Emergenza ambientale ad Avellino terminata. Istituto Zooprofilattico: primi dati sui vegetali

STATO DI EMERGENZA REVOCATO, LA MAGISTRATURA LAVORA SENZA SOSTA PER ACCERTARE LE RESPONSABILITÀ DEL ROGO ALLA ICS DI PIANODARDINE. VIGILI DEL FUOCO DEL NUCLEO INVESTIGATIVO, CARABINIERI E POLIZIA SCIENTIFICA IMPEGNATI DA 8 GIORNI SUI RILIEVI. Buoni i dati sulla qualità dell'aria dopo l'incendio che ha distrutto la fabbrica (di componenti plastici per batterie automobilistiche), si rassicura l'opinione pubblica: non c'è piombo nel sito, dove si trattava soltanto plastica

Terminata l’emergenza ambientale ad Avellino, dopo l’incendio che ha distrutto lo stabilimento della azienda I.C.S. di Pianodardine, non c’è stato ancora l’atteso ritorno alla normalità. L’Arpac ha certificato la qualita dell’aria, sta misurando costantemente i livelli di diossine e furani nella zona della fabbrica bruciata il 13 settembre, emettendo rapporti rassicuranti. I Vigili del Fuoco hanno sgombrato ripetutamente il campo dai sospetti che vi fossero componenti di piombo nelle produzioni della ICS, spiegando che il rogo ha mandato in fumo solo i materiali plastici con cui si producono gli involucri delle batterie per auto nello stabilimento avellinese. Il quadro, insomma, è quasi completo. L’aria è respirabile, non contiene residui di piombo, le diossine e i furani nelle zone prossime alla fabbrica sono al di sotto dei minimi livelli considerati ammissibili dalla comunità scientifica. Mancano solo i dati sui suoli e i pozzi idrici. I primissimi dati forniti dall’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno sui vegetali sono buoni, come ha spiegato il Direttore Vito Limone in una nota. Ma l’analisi ora passa alla fase più complessa.

Antonio Vito Limone, Direttore dell’Istituto Zooprofilattico durante un convegno

ISTITUTO ZOOPROFILATTICO: TERMINATI PRIMI ESAMI SU CAMPIONI VEGETALI, NESSUNA PREOCCUPAZIONE. Terminati gli esami sui primi campioni di vegetali da parte dei laboratori incaricati dall’Istituto Zooprofilattico per il Mezzogiorno, per ora «gli esiti al di sotto dei livelli di azione europei», si legge in una nota. «L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno ha terminato gli esami sui primi campioni di vegetali prelevati nell’area interessata dall’incendio verificatosi presso l’azienda ICS Spa, situata nella zona industriale località Pianodardine del comune di Avellino, per monitorare i livelli di diossina e i PCB-diossina simili», si premette. «Gli esiti analitici evidenziano che i campioni presi in esame fino ad ora sono al di sotto dei livelli di azione previsti dalla normativa europea e, pertanto, non destano preoccupazione per eventuali ricadute sulla salute della popolazione». Ma le analisi vanno avanti. «Questa mattina, inoltre, sono stati consegnati altri campioni presso il laboratorio per le diossine dell’IZSM prelevati in altri punti previsti dal piano di controllo dell’area interessata dall’incendio» spiega Antonio Limone, Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno. «I controlli proseguiranno verificando tutte le fasi della catena alimentare, come produzioni agricole e zootecniche», conclude Limone. L’Asl per ora non ha ancora fornito dati.

La sede dell’Asl in via degli Imbimbo

LABORATORI ASL AL LAVORO. Mentre l’Istituto procede nelle analisi, l’Asl non ha ancora fornito il proprio rapporto conclusivo, anche in attesa che il lavoro di analisi prosegua. Sono nove i Comuni  interessati agli approfondimenti: Avellino, Atripalda, Aiello del Sabato, Contrada, Grottolella, Manocalzati, Montefredane, Montoro, San Potito Ultra. Altri, come Mercogliano, hanno stabilito comunque di adottare una linea improntata alla cautela, raccomandando ai propri concittadini precauzioni e aprendo uno sportello informativo. Il rapporto dell’Asl è atteso nelle prossime ore. Non sono soltanto i cittadini ad essere interessati, ma anche i Sindaci, che ormai da una settimana hanno firmato ordinanze che vietano la raccolta e l’utilizzo di frutta e verdura. I laboratori dell’Asl hanno lavorato per l’intera settimana all’analisi sui terreni, condotta in particolare nella giornata di sabato 14 settembre e nelle ore successive, cioè dopo l’avvenuta estinzione dell’incendio. L’analisi scientifica deve escludere conseguenze su acqua, suolo, matrici vegetali e animali. Nel frattempo restano i divieti di «raccolta e consumo di frutta, verdura e ortaggi; utilizzo di acque attinte da pozzi per uso irriguo e alimentazione zootecnica; pascolamento sull’intero territorio comunale; utilizzo di latte e uova prodotti nelle aziende zootecniche ed avicole, anche se di autoconsumo», come recitano le direttive dell’Asl di Avellino. La pubblicazione dei dati, dunque, darà indicazioni ai sindaci su come regolarsi di fronte ad un divieto non definitivo, finora indicato come provvisorio, imposto con l’ordinanza.


L’ordinanza firmata dal Sindaco di Avellino che vieta la raccolta e l’utilizzo di frutta e verdura

IMPRESE DELL’AGROALIMENTARE IN PRESSING. Se «le misure di ordine precauzionale saranno eventualmente rivalutate alla luce dei risultati delle analisi effettuate sulle matrici campionate», aveva fatto sapere l’Asl il 15 settembre, le imprese e i coltivatori dell’agroalimentare, in particolare, vogliono sapere quando si procederà. Il clima di incertezza non alimenta allarmismo, ma genera apprensione, vista l’emergenza ambientale ad Avellino dichiarata il 13 settembre per essere poi revocata la domenica successiva.

Concluse le operazioni di spegnimento dell’incendio alla ICS di PIanodardine sabato mattina 14 settembre dopo le 8. I Vigili del Fuoco annunciano che la ICS è in sicurezza

RAPPORTI SULLE CONCENTRAZIONI DI DIOSSINE: LIVELLI IN NETTA DIMINUZIONE. L’Arpa Campania ha reso pubblici diversi rapporti in questi giorni. L’ultimo il 20 settembre, riferisce le concentrazioni di diossine riscontrate in aria ambiente, «a seguito dell’incendio verificatosi presso l’azienda I.C.S. S.pA, situata nella Zona Industriale località Pianodardine del Comune di Avellino il giorno 13 settembre», si legge in una nota dell’Arpa Campania. I dati sono contenuti nel rapporto di prova n. 21738 del Laboratorio Regionale Diossine ARPAC. Si riferiscono «al campionamento iniziato il 16 settembre alle ore 11:30 e conclusosi il giorno 17 settembre alle ore 11:30». Nel merito, a una settimana piena dal rogo all’ICS di Avellino, l’incidenza di diossine e furani è ulteriormente calata ad un livello inferiore a quello stabilito per convenzione come compatibile con la salute. Lo si evince dalla nota dell’Arpac: «Gli esiti analitici evidenziano un valore di concentrazione di diossine e furani pari a 0,0842 pg/Nmc I- T.E.Q, significativamente inferiore rispetto alle concentrazioni riscontrate nei precedenti campionamenti e al valore di riferimento correntemente utilizzato dalla comunità scientifica e proposto dal Laenderausschuss fuer Immssionsschupz (LAI -Germania) pari a 0,15pg/Nmc ITEQ. L’Arpa Campania utilizza quattro postazioni attrezzate con campionatori passivi (radielli) nelle zone limitrofe all’area interessata dall’evento, «atteso che la fonte primaria di diossine (incendio) è stata estinta già nella serata dello stesso giorno dell’incidente, 13 settembre».

La sede centrale dell’Arpa nel Centro Direzionale di Napoli

QUATTRO CENTRALINE OPERATIVE SUL SITO DELL’INCENDIO. Nel sito colpito dalle fiamme l’Arpa Campania effettua il campionamento di alti volumi di aria per la ricerca di diossine e furani, sottoponendo il primo campione agli esami presso il laboratorio specialistico dell’Agenzia, nella sede della UOC Siti contaminati e bonifiche a Pozzuoli. Per monitorare l’andamento nel tempo dell’eventuale presenza in atmosfera di diversi inquinanti, tra cui ossidi di azoto, biossido di zolfo e composti organici volatili, l’Arpa Campania ha previsto quattro postazioni attrezzate con campionatori passivi (radielli) nelle zone limitrofe all’area interessata dall’evento. «Atteso che la fonte primaria di diossine (incendio) è stata estinta già nella serata dello stesso giorno dell’incidente, 13 settembre, i risultati relativi al secondo campionamento, quelli pubblicati oggi, costituiscono un dato più significativo ed organico per valutare la portata del valore di diossine nell’aria ambiente», aveva scritto l’Arpa Campania lunedì.

Pietro Vasaturo, Direttore Amministrativo dell’Arpa Campania e responsabile della Arpac di Avellino

ARPAC: «DIOSSINA PRESENTE IN MISURA MINORE RISPETTO AD ALTRI INCENDI IN CAMPANIA», MA «DATO ANCORA PARZIALE». Secondo il rapporto pubblicato dall’Arpa Campania sul proprio sito istituzionale, «la concentrazione di diossine e furani risulta essere molto bassa in relazione ad altri incendi verificatisi recentemente in Campania». Questo già lunedì 16 settembre. L’Arpa Campania prende come riferimento il caso di altri incendi, perché «la legislazione nazionale ed europea per la concentrazione di diossine in aria ambiente» non impone «limiti di riferimento». Il rapporto dice che al primo campionamento, nelle ore in cui era in corso lo spegnimento dell’incendio, «questo valore è stato lievemente superato dalle concentrazioni riscontrate». Quindi, tra il controllo effettuato a caldo, mentre si stava spegnendo l’incendio, e il primo a fabbrica messa in sicurezza, quindi, la presenza di diossina e furani si è ridotta ad un livello inferiore a quello sperimentato in occasione di altri incendi monitorati in Campania.

Arpac in azione dopo un rogo (archivio)

DIOSSINE, ARPAC: COME SI PARAMETRANO. «Diossine e furani vengono di norma determinati in aria ambiente in caso di eventi incidentali, specialmente in concomitanza di incendi che interessano attività produttive, a cui è assimilabile il caso in esame», spiega l’Arpa Campania. Tuttavia, «non sono presenti limiti di riferimento imposti dalla legislazione nazionale ed europea per la concentrazione di diossine in aria ambiente. Un valore di riferimento correntemente utilizzato dalla comunità scientifica è quello proposto dal Laenderausschuss fuer Immssionsschutz (LAI – Germania), pari a 0,15 pg/Nmc [I TEQ].Tale valore è stato ottenuto come valore di fondo effettuando studi sulle principali città tedesche».

Il Palazzo di Giustizia di Avellino in piazza D’Armi

L’INCHIESTA DELLA PROCURA SUL ROGO DI PIANODARDINE PROCEDE RAPIDAMENTE. STRETTO RISERBO. Ad Avellino si cercano risposte ai mille interrogativi aperti dal disastro di Pianodardine, con la dichiarazione di emergenza ambientale ad Avellino per 48 ore dal 13 settembre scorso. Sul luogo dell’incendio prima il Procuratore Aggiunto Vincenzo D’Onofrio, poi il Procuratore Rosario Cantelmo, sono intervenuti per acquisire elementi. L’indagine prosegue nel più stretto riserbo. Mentre i cento uomini in forza alle otto squadre dei Vigili del Fuoco stavano spegnendo le fiamme altissime, che hanno dilaniato irreparabilmente lo stabilimento di lavorazione di materiali plastici, gli inquirenti avevano già aperto un fascicolo. Sul luogo del rogo anche i Carabinieri del Noe. Collaborano con la Magistratura soprattutto i Vigili del Fuoco del nucleo investigativo. Fino a mercoledì hanno lavorato senza sosta, 24 ore su 24 all’esame dell’area distrutta dalle fiamme. Si cercano tracce che possano consentire di ricostruire la dinamica del rogo. Da giovedì hanno interrotto i turni nelle ore notturne.  L’inchiesta della Magistratura intende far luce su un episodio senza precedenti all’origine di una emergenza ambientale ad Avellino, le cui cause e ragioni sono ancora avvolte nel mistero. Non trapelano i contenuti dell’indagine, coperta dal segreto istruttorio, ma gli elementi inducono a non escludere che l’incendio possa avere una inquietante matrice criminale. Questa la pista accreditata nelle cronache nazionali, finora non confermata dagli inquirenti. Il contesto campano, del resto, pur in presenza di episodi diversi e svincolati, racconta da molti mesi storie di incendi ad impianti industriali, spesso collegati ai rifiuti o a siti produttivi dove operano attività di stoccaggio e trattamento ambientale. Tutte le autorità preposte, dall’Asl all’Arpac, ai Vigili del Fuoco, ai Carabinieri del Noe alla Polizia Scientifica, stanno raccogliendo da giorni elementi che alimentano una indagine delicata, complessa, ma celere, come hanno osservato i rappresentanti della Ics pubblicamente. Gli sviluppi non tarderanno ad arrivare.

La citta di Avellino ringrazia i Vigili del Fuoco per aver salvato la città dall’incendio di venerdì 13 settembre alla ICS di Pianodardine

LA CITTÀ RINGRAZIA I VIGILI DEL FUOCO PER AVER SALVATO AVELLINO. Un manifesto campeggia in queste ore ad Avellino. A nome dei cittadini di Avellino si esprime gratitudine per la professionalità, l’alto senso del dovere, lo sprezzo del pericolo, che hanno permesso di non veder finire in tragedia con l’incendio della ICS di Pianodardine quella emergenza ambientale ad Avellino dichiarata superata già nella giornata di domenica, 48 ore dopo l’evento. La comunità è grata al Corpo dei Vigili del Fuoco, del resto come in ogni circostanza esprime vicinanza a tutte le Forze dell’Ordine e ai servitori dello Stato ogni giorno in prima linea per la legalità e la sicurezza.

Il Prefetto di Avellino, Maria Tirone

IL PREFETTO TIRONE DOMENICA 15 SETTEMBRE HA RIUNITO L’ULTIMA VOLTA IL CENTRO CORDINAMENTO SOCCORSI.  Dopo aver riunito nuovamente il Centro Coordinamento Soccorsi domenica 15 settembre, il Prefetto Maria Tirone ha dichiarato concluso lo stato di emergenza ambientale ad Avellino e nell’hinterland, stabilito dopo l’incendio alla ICS di Pianodardine del 13 settembre scorso. Alla riunione hanno partecipato rappresentanti della Regione Campania, del Comune di Avellino, dei Vigili del Fuoco, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, Polizia Stradale, Arpa Campania e Asl. «L’incendio risulta spento nella giornata del 14 settembre grazie ai Vigili del Fuoco di Avellino», ha informato la Prefettura con una nota. «Dai risultati delle centraline dell’Arpac relativamente alla qualità dell’aria non si evidenziano sforamenti dei valori di PM 10 E PM 2,5 (polveri sottili e ultrasottili), come si evince dai dati pubblicati sul sito dell’Agenzia nella sezione Qualità dell’Aria». Pertanto, «sono cessate le esigenze che hanno indotto a consigliare in via precauzionale, limitazioni alla mobilità e alla chiusura delle scuole nei Comuni limitrofi all’evento». La Prefettura ha annunciato che «l’Asl di Avellino, nel rispetto delle procedure regionali previste per simili eventi, emanerà una propria direttiva ai Sindaci interessati sulle misure di prevenzione da adottare in via cautelativa», cosa che è avvenuta. Si precisa che «all’esito delle indagini già avviate dall’Asl, tali misure verranno eventualmente rivalutate». Il perimetro interessato alla emergenza ambientale ad Avellino comprendeva i Comuni di: Atripalda, Montefredane, Manocalzati, Mercogliano, Monteforte Irpino, Forino, Contrada, Cesinali, Aiello del Sabato, Grottolella, Capriglia Irpina, Altavilla Irpina, Serino, Ospedaletto d’Alpinolo, Solofra, Prata Principato Ultra, Montoro. In ogni caso, «Il centro coordinamento soccorsi raccomanda ai cittadini di attenersi esclusivamente alle indicazioni fornite dalle Autorità competenti». Questo passaggio rinviava alle polemiche circolate dopo la diffusione e circolazione di allarmistici post sui social network nei giorni dell’emergenza.

La Prefettura di Avellino

LE INDAGINI DELL’ARPAC SULL’ARIA: VALORI NORMALI PER POLVERI SOTTILI E PRINCIPALI INQUINANTI. Le indagini ambientali da parte dei tecnici dell’Arpa Campania sono ormai in una fase avanzata, rispetto alle prime ore dell’evento. Se le diossine sono presenti in una misura decrescente con il passare delle ore, i rilevamenti condotti con le centraline dall’Arpac non rilevano sforamenti per polveri sottili e per i principali agenti inquinanti. Lo si è affermato fin dalla prima relazione di sabato scorso, contenente «i dati rilevati a partire dalle 18 di venerdì 13 settembre, fino alla mattina di sabato 14, con le concentrazioni medie orarie di idrogeno solforato, ossidi di azoto, monossido di carbonio, ozono, toluene registrate dalla strumentazione analitica, al fine di descrivere l’impatto dell’evento sulla qualità dell’aria ad Avellino», si legge nel comunicato diffuso dall’Arpac sabato pomeriggio. «Non si registrano per questi inquinanti superamenti dei valori limite normativi» e, inoltre, «le stazioni fisse di monitoraggio, normalmente operanti nel capoluogo irpino, non hanno rilevato finora superamenti dei valori limite per le concentrazioni di polveri sottili: la relazione riporta in particolare le medie orarie registrate finora nelle giornate di ieri e oggi». Nelle ultime ore l’attenzione si era spostata sulle diossine. Ora manca il responso dell’Asl Avellino, al lavori per analizzare suoli e acqua nel perimetro prossimo al luogo dell’incendio di venerdì 13 settembre. 

Concluse le operazioni questa mattina dopo le 8. I Vigili del Fuoco annunciano che la ICS è in sicurezza

DEFINITIVAMENTE SPENTO L’INCENDIO SABATO MATTINA, DOPO L’ALBA. Hanno lavorato per tutta la notte tra venerdi e sabato i Vigili del Fuoco e solo alle 9 le operazioni di spegnimento si sono concluse. Oltre cento vigili del Fuoco hanno continuato ininterrottamente a lavorare per mettere in sicurezza il sito, dove la fabbrica è esplosa alle 13.15 di venerdì 13 settembre. Per tutta la notte focolai hanno continuato a bruciare. Nella prima fase dell’intervento, i Vigili del Fuoco hanno circoscritto il rogo, preservando dal rischio di propagazione la Denso, la Irpinia Calcestruzzi, Irpiniambiente ed un distributore di carburante. Poi si è aggredito il centro dell’incendio, domandolo fino ad estinguerlo.

Concluse le operazioni questa mattina dopo le 8. I Vigili del Fuoco annunciano che la ICS è in sicurezza

CENTRALINE FISSE E MOBILI IN AZIONE FINO A LUNEDÌ.  L’Arpa Campania di Avellino ha attivato centraline di rilevamento presso la città ospedaliera e in punti strategici del capoluogo, per analizzare la qualità dell’aria, con particolare attenzione alla quantità di polveri sottili, ultrasottili e alla presenza di eventuali agenti inquinanti nocivi per la salute. Accertato che l’impatto ambientale prodotto dall’incendio non ha arrecato alterazioni atmosferiche. Il Prefetto Maria Tirone e il Centro Coordinamento Soccorsi avevano tracciato ieri un perimetro limite entro il quale stabilire lo stato di emergenza, calcolato sulla direzione e la velocità dei venti, quindi sulla probabile propagazione della nube sprigionata dalle fiamme. Il perimetro è stato ridotto rispetto a quello iniziale, escludendo la zona occidentale, in particolare Monteforte Irpino e Mercogliano.

Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa

MINISTERO DELL’AMBIENTE AL LAVORO. Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa è stato in costante contatto con la Prefettura di Avellino per conoscere l’evoluzione della situazione. La priorità era la qualità dell’aria e il monitoraggio dei fumi. Intanto la Procura della Repubblica di Avellino è al lavoro per ricostruire la dinamica di un incendio senza precedenti, le cui responsabilita andranno accertate. In una città sconvolta dalle conseguenze tragiche della attivita di decoibentazione realizzata sulle carrozze ferroviarie lungo le linee della ex Isochimica, questo episodio getta una ulteriore ombra sulla sicurezza del sito industriale avellinese, dove nel dicembre del 2004 andò in fumo anche un deposito di rifiuti. A poca distanza dall’incendio di ieri c’è la sede di Irpiniambiente, che ha interrotto per qualche giorno la raccolta dei rifiuti, proprio mentre è fermo il termovalorizzatore di Acerra. Non molto lontano c’è lo Stir di Pianodardine, impianto recentemente posto sotto sorveglianza, dopo i casi di incendi dolosi registrati nel 2018 in diverse strutture per il trattamento dei rifiuti. Proprio Costa, alla fine dello scorso anno, è stato protagonista a Caserta di un summit con Governo e Regione Campania sul rischio di incendi dolosi nei pressi degli impianti pubblici e privati operanti in campo ecologico e ambientale. Nelle stesse ore in cui si dichiarava l’emergenza ambientale ad Avellino, peraltro, il ministro Costa ha seguito gli sviluppi dell’incendio divampato nel pomeriggio a Ercolano, in provincia di Napoli, nei pressi dell’ex cava Fiengo di via Castelluccio, all’interno del parco nazionale del Vesuvio.


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