Rosa D'Amelio, l'attrice Eva Immediato e Rosaria Bruno

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L’8 marzo non è la Festa della Donna, come viene comunemente definita. “E’ la giornata commemorativa di tutte quelle donne che morirono per difendere il posto di lavoro” chiarisce la presidente del consiglio regionale Rosetta D’Amelio, che lancia un monito alle giovani generazioni. Così mentre l’Irpinia celebra la Giornata internazionale della donna, le associazioni di categoria proclamano (giustamente) lo sciopero nazionale per sottolineare la grande differenza salariale fra uomo e donna, e un forte divario sul tema dei diritti. Il messaggio di speranza proclamato ad Avellino, è stato quello di arrivare alla possibilità di festeggiare un 8 marzo di parità, acquisito come un diritto sostanziale per uomini e donne. Ma c’è ancora tanta strada da percorrere, per questo l’attenzione è concentrata sulla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e la formazione delle giovani generazioni. Gli interventi delle autorità intanto, hanno parlato di regressione culturale e dei diritti, figlia dell’indebolimento culturale dei nostri tempi. Se le generazioni precedenti hanno portato avanti battaglia durissime per la valorizzazione delle donne, per la parità di genere, oggi le ragazze vivono la parità come un diritto acquisito. “Ma il cammino non si è concluso, deve andare avanti: la crisi dei movimenti e dei partiti può essere superata dall’associazionismo e la sinergia costruita oggi è un chiaro segnale” spiega Rosaria Bruno, presidente dell’Osservatorio regionale del Fenomeno della Violenza sulle donne.

La Presidente dell’Osservatorio sul Fenomeno della Violenza sulle Donne

Presidente Bruno è stata inaugurata la prima panchina rossa all’interno di una stazione ferroviaria italiana.

“Si tratta di un segnale forte per tutta la regione. Oggi è una giornata speciale: celebriamo la giornata internazionale delle donne, dedicata alla sensibilizzazione della condizione femminile, e la rivendicazione della libertà e della parità. Questa di oggi è una manifestazione molto importante che vede insieme associazioni e istituzioni, in una sinergia potente per la realizzazione di qualcosa che lascia il segno: la panchina rossa è un simbolo che ricorda tutte le donne che chiedono giustizia e uguaglianza dei diritti”.

L’installazione della panchina rossa alla stazione arriva in concomitanza con lo stupro denunciato dalla 24enne di San Giorgio a Cremano nella stazione della Circumvesuviana.

“L’inaugurazione della panchina rossa arriva in una giornata particolare, segnata da due femminicidi, che evidenziano la nostra tensione emotiva di oggi, e scandisce la determinazione a combattere i soprusi, il mobbing, i ricatti sessuali. Questo dell’8 marzo è un evento capofila da cui vogliamo partire per focalizzare la criticità, ma il nostro percorso guarda anche alla tutela e alla realizzazione imprenditoriale, e alla salute: dove c’è salute non c’è violenza”.

Per questo la tappa conclusiva della giornata è dedicata alla prevenzione del tumore al seno, con la presenza di tante professionalità, testimonial di un investimento sulla cultura della prevenzione.

Spingiamo doverosamente anche sulla prevenzione. La realizzazione della sciarpa rosa da guiness dei primati ci fa ben sperare: se le migliaia di donne campane (e diverse anche dall’estero) che hanno sferruzato si sono anche sottoposte a controlli medici per la prevenzione del tumore al seno e ad altri controlli in generale, allora possiamo dire di avere ottenuto un grandissimo risultato”.

La rivoluzione culturale a cui lei auspica attraverso le innumerevoli attività dell’Osservatorio regionale sul Fenomeno della Violenza sulle Donne implica una autodeterminazione pronunciata da tutti gli uomini a riconoscere la parità sostanziale oltre formale alle donne. Quanta strada c’è ancora da fare?

“Nell’organizzazione di questa manifestazione c’è stata una compartecipazione di molti uomini, che si sono schierati al fianco delle donne. Questo ci fa ben sperare ed è stato molto bello condividere la concertazione di un evento come questo: bisogna ammettere che non tutti gli uomini sono uguali e qualcosa sta cambiando. Ci sono anche le scuole, le istituzioni e tantissime associazioni che si muovono in sinergia”.


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