Pd, D’Amelio apre all’unità del partito e attacca sulla Provincia: Vignola silurato ad Avellino

LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE ALLE PRIMARIE SCEGLIE MINNITI. Conferenza stampa per chiarire la posizione nel nuovo quadro politico determinato a Roma e ad Avellino dalla sfida congressuale. Affondo contro Gianluca Festa e Livio Petitto: una vergogna se hanno sostenuto Biancardi contro il Centrosinistra

Allargamento della maggioranza a via Tagliamento, unendo il Pd irpino in vista delle scadenze elettorali di primavera a tutti i livelli, dalle europee alle amministrative in Irpinia, con riferimento anche alle tre principali città, ma soprattutto fare chiarezza sul ruolo avuto da una parte del partito nella sconfitta di Michele Vignola. In questo senso, prendendo atto del voto favorevole dei consiglieri comunali legati a Luca Cipriano, Rosa D’Amelio ha sollevato dubbi sulla posizione di Gianluca Festa e Livio Petitto, lamentandosi anche della scelta di Vincenzo Alaia, giunto alla fine ad appoggiare il Centrodestra contro la coalizione irpina che a Napoli sostiene il Governatore Vincenzo De Luca.

Questa mattina presso la Federazione provinciale del Pd in via Tagliamento ad Avellino, la presidente del Consiglio regionale della Campania, Rosetta D’Amelio ha tenuto una conferenza stampa sul quadro politico nazionale e locale, con particolare riguardo alle vicende del Partito Democratico.

È la prima dirigente irpina del Pd a prendere posizione nel nuovo scenario dopo l’Assemblea che all’Ergife di Roma ha dato il via alle procedure congressuali. Al Senato l’altra settimana alla convention di Areadem con Dario Franceschini e Piero Fassino anche il senatore Enzo De Luca aveva preso posizione, schierandosi a sostegno del Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. La D’Amelio ha invece annunciato di sostenere alle Primarie Marco Minniti.

La posizione illustrata da Rosetta D’Amelio avrà riflessi evidenti ad Avellino, dove sostiene una segreteria provinciale espressione di una parte del partito, in alleanza con settori minoritari sul piano dei numeri nella base. Ma si rifletterà anche a Napoli, dove la partita per le elezioni regionali del 2020 è già iniziata. L’apertura fatta a chi ha disertato il congresso sembra rivolta principalmente agli ex parlamentari Enzo De Luca e Luigi Famiglietti, ma dovrà essere valutata anche da Umberto Del Basso De Caro.

La scelta di parlare ora fatta da Rosetta D’Amelio coincide con il definitivo chiarimento del quadro politico interno al Pd nazionale, che da sabato vede per la prima volta dal 2013 Matteo Renzi fuori dalla corsa diretta alla segreteria. Con Minniti la D’Amelio sceglie di restare nell’area oggi non direttamente espressione di Matteo Renzi, ma certo quella più dialogante con l’ex Premier.

Questa mattina Rosa D’Amelio ha sciolto la sua riserva sul suo futuro nel Pd, quindi sulla funzione che gli organismi dirigenti in carica avranno nei prossimi mesi e sul rapporto che svilupperanno con chi oggi non è in maggioranza, in vista della sfida elettorale in primavera per amministrative ed europee. L’allargamento rappresenta l’opportunità per unificare un partito che diviso ha raccolto soltanto macerie, in particolare al Comune di Avellino, dove il Gruppo non riesce ad incidere, ma anche e soprattutto alla Provincia, dove la sconfitta di Michele Vignola è stata descritta dalla Presidente come un colpo sferrato a freddo alla schiena del partito, ben calcolato e ponderato.

IL NODO RENZI. Dato da molti con la valigia in mano, in partenza per altri lidi, l’ex Premier per ora sembra voler restare nei Democratici, essendo riuscito a convincere (l’ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Massimo D’Alema premier) Marco Minniti a candidarsi per la segreteria del Pd. È stato lo stesso ex ministro dell’Interno ad annunciarlo in un’intervista al giornalista Claudio Tito sul quotidiano La Repubblica. Renzi per ora si tiene in scia. Per lo strappo c’è tempo

Marco Minniti, già Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Massimo D’Alema Premier, ex Presidente del Copasir ed ex Ministro dell’Interno. Ora è candidato alla segreteria nazionale del Pd

“Ho deciso di mettermi in campo perché considero la mia una candidatura di servizio. Di una persona che ha ricevuto tanto dal suo partito, dalla sinistra e che sente ora di dover restituire qualcosa”,

Minniti ha sottolineato nella intervista di ritenersi un candidato indipendente. “Non sono lo sfidante renziano. In campo c’è solo Marco Minniti”. E lo fa rispondendo ai comitati di Zingaretti rivelando di aver risposto all’appello di 550 sindaci, che hanno firmato un documento, richiedendone la candidatura.

Minniti si allinea a Zingaretti nella piattaforma. “Il tema ora è come salvaguardare il progetto riformista, connettendo il riformismo al popolo”, partendo dalla consapevolezza che “le scorse elezioni sono state più di una sconfitta. C’è stata una rottura sentimentale con i nostri elettori. Questa è la sfida del Congresso. Io non cerco scorciatoie”.

Anche Zingaretti è intervenuto in queste ore e lo ha fatto a margine della aassemblea. “Al Paese serve una forza politica che si rimetta in discussione e io sono candidato per aprire una stagione diversa, perché una se ne è conclusa. Occorre costruire una nuova speranza per questo Paese. Rigenerare un campo di forze nuovo e diverso, non si può tornare a formule che hanno fallito, ma nemmeno stare fermi”. Zingaretti attende di conscere le regole. “Mi auguro che le regole che si scriveranno possano puntare alla massima partecipazione delle persone. Facciamo partecipare tutti. Eliminiamo quei due euro per votare. Sostituiamolo con una sottoscrizione volontaria. Credo che se voltiamo pagina gli italiani risponderanno, credo che chi gridava onesta’ non voleva condoni. Ora tocca a noi cambiare”.

La complessa macchina del congresso è ormao avviata. Al termine dell’Assemblea la Direzione ha votato i membri della Commissione congressuale, che redigerà il regolamento del congresso poi al vaglio della Direzione nella quale verrà stabilita la data delle primarie.


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