De Luca si riconferma e ringrazia Napoli. Già una nuova sfida

«LA NUOVA FASE GIÀ COMINCIATA». Il governatore al quartier generale del comitato elettorale allestito alla stazione marittima di Napoli ha indicato la priorità: creare lavoro

De Luca si riconferma e ringrazia Napoli, la Campania, le forze politiche, i cittadini. Ma soprattutto Napoli. «Questa città oggi può andare a testa alta in Italia, rivendicando a buona ragione il suo orgoglio», dirà ai cronisti venuti a portare il microfono per quello che sembra un briefing. Vincenzo De Luca arriva alla stazione marittima nel suo quartier generale quando le proiezioni di voto lo danno Governatore riconfermato col 64,9%, seguito da Stefano Caldoro al 20,2%, e dalla pentastellata Valeria Ciarambino al 12,5%. Nessuna trepidazione, incertezza o palpitazione. I tamburi di guerra leghisti non sono che un vago ricordo. La Campania è il volto del nuovo Mezzogiorno, mentre a 150 chilometri il collega Michele Emiliano festeggia il secondo mandato, preparandosi alla comune riscossa delle regioni meridionali contro l’avanzata subìta nel 2018 da M5s e Lega. Sull’autostrada Napoli Bari il Centrodestra non c’è più, anche se in Puglia una certa desistenza pentastellata ha aiutato la causa del Governatore del Pd.

Vincenzo De Luca

LA POLITICA DA RICOSTRUIRE. De Luca parla mentre lo scrutinio è appena agli inizi, eppure sembra già vecchio. Il dato parziale fotografa e stabilisce subito in Campania un divario incolmabile con gli avversari. Non c’è partita. Come non ci fu nel maggio 2000 quando Antonio Bassolino vinse quasi per acclamazione. Tempi diversi, vent’anni fa, ma il tema è lo stesso: il disegno politico. Ma anche qui la partita aperta è con Napoli, la capitale del Mezzogiorno, che tra pochi mesi farà i conti con la fine della rivoluzione arancione. Vincenzo De Luca ora guarda al futuro assetto del capoluogo partenopeo, consapevole che lì si giocherà il secondo tempo della sfida vinta in queste ore. Il referendum costituzionale, la risalita del Pd, la discesa della Lega, le riforme da fare per riequilibrare l’architettura costituzionale, sono i capitoli di un libro nuovo per la democrazia italiana, tutto da scrivere. La gestione non basterà, serve la visione. Pochi giorni fa a Cesinali De Luca ne ha convenuto con l’ex premier Ciriaco De Mita. La politica non è solo civiltà dei comportamenti, dovrà essere più che mai un faro nella nebbia di un Continente alle prese con la seconda ondata dell’emergenza sanitaria in atto, come De Luca ha puntualmente sottolineato.

L’AGENDA NON PUÒ ATTENDERE NEMMENO I TEMPI DELLO SCRUTINIO. In fila al fianco del governatore ci sono vecchi e nuovi alleati. I progressisti, i moderati e quelle forze della destra «non ideologizzata» che hanno scelto lui per il lavoro svolto e per il programma, come ha spiegato. In questa tornata in Campania si fa spazio Italia Viva, al momento avanti a Fratelli d’Italia, che smentisce coi numeri, le intenzioni di voto illustrate dal sondaggio de “Il sole 24 ore” di qualche settimana fa. Ci sarà un nuovo consiglio regionale. Le prossime settimane saranno decisive per trovare l’amalgama. Mentre fa il punto con i giornalisti si concede un paio di esitazioni, ma è solo un attimo. Tutto sommato, il suo sembra il ‘discorso del venerdì’, perché ciò che davvero lo interessa sono le scadenze. Il lavoro per i giovani, spiega, è la priorità. Ma ci sono le scadenze per la cassa integrazione, spada di Damocle per tante famiglie. E poi le riforme da completare: rifiuti e depurazione delle acque. In mezzo trasporti, piano per l’agricoltura, riprogrammazione dei fondi europei, che in questa fase significa trattare a Roma sul Recovery Fund. Non ultima, la questione irrisolta da vent’anni, il riparto dei trasferimenti pro capite per gli ospedali.

IL MEZZOGIORNO RIPARTE CON l’EFFICIENZA. De Luca si riconferma e ringrazia Napoli, chiarendo che il tema del prossimo mandato sarà creare lavoro. Annuncia il suo impegno per sostenere lo sforzo delle imprese pronte a competere, per affermare la Campania come un modello di innovazione non contro la parte ricca del Paese, ma insieme e al fianco del Centronord con cui si dovrà vincere per l’Italia la partita vera, quella della ripresa economica in un’Europa oggi comprensiva e solidale, a cui si dovrà dimostrare qualcosa.


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