamenti, dalla Cig estesa, dai vincoli di bilancio assenti e dai ristori. Eppure come un fiume carsico la crisi avanza in maniera impetuosa e prima o poi rischia di manifestarsi e di lasciare solo macerie” indica. “Il problema è peggiore di quanto appaia in superficie, visto che il massiccio afflusso di liquidità e la confusione indotta dalla natura senza precedenti di questa crisi stanno offuscando la percezione della reale portata delle incognite. Lo stesso Mario Draghi ha sostenuto nel dicembre 2020 che ‘La crisi di liquidità delle imprese rischia di trasformarsi in una crisi di solvibilità’, ed è arrivato il momento di trasformare la politica degli aiuti in politica di investimenti strutturali”. Mocella ha argomentato sulla evoluzione storica della cassa integrazione e dei Fondi di Solidarietà. Confartigianato ha registrato un incremento importante delle ore medie mensile di richieste di sussidi. “Si passa da un dato medio di 24 mln di ore (100 mln dato medio mensile peggiore ultimi 10 anni) al dato medio di 450 mln considerando il solo effetto Covid” ha annunciato. Per quanto concerne l’impatto dei Fondi sociali sull’Artigianato, la confederazione registra 8.484 Aziende richiedenti; 22.843 Dipendenti. Di queste circa la metà arriva dalla provincia di Napoli (44,39% dei dipendenti); da Avellino 1.091 aziende richiedenti e 2.750 dipendenti. Impatto dell’occupazione post-covid sull’Artigianato attesta che circa il 35,67% dei dipendenti è a rischio licenziamento.

Il rapporto

SETTORI A RISCHIO DELLA PROVINCIA DI AVELLINO. Il 75% delle agenzie di viaggio e tour operator; il 70% delle attività artistiche, palestre, piscine, sale giochi, cinema e teatri; il 70% della produzione di abbigliamento; il 67% del calzaturiero; il 61% degli alberghi e alloggi; il 42% dei Bar/ristoranti; il 20% del Commercio-riparazione di autoveicoli e motoveicoli. “Abbiamo ricevuto dall’Europa 209 miliardi e siamo i principali beneficiari in quanto Paese più colpito. Dobbiamo spenderli bene, e risulta di fondamentale importanza il modo in cui ciascuno stato utilizza le proprie risorse per far ripartire l’economia. Per dirla con Mario Draghi mi riferisco al debito buono” continua Mocella. “Dobbiamo fare riforme nella Giustizia, Fisco e Pubblica Amministrazione. Non è un caso che nell’ultimo anno l’Italia è il Paese che registra il maggior crollo degli investimenti esteri tra tutte le economie sviluppate (con scarsa attrattività e competitività a livello globale). La qualità dei progetti per il Recovery Plan e la velocità della loro attuazione saranno aspetti determinanti. Bisognerà contenere il disagio sociale attraverso iniziative di welfare ma soprattutto bisognerà dar luogo ad investimenti che creino sviluppo e occupazione stabile. Meno bonus, più investimenti. Favorire l’ingresso dei giovani e passare dalla logiche delle emergenze a porre al centro dell’azione politica, invece, lo sviluppo, la produttività e l’occupazione. Passare dai ristori ad interventi di carattere strutturale che consentano alle imprese di rimettersi in moto. Interventi mirati e non erga omnes che guardano al mondo delle imprese, della produttività e della occupazione stabile (e quindi politiche attive del lavoro) come assi portanti della nuova strategia”. L’artigianato in Italia rappresenta il tessuto delle piccole imprese, ovvero fino a 10 addetti. La percentuale registrata è del 94,9 delle imprese. Il 99,40% delle imprese italiane sono PMI con meno di 50 addetti: Il peso dell’artigianato nelle Piccole e Medie Imprese a livello nazionale è del 30%. In Campania le microimprese fino a 10 addetti è del 95,7% delle imprese registrate. Il 99,60% delle imprese campane sono PMI con meno di 50 addetti. “Se guardiamo agli occupati nelle PMI dell’artigianato per un confronto fra Campania e dato nazionale, scopriremo un maggiore peso in Campania delle PMI in tutti i livelli di classificazione.

LE PROSPETTIVE INDICATE. “L’Italia può ripartire se investirà sugli artigiani e sulle piccole imprese che rappresentano il 94% del sistema produttivo, sono l’anima del made in Italy e fattore di coesione sociale. Il futuro economico e sociale del Paese dipende anche dalla capacità di investire sulle piccole imprese ‘a valore artigiano’ che combinano sostenibilità economica, sociale e ambientale e che contribuiscono a fare dell’Italia la seconda manifattura d’Europa dopo la Germania. Attendiamo le infrastrutture materiali e immateriali: dalla formazione alla riqualificazione dei lavoratori; nuove competenze, superbonus 110%, riqualificazione del patrimonio edilizio; ma anche nuovi strumenti di finanza d’impresa e innovazione digitale e tecnologica” conclude.


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