Stop Irap per tre anni, con la Zes l’industria crea posti di lavoro. L’Irpinia nella piattaforma del Mediterraneo

ENTRO GIUGNO IL PROTOCOLLO CON IL GOVERNO PER LA PIENA OPERATIVITÀ.Prende forma la organizzazione per la gestione degli investimenti internazionali con accessi semplificati ai siti produttivi in 40 giorni. Intanto, si punta connettere la prima Zona Economica Speciale d’Italia con le zone franche del Mediterraneo, in particolare quelle di Biserta in Tunisia e di Freeport a Malta

Azzerare l’Irap per tre anni alle imprese che investiranno nella Zes della Campania, semplificando l’insediamento delle iniziative con procedimenti lampo, entro i 40 giorni dall’attivazione.

Sono questi i primi punti del programma che l’Assessore alle Attività Produttive Antonio Marchiello sta preparando in vista dell’imminente confronto decisivo di merito con il Governo. L’obiettivo della Giunta regionale è realizzare investimenti connessi alla logistica retroportuale ed industriale a partire dalla seconda metà del 2019, con la creazione di posti di lavoro all’interno della intera Zes in tutte le province. Avellino è presente con le aree Asi di Pianodardine, Valle Ufita e Calaggio.

Il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca

E proprio i Consorzi Asi, gestori dei servizi in quasi tutti i nuclei produttivi inseriti nel programma, saranno chiamati a gestire le semplificazioni, rappresentando presìdi qualificati presenti in modo capillare.

La Regione sta lavorando alle coperture per gli sgravi fiscali. Ottanta milioni sarebbero già pronti come primo acconto su un investimento che la Campania punta a realizzare per favorire investimenti massicci nazionali ed esteri nella Zona Economica Speciale nell’ambito della piattaforma industriale.

STRUMENTI NORMATIVI DISPONIBILI. In  questi giorni a Napoli gli uffici lavorano al testo della convenzione con il ministero per il Sud, ma stanno approntando anche le bozze di quelli che dovranno essere i bandi per le imprese investitrici. L’obiettivo è di arrivare ad un protocollo tra Campania e Governo entro giugno. I contatti in questi giorni con il Vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio e con il Presidente dell’Autorità Portuale, Pietro Spirito, consentono a Marchiello di predisporre gli strumenti normativi a strettissimo giro. Le aree Zes selezionate entreranno a far parte della Macro Regione Economica del Mediterraneo per le Eccellenze, al centrodella tre giorni “Med Blue Economy” a Napoli. La Regione Campania ed i tre Consorzi associati, cioè Asi di Napoli, di Caserta e del Sud Pontino, si ragiona di connettere la prima Zona Economica Speciale d’Italia con le zone franche del Mediterraneo, in particolare quelle di Biserta in Tunisia e di Freeport a Malta.

La logistica 4.0 è alle porte

I CONSORZI ASI SARANNO PROTAGONISTI. Considerati in Campania per anni uno strumento superato, i Consorzi Asi grazie all’ultima riforma di rivelano una risorsa preziosa per la realizzazione e il governo della Zona Economica Speciale. Saranno gli uffici Asi a gestire il rapporto con gli investitori che dovranno accedere alle aree industriali inserite nella Zes della Campania. In quest’ottica, l’Assessore alle Attività Produttive Antonio Marchiello interverrà ad Avellino domani, giovedì 21 febbraio alle ore 12, presso la sede di Contrada Campo Fiume, per un primo incontro operativo sulla Zona Economica Speciale a Pianodardine, in Valle Ufita e nel Calaggio. Prenderà forma nella circostanza la prospettiva di sviluppo collegata alle aree industriali irpine, destinate ad entrare nel circuito di investimenti internazionali internazionali, nell’ambito del costruendo bacino economico del Mediterraneo.

L’ingresso ai vecchi uffici avellinesi del Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Avellino, l’Asi

«STRATEGIA PER LA RIPRESA AL SUD». Con un provvedimento della Giunta regionale della Campania varato nel 2016, sono state definite le opportunità disponibili per le Zes, «in termini di incentivi finanziari, di sgravi e di esenzioni doganali e fiscali, di semplificazioni normative e amministrative», recepite dal Governo nel mese di settembre 2018. Nei prossimi giorni Palazzo Santa Lucia darà forma alle Zes, aree di insediamento produttivo nelle quali sono previste semplificazioni amministrative e benefit per le imprese che vi rientreranno, della quale farà parte anche l’Asi di Avellino, che avrà competenza diretta per i nuclei di Pianodardine, Valle Ufita e Calaggio. Da quel momento si potrà concretamente avviare l’attività di programmazione degli interventi infrasstrutturali, della pianificazione strategica, quindi, delle iniziative di promozione degli spazi disponibili a Pianodardine, Valle Ufita e Calaggio. Negli uffici di Avellino verrà istituito un punto informativo, per fornire alle aziende tutte le notizie utili su questa nuova realtà ed i vantaggi che potranno derivarne.

Il cartello all’ingresso dell’area industriale di Pianodardine ad Avellino

LINEE DI CREDITO APERTE DA INTESA SAN PAOLO PER GLI INVESTITORI. Nel frattempo il mondo economico è pronto alla sfida industriale sulla logistica in Campania e nel Mezzogiorno. La Banca Intesa San Paolo ha annunciato una linea di credito di 1,5 miliardi di euro alle Zes del Sud d’Italia. L’operazione si annuncia fortemente interessate per le grandi imprese. La Campania offre una piattaforma logistica di 5100 ettari (aree individuate dal piano di sviluppo strategico della Regione), cui si aggiungono 300 ettari per un’eventuale eccedenza di domanda.Una volta definito il quadro normativo, questi investimenti sono veloci. L’intera operazione sburocratizzata passa sotto il controllo diretto delle autorità speciali dedicate e ai privati. L’operazione riguarda strategie di sviluppo logistico a supporto delle aree portuali. Le zone interne diventano piattaforme logistiche retroportuali, che consentono ai porti di aumentare i volumi dei traffici marittimi internazionali, implementando ed estendendo la ricchezza prodotta dalle attività industriali e commerciali collegate.

Uno scorcio del Centro direzionale di Napoli

PATTO TRA MONDO FINANZIARIO E IMPRENDITORIALE. All’inizio di gennaio, nella sede dell’Unione Industriali Napoli, il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, Pietro Spirito, il Presidente di Confindustria Campania, Vito Grassi, i rappresentanti delle associazioni territoriali campane del sistema Confindustria e il Direttore regionale Campania, Basilicata, Calabria e Puglia Intesa Sanpaolo, Francesco Guido, hanno definito un fronte unico in raccordo con la Regione Campania, per compiere ogni utile azione volta ad accelerare l’operatività della ZES. Obiettivi indicati: la semplificazione normativa, la riduzione dell’Irap per chi investe nel perimetro delle Zes, tra l’altro.

ZES, NUOVI POLI PER L’INVESTIMENTO. Le Zes, le Zone Economiche Speciali, sono una settantina in Europa, 2700 nel mondo. Nascono per rendere duraturi gli investimenti produttivi privati internazionali, grazie ad agevolazioni e semplificazioni. All’interno del perimetro geografico individuato come Zes, si applica per un periodo di tempo prestabilito una legislazione economica differente da quella nazionale. Le Zes rappresentano una evoluzione delle Zone franche. I tagli delle imposte e le forti semplificazioni burocratiche garantite alle imprese che sottoscrivono un impegno duraturo al mantenimento delle produzioni si associano ad altri interventi, come possibili incentivi per gli investimenti iniziali, agevolazioni o esenzioni fiscali, deroghe alla regolamentazione sui contratti di lavoro, canoni di locazione ridotti e utenze a tariffe agevolate. In Italia il modello è stato sviluppato e approfondito con successo a Milano. In Europa hanno dato risultati significativi soprattutto in Polonia, dove se ne contano il numero maggiore, ma ce ne sono anche in Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lituania, Lettonia, Malta. Olanda, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Gran Bretagna. A livello globale la Cina ha fatto di questo lo strumento principale per importare con le imprese straniere il know how necessario a far germogliare a livello locale un’industria autonoma paragonabile a quella europea o americana.


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