IIA, “No alla Karsan”. Fismic rifiuta l’ipotesi turca. Il sindacato si spacca sul Governo

Dopo la rescissione della Regione Campania per la fornitura di 47 autobus, il clima si fa rovente. I dipendenti e le segreterie sindacali non accettano l'ipotesi vociferata di un incremento di quote dell'azienda turca Karsan. Intanto, Fismic e Uglm Nazionali esprimono dissenso sulla nuova richiesta di incontro da parte di Uilm e Fiom con il Ministro, annunciando l'impegno a ricucire la spaccatura del fronte unitario

Alla IIA la Fismic non ci sta. L’ipotesi dell’azienda Karsan che, “secondo i ben informati”, sarebbe accreditata per la ricapitalizzazione della Industria Italiana Autobus, è indigesta ai dipendenti e alle sigle sindacali. “La Fismic non ci sta”, ha dichiarato Giuseppe Zaolino, segretario generale Fismic.

“Il Consiglio di fabbrica dovrà esprimersi quanto prima – ha proseguito – metteremo in campo le forme di protesta necessarie” per manifestare il nostro dissenso rispetto alle voci più in voga. Perchè di ufficiale e scritto, non c’è nulla. Nè si è espresso il Governo, nè tantomeno la società. Chi ha parlato chiaro ad oggi, dando una vera stangata, è la Regione Campania che ha comunicato la rescissione del contratto con la IIA. Bruciati al vento quindi 47 autobus. La notizia giunta ieri ha fatto in poco tempo il giro social ed è giunta fino a Bologna. Porta in faccia per l’azienda “inadempiente” con un quadro contestuale instabile e flebile.

Il corteo dei lavoratori IIA di Flumeri a Roma il 23 novembre

Chiosa netto Zaolino: “se il piano è quello di produrre in Turchia, la Fismic e i suoi operai dicono, no. Nei prossimi giorni ci dobbiamo far sentire. Valle Ufita è in fermento e lo siamo anche noi – ha proseguito – c’è una gran confusione dettata anche ad arte dal MISE e da Invitalia nella veste di coordinatore che cerca di mettere insieme i cocci dell’azienda con idee poco chiare“.

Gli fanno eco le altre sigle sindacali, tra cui la Fiom – Cgil e tutto il comparto bolognese. Spedita intanto richiesta d’incontro al MISE da parte di FIOM-CGIL e UILM. Nella nota, i sindacati hanno chiesto “un incontro urgente sulla vertenza IIA”. In “assenza di una convocazione in tempi rapidi, metteremo in campo le iniziative utili a salvaguardare i lavoratori e le lavoratrici dei due stabilimenti”.

Se non giungeranno nuove nelle prossime ore, il primo appuntamento utile è fissato all’undici dicembre. In tale data, ha affermato Zaolino, “se, come abbiamo intuito, la composizione societaria sarà costituita da un rafforzamento di Leonardo che dovrebbe raggiungere il 20-30%, Invitalia con un partner privato (che non sappiamo chi sia), davvero saremo smarriti. Ripiomberemo nella situazione che ci fu presentata nel 2014”.

La ex Bredamenarinibus, oggi Industria Italiana Autobus

Il malcontento rispetto alla turca Karsan riguarda la constatazione di Zaolino che l’azienda, che qualche anno fa ha aperto filiale a Torino, “è interessata solo al marchio Breda, non altro. I nostri lavoratori rimarrebbero fuori da un ragionamento occupazionale e lavorativo in Italia, perchè Karsan vuole potenziare la sua posizione commerciale nel mercato europeo”.

La grande domanda del sindacalista riguarda la promessa del Polo Pubblico avanzata lo scorso luglio dal Governo e, ad oggi, disattesa. Ferrovie dello Stato, secondo fonti che si dicono certe, sarebbe fuori dal gioco. Avrebbe rinunciato alla partita. Che certamente non è appetibile così com’è con un quadro economico con segno meno e le prime grosse ‘perdite d’acqua’. La rescissione della Regione Campania, il silenzio aziendale, l’ascesa della Karsan mal vista dal comparto metalmeccanico italiano.

Umori in caduta libera per i dipendenti per una situazione incresciosa e per un “muro contro muro” tra Governo e società che sta svilendo fino allo sfinimento gli operai. Una pagina bieca dell’industria italiana e di parte delle forze politiche. Un botta e risposta ai danni dei lavoratori per uno scenario che stenta a chiarirsi. Una volta per tutte.

SI SPACCA IL FRONTE SINDACALE SUL GOVERNO. Con una nota diffusa in mattinata, Fismic e Uglm Nazionali ritengono grave l’iniziativa della Fiom e della Uilm «dopo alcuni giorni dall’ iniziativa unitaria di Caivano, che ha portato al confronto con il Ministro Di Maio e all’impegno dello stesso a convocare le parti, entro l’undici di dicembre al Mise per definire il riassetto societario ed il nuovo piano industriale per il rilancio di IIa», si legge.

«I responsabili nazionali di settore di Fim-Fiom e Uilm, rompono il fronte sindacale e scrivono al Ministro Di Maio per chiedere le stesse cose già ottenute nel confronto di Caivano: è stato un errore che si poteva evitare», scrivono in un comunicato congiunto Fismic e Uglm Nazionali.

«Rompere il fronte unitario in questa fase delicata della vertenza è un errore politico che indebolisce tutto il fronte sindacale, prima ancora di iniziare la discussione sul riassetto e sul piano industriale che dovrà ridare un posto di lavoro ai circa 450 dipendenti di Valle Ufita e Bologna». La nota si conclude comunque con un impegno a ricucire: «Lavoreremo per riannodare i fili spezzati da questa iniziativa, perché le responsabilità sono di tutti ed insieme dobbiamo ricercare una soluzione positiva a questa vertenza che si trascina da troppo tempo»,

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