Turismo, in Alta Irpinia 416 visitatori al giorno: ora un piano

LE PROSPETTIVE DEL SETTORE IN UN CONVEGNO A MATERDOMINI. L'iniziativa del Forum regionale dei Giovani a Caposele delinea gli scenari nel comprensorio. Flussi consolidati: gli amministratori locali guardano al salto di qualità

Per la prima volta e dopo innumerevoli incontri e convegni in cui si discute di ipotesi di costruzione di una strategia di incremento turistico per l’Irpinia, a Caposele si è parlato di un flusso turistico esistente da gestire e da amministrare. Cifre e metodi sono venuti fuori da un complesso dibattito sul turismo nelle aree interne promosso dal Forum regionale dei giovani guidato da Giuseppe Caruso, e dalla cabina di regia del master Arìnt della Facoltà di Architettura della Federico II di Napoli.

Il faro arriva dalla scuola, e nello specifico da Gerardo Cipriano, dirigente dell’Istituto Superiore Francesco de Sanctis, che ha appena incassato il via libera della provincia per l’apertura dell’indirizzo turistico in seno all’Istituto Tecnico Commerciale di Sant’Angelo dei Lombardi. “L’Alta Irpina ha un flusso turistico notevole: 416 presenze al giorno, sostenute da 97 alberghi, 100 b&b ed altre strutture che attendono di essere sviluppate” ha annunciato. “La scuola è pronta a fare la sua parte e Teora ospita un corso di laurea triennale in economia aziendale ad indirizzo turistico che ci consente di chiudere la filiera sulla formazione e fare in modo che tutte le risorse del posto vengano valorizzate” ha spiegato.

Caposele in notturna, illuminata dall’albero natalizio più alto d’Europa inaugurato la scorsa settimana

Caposele e Materdomini sono al centro di questa complessa strategia turistica, che vanta un portafoglio di 1milione di pellegrini annui e che ad oggi è in grado di costruire una trama a maglie strette che si estende dal complesso termale di Contursi e fino ai siti archeologici, senza contare la necessità di riammagliare e organizzare la complessità del patrimonio immateriale custodito dall’intera mappa provinciale. Non è stata casuale, infatti, la proposta del coordinatore regionale dei giovani. Dopo aver illustrato l’andamento socio economico e il trend in crescita dello spopolamento, ha lanciato l’idea di istituire una Fondazione a scopo di promozione turistica per costruire una rete di comuni, enti, università, associazioni e portatori di interesse.

 

Il Sindaco di Caposele, Melillo

Un metodo in campo per ribaltare la piramide c’è già. Si tratta di una sperimentazione del Comune di Caposele, che annuncia il metodo scientifico della pianificazione urbanistica e quello sociologico della condivisione con la comunità su larga scala. Si tratta della stesura di una Piano strategico Comunale per il turismo quinquennale, che è stato accennato solo in parte dal consigliere comunale Ernesto Donatiello con delega al turismo, e che sarà approvato a breve in consiglio. “Abbiamo censito l’offerta turistica e ragionato per costruire un piano strategico comunale, un metodo che potrebbe essere esteso a tutti per ragionare in maniera programmatica” ha annunciato. “Una linea strategica però è fondamentale per stabilire una rotta da perseguire: grazie al metodo della Swot Analisys sono stati cementati i quattro pilastri su cui costruire l’edificio: natura, enogastronomia, fede, e un centro congressi in via di apertura, a cui contiamo di affiancare le nuove tecnologie per sviluppare un piano di marketing, elemento essenziale da punto vista turistico.

Il Sindaco di Teora, Stefano Farina

Fondamentali, nell’ottica di Donatiello, sono gli strumenti di digital marketing che dovranno consentire una nuova capacità di interazione della comunità. Per Stefano Farina, sindaco di Teora, il turismo nelle aree interne è un punto interrogativo. “Se si parla di Campania, Napoli è centrale insieme alla costiera amalfitana perché viene considerata la proposta turistica di eccellenza; noi dovremmo puntare si un turismo ‘povero’, fatto di aria buona, possibilità di spazi, mangiare sano. Se l’eccellenza della proposta irpina è questa, sarà necessario mettere in campo finanziamenti per mettere in sicurezza i luoghi sotto il profilo ambientale. Penso alla bonifica dell’amianto: ci sono infinità di contadini con stalle le cui pareti sono di amianto” ha proposto. Poi l’affondo sui rifiuti. “Quando il Ministro Salvini ha parlato di un ulteriore inceneritore in Campania, ho pensato immediatamente all’Alta Irpina perché è un ricettacolo di soluzioni che non trovano accoglienza in altri posti. Siamo alternativi alla Terra dei Fuochi, solo se candidiamo una proposta turistica efficace, che sia dotata di un collante per tematiche e sotto il profilo temporale. Oggi non siamo in grado di costruire una offerta complessiva territoriale” ha concluso.

Vista dalle aule universitarie e dagli accademici impegnati nello studio e nell’elaborazione di una strategia per le aree interne della Campania, l’Alta Irpinia è una officina di sperimentazioni in gradi di offrire un paradigma applicabile a tutte le aree interne dell’Appennino. “Guardiamo a Matera 2019 con interesse, per capire come la rete nazionale del turismo si interfaccia con aree interne” ha spiegato Francesco Rispoli, coordinatore del Master Arìnt. “Il patrimonio è quello che noi abbiamo: si tratta di una parola che guarda al futuro, non al passato”. “Sostenibilità” è senza dubbio la parola chiave del terzo millennio, un distillato in cui si intrecciano ambiente, società ed economia, ovvero garantire alle future generazioni un mondo non peggiore di quello che abbiamo trovato.

L’irruzione di Pino Irpino al convegno di Materdomini sul turismo nelle aree interne

Lo stesso professor Rispoli conferma che per fare turismo sono necessarie le infrastrutture, materiali e immateriali, le piattaforme digitali e tour operator internazionali. Fare turismo significa trasmettere l’identità di un luogo, che può essere spiegata attraverso le cartoline e la storia. Un contributo determinante è arrivato anche da Giovanni Pandolfo, console regionale del Touring Club Italiano, che ha sottolineato l’esempio di Matera, che negli anni ’50 era “la vergogna d Italia” e oggi si prepara ad un riconoscimento europeo. Pandolfo ha evidenziato il lavoro del Touring e l’apporto che ha dato al turismo negli ultimi 125 anni, soffermandosi sul “Progetto bandiera arancione” per i borghi delle aree interne, e sull’ingresso di Zungoli nell’asset strategico nazionale. “Ci sono possibilità per promuovere il turismo qui: un impulso notevole arriva dalla ferrovia turistica. Il 7 dicembre il treno parte da Benevento e arriva a Castelfranci, sabato arriva a Lioni e il 16 dicembre a Lapio. E’ uno strumento fondamentale per mettere in rete borghi, legare e tenere insieme le diverse comunità” ha spiegato.

Una foto promozionale di Matera Capitale della Cultura 2019

Ina Macaione, docente dell’Università della Basilicata ha parlato della forte contrazione demografica del Mezzogiorno, e della necessità per le aree interne di far conoscere le ricchezze endogene. “Nelle aree appenniniche è necessaria la capacità di relazionarsi, candidare progetti non solo sulle spalle di un piccolo comune, ma istituire tavoli per il dialogo, per adottare una forma di turismo sostenibile a partire da proprie specificità in ottica di cambiamento: congelare il patrimonio nei musei è sbagliato” ha tuonato. “Il Mezzogiorno deve uscire dalla logica dell economismo: se si tradisce la fiducia sul merito non c’è spazio per la creatività. Candidare Matera a capitale della cultura e renderla competitiva con Venezia, Palermo e altre è stato faticoso, ma il Sud ha una speranza che sono i suoi giovani e possono traghettarlo fuori dalla situazione di stallo. Matera rappresenterà proprio la capacità di emergere del Sud” E infine la conclusione: “L’ottimismo è fondamentale ma non può essere tradito dai partiti o da altre logiche. I partiti creano difficoltà e spezzano le gambe ai giovani; così non avremo futuro. A questo aggiungiamo che la fuga dei cervelli è fomentata dai genitori perché hanno paura”.

 

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