D’Amelio: in Europa il Pd difende la pace. Cipriano rinnoverà Avellino

Intervista alla Presidente del Consiglio Regionale, Rosetta D'Amelio alla vigilia delle elezioni europee e amministrative. "Sfida decisiva con le forze della restaurazione in Italia e nel Continente"

Alla vigilia dell’Election Day di domenica 26 maggio, la campagna elettorale è alle battute finali. In tour da settimane non solo in Irpinia per le amministrative e nei principali Comuni chiamati al rinnovo delle amministrazioni comunali, ma su tutto il territorio regionale per le elezioni europee la Presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio rilancia sulla necessità di arginare l’avanzata dei sovranismi in Europa e fa appello ai cittadini di rivendicare l’appartenenza identitaria e culturale ad orizzonte ben più vasto di quello nazionale. “I giovani sono già cittadini europei, ma queste elezioni sono destinate ad entrare nella storia e possono cambiarne il corso”, ha spiegato nell’intervista a Nuova Irpinia.

Presidente D’Amelio, a dispetto di chi professa la crisi dei partiti e della politica, la campagna elettorale è stata abbastanza partecipata e ricca di spunti di riflessione.

“Sulle amministrative la partecipazione si registra ovunque, e il Partito Democratico è sempre stato molto presente. Al contrario, registro una certa assenza e una minore partecipazione delle altre forze politiche nella campagna per le europee, come se la propaganda fosse relegata soltanto alla rete, al web. Ho notato pochi appuntamenti in luoghi pubblici e il Pd è stato l’unico partito che ha promosso diverse iniziative”.

Si riferisce anche a quello di ieri mattina, con l’ex Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti.

“La tappa di Roberti ad Avellino è stata una iniziativa voluta dal Partito Democratico, oltre che per sostenerne la candidatura, anche per rimarcare l’importanza di queste elezioni del Parlamento Europeo, che entreranno nella storia e che rappresentano un tassello importante della narrazione della storia dell’Europa dal dopoguerra ad oggi. Mi auguro che anche i cittadini siano consapevoli di questo”.

Il Procuratore Roberti ha parlato della contrapposizione fra il blocco democratico e antidemocratico, riferendosi all’avanzata dei sovranisti, che in Italia si identificano con la destra di Salvini e Fratelli d’Italia.

“I cittadini sono chiamati a confrontarsi su un’idea di Europa che deve necessariamente recuperare i suoi principi fondativi. Mi riferisco all’Europa dei popoli, che deve far prevalere i principi di solidarietà e democrazia, pilastri della casa comune europea indeboliti dal protagonismo della politica economica e finanziaria. Penso a quella Europa che deve mettere al centro gli interessi dei Paesi più deboli e che deve rafforzare il suo percorso di pace”.

Pannelli dedicati all’affissione dei manifesti elettorali per le elezioni europee

La propaganda elettorale per le europee in realtà ha ignorato i piccoli Comuni, delegando i media di massa come i talkshow televisivi e i giornali a costruire una opinione tale da trasformarsi in espressione di voto. I pannelli messi a disposizione dai comuni sono vuoti. Come se lo spiega? 

“Inutile negare che la comunicazione ha scelto altri canali rispetto al passato. L’Europa è un orizzonte che ormai è entrato nella nostra cultura e soprattutto in quella dei nostri giovani, che in fin dei conti sono il vero motore degli scambi e dell’azzeramento delle barriere fra i Paesi. Bisogna invece necessariamente lavorare contro i sovranismi e far prevalere una politica prima nazionale e poi europea coerente con i principi di uno Stato di diritto in cui l’Italia si riconosce. Mi riferisco ai migranti, ad esempio, su cui qualche ministro italiano sta contravvenendo agli elementari principi umanitari”.

I cittadini ad oggi, non conoscono i nomi dei candidati, nè i volti. A chi spetta dialogare con i cittadini e fare da avamposto per la campagna elettorale nei territori?

“Il Pd sta lavorando attraverso i suoi circoli: sta mettendo in campo il legame con il territorio. C’è anche da dire che il sistema elettorale è complesso: solo il Partito Democratico ha cinque candidati regionali. Io sono personalmente orgogliosa di avere un capolista per il Mezzogiorno come Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia fino al 2016, una persona che si è sempre battuta per la legalità, allievo di Falcone e Borsellino, cittadino onorario di Sant’Angelo dei Lombardi e di origini per parte di madre, di Fontamarosa, dove conserva un rapporto stretto col territorio”.

Franco Roberti

Roberti è assessore regionale in Campania con delega alla sicurezza. Da ex magistrato ha voluto portare nelle istituzioni il suo profilo da uomo di giustizia. Oggi annuncia un ambizioso progetto in questo senso rivolto all’Europa. Sarà ascoltato?

“In Regione Campania si è battuto per rafforzare la videosorveglianza, per mantenere le scuole aperte come argine alla criminalità organizzata; una piaga che non si combatte soltanto nel Mezzogiorno e nelle periferie, ma che è presente in tutta Italia ed è diffusa anche in Europa. La sua visione più ampia e realistica del fenomeno è sicuramente un vantaggio in più nello scacchiere europeo per la politica della sicurezza, ma Roberti saprà anche valorizzare altre questioni, come il welfare e sarà difendere i principi che hanno ispirato i padri fondatori”.

In un recente comizio pubblico  a Milano, il leader della Lega Matteo Salvini ha esibito il rosario e lanciato l’hashtag “#gesùtiama” per fare leva sui cristiani e, come è stato osservato negli ambienti cattolici, strumentalizzare una “guerra religiosa” speculare alla sua politica anti immigrazione. Lei che idea si è fatta?

“Intanto la laicità dell’Europa è un principio acquisito da tempo, ma vorrei ricordare a Salvini e a quanti lo seguono che la fede è un fatto privato e appartiene alla sfera personale di ognuno. Mi sarei vergognata a stare in quella piazza anche da cittadino, soprattutto quando è stato fischiato Papa Francesco, che è uno dei Pontefici più impegnati nel raggiungimento della pace. Ad ogni modo abbiamo assistito anche al comizio di Forlì, dove Salvini ha sfidato la tolleranza e si è esposto alla finestra emulando Mussolini”.

Come si inverte la rotta?

“E’ necessario ripristinare l’antifascismo come cardine dell’agire politico, riaffermare la democrazia e i nostri veri valori. Un’avanzata sovranista in Europa ci trascinerà nell’isolamento, che mette a rischio la tenuta della pace. Bisogna rivendicare con forza che questa Europa ha costruito 70 anni di civile convivenza, che ha promosso l’unione dei popoli, e il progresso economico e sociale”.

La città di Avellino è il più importante banco di prova per il Partito Democratico in Irpinia, con Montoro e ad Ariano Irpino. Sì è parlato molto di geometrie politiche, di liste, poco di contenuti. Perchè? Anche in questo caso c’è un’evoluzione delle strategie?

“Il nostro candidato Luca Cipriano ha presentato un programma dettagliato: obiettivi semplici ma efficaci per la città di Avellino. Il Pd ha presentato una sola lista, contrariamente a quanto sostengono i fuoriusciti. Con la lista del Partito ci sono altre tre liste collegate, che è un numero giusto per una città come il capoluogo provinciale e dove il Pd ha radici ben salde sul territorio”.

Continui.

“Abbiamo riflettuto se presentarne più di una, ma alla fine abbiamo scelto di lavorare sul programma, infatti è stata premiata la qualità: sono stati candidati tanti giovani che sono stati scelti per le loro competenze e non certo perchè sono collettori di voti. In lista ci sono tanti volti che si vogliono impegnare e questo ci fa ben sperare per il futuro.

Le rappresentanze del Pd al Comune di Avellino per il deposito della lista a sostegno del candidato sindaco Luca Cipriano. Da sinistra: Stefano Farina, Salvatore Cucciniello, Maria Pia Ficociello, Giuseppe Di Guglielmo, Ivo Capone ed Ermando Zoina

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