Rotondi: via Centrosinistra e Centrodestra, blocco unico contro asse M5s-Lega

Il parlamentare irpino auspica la nascita di una aggregazione che superi gli attuali schieramenti di centrodestra e centrosinistra, per contrastare le spinte reazionarie ed il sentimento dell'antipolitica presenti nel Paese.

Gianfranco Rotondi

«Il futuro politico sarà di chi è in grado di opporsi al Partito del No, senza fare riferimento alle vecchie sigle, allargando gli orizzonti». Il deputato Gianfranco Rotondi, presidente nazionale della Dc e vicecapogruppo di Forza Italia, prova ad indicare un’alternativa al governo giallo-verde.

Ogni giorno i sondaggi demoscopici confermano che la Lega si starebbe insediando anche nel Mezzogiorno. Che ne pensa?

«Il consenso della Lega al Sud starebbe crescendo, anche se ci sono ancora delle resistenze. Nell’intero Paese sta sicuramente erodendo spazio ai Cinque Stelle, giocando su temi delicati come l’immigrazione e la sicurezza, alimentando timori più o meno diffusi, parlando alla pancia delle persone, con un linguaggio ed un atteggiamento manifestamente razzista, senza affrontare concretamente le questioni».

Sempre più spesso ci sono segnali che evidenziano la distanza ed i contrasti esistenti tra i Cinque Stelle ed il partito di Salvini. Crede che possa consumarsi la rottura tra le due forze politiche di governo, mossa anche dalla volontà di determinare nuovi equilibri?

«La legislatura sta andando avanti per forza di inerzia. Penso che vi sia la volontà da parte di tutti di farla durare. Non credo affatto possa registrarsi una contrapposizione fatale nell’asse di governo».

Matteo Salvini a Napoli in occasione del lancio della Lega Campana per le elezioni del 2018

Nessun progetto, dunque, da parte di Salvini per ricostruire l’alleanza con Berlusconi, in un centrodestra a guida Lega?

«Nonostante le rassicurazioni e le dichiarazioni di disponibilità del Carroccio, non penso che vi sia realmente l’intenzione di costruire un nuovo patto con Berlusconi, benché questi prenda per buone le parole dei suoi interlocutori. La Lega ha scelto una strada diversa sulla quale spingerà per raccogliere il massimo del risultato elettorale, incarnando il partito del No».

Che tipo di risposta può esserci nei confronti del crescente sentimento antipolitico e demagogico?

«Il futuro sarà di chi saprà unire centrodestra e centrosinistra in una nuova sintesi. Un po’ come fece il Cavaliere negli anni Novanta, mettendo assieme pezzi della Dc, del Psi e del Pli».

Silvio Berlusconi ai tempi dell’ultimo governo da lui presieduto, nel 2011, ospite di Bruno Vespa nella trasmissione di Raiuno ‘Porta a Porta’

L’obiettivo dovrebbero essere le larghe intese?

«I vecchi schemi politici appaiono superati e comunque non adeguati a dare risposte in questa fase. Assisteremo, quindi, ad un rimescolamento delle carte. C’è la necessità di immaginare con coraggio nuove opzioni, dando vita ad un vero e proprio soggetto politico inedito, che sia in grado di offrire un’alternativa alla deriva reazionaria e alle pulsioni autoritarie che emergono, mettendo al centro i valori della democrazia rappresentativa, un nuovo popolarismo ed entrando in sintonia con le istanze dei cittadini».

Massimo Cacciari, filosofo

Chi potrebbe decidere di fare la prima mossa per aprire il confronto tra gli schieramenti?

«Servirebbe che Crosetto, Cacciari ed altri dicessero a Berlusconi e Prodi: “Che volete farne dell’Italia? Vi rendete conto che siamo governati da dei razzisti che ormai non fanno altro che scatenare la caccia al nero, all’emarginato e a chiunque appaia diverso, esaltando il ruolo di Salvini come uomo forte, e da chi non è capace di offrire altra soluzione ai problemi occupazionali e alla crisi, che non sia il reddito di cittadinanza, una prebenda da concedere, senza valutarne gli effetti?”. Vanno, insomma, superati gli steccati, per guardare in avanti».

C’è in Italia una destra con un orizzonte diverso rispetto a quello visto finora?

«Secondo me sì. Una destra europea, capace di dialogare. Fini provò a dare vita ad un partito che le desse forma, però sprecò l’occasione. Ma in passato c’è stata una tradizione nobile di una destra conservatrice, moderata, umana. Mi viene in mente, ad esempio, il nome di Covelli».

Gianfranco Rotondi, già Ministro dell’Attuazione del Programma nel Governo presieduto da Silvio Berlusconi

Intanto, il progetto della nuova Dc va avanti.

«Sì, ormai è diventato una realtà. Negli anni scorsi tutti avevano abbandonato l’idea di un partito che riunisse i cattolici impegnati in politica. Per prima la Chiesa sosteneva che non vi fosse più la necessità di una casa comune. Ci hanno spiegato che i cattolici dovessero essere presenti nella società ed indistintamente in tutte le forze politiche. Adesso mi sembra che vi sia un’inversione di tendenza. Ma come dicevo, nella fase attuale, c’è bisogno di uno sforzo per un progetto comune».

Unione Europea

In primavera ci sarà la sfida delle elezioni europee. Sarà un primo banco di prova?

«Non mi aspetto sorprese, considerando che il sistema elettorale delle europee è proporzionale. Si dovrà vedere i partiti di governo quanto reggono. Nonostante tutto, non mancano incrinature. Alla prova dei fatti, quella che sembra un’inarrestabile cavalcata, potrebbe non essere più tale. Ma è presto per dirlo. C’è però sicuramente un grande spazio politico per chi si contrappone al Partito del No, senza fare riferimento alle vecchie sigle».

Su quali temi si giocherà la campagna?

«L’opzione, soprattutto in questo appuntamento, sarà tra chi propone più Europa e chi più sovranismo, una espressione in voga, che però andrebbe tradotta più correttamente con il termine “nazionalismo”».

Quali potrebbero essere i protagonisti di una nuova forza capace di opporsi al sovranismo?

«Andrebbe prima costruita, attraverso un confronto serio ed aperto, un’idea di Europa, che sia più vicina ai cittadini e che consenta di dare impulso a politiche inclusive. Poi si potrà individuare personalità di destra e di sinistra, che sappiano entrare in sintonia con l’elettorato».

 

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