Vallesaccarda e Baronia: a scuola pranzo BIO

Il primo cittadino di Vallesaccarda (già presidente della Condotta Ufita Taurasi Slow Food) ha inserito nel bando per la mensa scolastica, il criterio dell' "offerta migliorativa". Non il miglior prezzo, ma il miglior prodotto. I bambini a scuola mangiano bio.

Vallesaccarda. Poi Trevico e Scampitella sono i paesi della Baronia ad aver recepito anzitempo quello che oggi è proposta di legge in seno alla Regione Campania. Si tratta della “Disciplina per l’orientamento al consumo dei prodotti di qualità e per l’educazione alimentare nelle scuole”. La proposta è stata avanzata un mese fa circa, dopo il pressing del presidente della Coldiretti Campania Gennarino Masiello. Lo scopo, manco a dirlo, è stimolare il consumo di cibi di qualità a scuola.

Sulla faccenda la Campania è maglia nera se non altro perchè ovvia proprio la vicenda. Risulta essere infatti la Regione con la minore offerta didattica in modalità doposcuola. A dire che in molti casi (eccezion fatta per la scuola dell’Infanzia), si torna a casa senza possibilità di frequentare attività pomeridiane di supporto alla didattica tradizionale.

Il Sindaco di Vallesaccarda, Archidiacono

“Appena eletto quattro anni fa mi sono trovato ad indire bando per l’assegnazione del servizio mensa – dichiara il sindaco di Vallesaccarda Franco Archidiacono – allora decidemmo di invertire la rotta. Redigemmo un bando la cui assegnazione è avvenuta in base alle ‘offerte migliorative’, cioè siamo andati a guardare chi ci offriva non solo un buon prezzo ma anche una valore aggiunto in termini di qualità”.

I tre Comuni forniscono ogni giorno circa 150 pasti a km 0. “I pomodori vengono acquistati presso aziende agricole del territorio. L’olio è locale, extravergine di oliva ovviamente e periodicamente facciamo controlli a sorpresa”, dichiara Archidiacono.

I tre paesi all’avanguardia dispongono anche di una Commissione Mensa composta da genitori, rappresentanti di classe, operatori del settore. Il costo giornaliero per chi ha il reddito più alto è di 2 euro circa.

“L’unico punto dolente che speriamo superare è l’utilizzo delle stoviglie. Tutto dovrebbe essere biodegradabile ma con i costi ancora non ci siamo. Quindi piatti e posate vengono regolarmente lavati. Vorremmo invece fossero usati materiali bio. E’ il nostro prossimo obiettivo”. Archidiacono ha anche specificato che il menù è stato redatto da una dietologa ed è stato regolarmente approvato dall’ASL di competenza.

A Milano la scorsa estate è nata una rete di imprenditori agricoli che fornisce ai bambini, in piena centro urbano, prodotti bio. Filiera corta, anzi cortissima. Segue Roma. Qui le scuole hanno l’obbligo di acquistare materie prime non oltre 300km di distanza dalla capitale. Tutto per garantire non tanto la filiera corta quanto il made in Italy.

Sempre a Vallesaccarda c’è l’orto a scuola. “Tre lotti da 12 metri quadri l’uno coltivati e seguiti dai ragazzi”. Un miraggio per realtà rurali dove spesso i giovanissimi vivono avulsi dal contesto, impacciati rispetto a colture anche semplici. Eppure siamo nel cuore della Dieta Mediterranea.

Vallesaccarda ha “tracciato il solco”, per dirla con parole del primo cittadino. E’ un aiuto al territorio ma soprattutto una collaborazione importante rispetto alla salute dei ragazzi. Secondo l’indagine condotta da Okkio alla Salute (Sistema di sorveglianza su sovrappeso e obesità), in Italia ancora un bambino su tre ha un peso eccessivo. L’attenzione all’alimentazione è cresciuta e i tre Comuni, ultimi per collocazione geografica ai confini tra Campania e Puglia, stanno al passo e scattano in avanti.

 

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