Riordino Asi: la proposta del consorzio di Avellino per l’Agenzia industriale

Le indicazioni del presidente Vincenzo Sirignano per rilanciare il ruolo della struttura, rispondendo all'obiettivo della Regione di rendere efficiente e sburocratizzare la rete delle agenzie territoriali.

L'ingresso ai vecchi uffici avellinesi del Consorzio per l'Area di Sviluppo Industriale di Avellino, l'Asi

Un nuovo ruolo per le Asi: affiancare le agenzie di sviluppo regionale e nazionale nell’espletamento delle pratiche di finanziamento alle imprese del territorio. E’ la proposta che il consorzio industriale di Avellino, presieduto da Vincenzo Sirignano, ha avanzato alla giunta regionale della Campania, per dare forma e concretezza al riordino degli enti che si occupano di fornire alle aziende insediate nelle aree industriali infrastrutture e servizi.

Da diversi anni si discute della necessità di un riassetto dei soggetti deputati al sostegno alle imprese e alla programmazione degli interventi per lo sviluppo economico ed in particolare delle Asi, la cui reale utilità viene contestata da più parti, tanto da chiederne lo scioglimento.

I tagli ai trasferimenti dello Stato hanno reso sempre più difficile la sopravvivenza degli enti che gestiscono le Aree di sviluppo industriale, che hanno dovuto fare i conti con difficoltà finanziarie ed indebitamenti. La crisi economica e più in generale il mancato decollo degli insediamenti produttivi, soprattutto nelle aree interne, accentuato dall’inadeguatezza dei servizi e da complicate procedure burocratiche, hanno fortemente depotenziato le aree industriali, trasformate in diversi casi in desertiche spianate sottoutilizzate.

Il Consorzio Asi in Irpinia gestisce 12 aree industriali, per una superficie totale di 368 ettari, quattro delle quali storiche: Pianodardine,  Solofra, Valle Ufita e Valle Caudina, e 8 aree sorte nel dopo-terremoto-aree (ex art. 32 L. 219): Morra de Sanctis, Calaggio, Sant’Angelo dei Lombardi, San Mango sul Calore, Nusco, Conza della Campania, Calitri-Nerico, Calabritto.

In passato non sono mancati problemi e conflitti con i Comuni sulle competenze relative alla programmazione delle funzioni nelle aree gestite dall’ente e nelle prossimità delle stesse. Una delle ragioni che ha reso complicata la collaborazione istituzionale con le amministrazioni del territorio.

Negli ultimi anni è però cominciato un paziente e lento lavoro di risanamento economico e di riorganizzazione dell’Asi di Avellino, nel tentativo di rimetterlo in carreggiata e farlo arrivare adeguatamente preparato all’appuntamento con la verifica chiesta da Palazzo Santa Lucia.

Benché se ne parli da anni, non c’è stato alcun provvedimento di legge per decidere le sorti delle Asi in Campania. Il 6 maggio 2016 il consigliere regionale Maurizio Petracca ha presentato una proposta per il riordino che ha iniziato il suo iter nelle commissioni competenti, ma non è ancora stato discussa in aula. Il 6 giugno 2017 la giunta regionale ha invece approvato una delibera di indirizzo, che porta la firma dell’ex assessore Amedeo Lepore, con la quale si individuano alcuni punti attorno ai quali predisporre un testo legislativo di riordino del settore. L’obiettivo annunciato è la creazione di un unico soggetto che inglobi strutture e funzioni delle attuali Asi.

Sulla scorta di questo provvedimento il 23 giungo 2017 le Asi della Campania si sono attivate per definire un protocollo d’intesa, con il quale si sancisce una nuova fase di collaborazione nella gestione delle aree di sviluppo industriale della regione.

Punto centrale della piattaforma, la sollecitazione della giunta ad avviare tutte le iniziative e gli accordi necessari a fare rete, per attivare processi in grado di omogeneizzare e semplificare i procedimenti amministrativi e gestionali dei singoli consorzi. Il protocollo infatti prevede la costituzione di una cabina di regia costituita dai 5 presidenti, con il compito di uniformare i processi fino a costituire un’unica agenzia con sedi periferiche.

Gli altri punti qualificanti dell’intesa riguardano: la possibilità di istituire un Suap (Sportello unico attività produttive) unico per ciascuna delle 5 articolazioni territoriali, in sostituzione di quelli comunali. Il modello di riferimento dovrà essere quello del Surap (lo sportello regionale previsto dalla Legge regionale 11/2015), che attribuisce un ruolo centrale di coordinamento e di collegamento tra gli operatori e i Suap territorialmente competenti. Ciò consentirà di gestire in via telematica e in forma semplificata, mediante l’accesso ai servizi di rete, tutti gli adempimenti d’impresa nell’intera Campania e di dare una risposta adeguata alla domanda di sburocratizzazione e semplificazione delle procedure che viene dal mondo delle imprese. Ed ancora: l’adozione di una regolamentazione unitaria per l’assegnazione dei suoli, per l’organizzazione e il funzionamento degli uffici e dei servizi e l’armonizzazione delle regole tariffarie, allineandole ai parametri nazionali; il risanamento dei bilanci consortili e il progressivo ripiano delle situazioni debitorie. Infine, l’adozione di un unico Piano Anticorruzione e della Trasparenza finalizzato alla prevenzione del rischio di corruzione e ad assicurare la massima trasparenza nello sviluppo delle attività istituzionali.

Il 25 settembre 2017 il consiglio regionale ha approvato la modifica al regolamento regionale relativo al completamento degli insediamenti produttivi e di gestione delle aree industriali di Avellino e Salerno, in vista della riorganizzazione complessiva del sistema.

In questi giorni, invece, è cominciata la fase di ascolto tra la Regione ed i consorzi industriali delle cinque province, per arrivare alla formulazione di una proposta organica di riassetto.

Da Avellino, dunque, arriva un’indicazione operativa che potrebbe aprire nuovi varchi, fornendo inedite funzioni all’Asi ed anche risorse finanziarie, senza ulteriori aggravi per le casse regionali. Nella proposta avanzata, le Asi collaborerebbero con le agenzie di sviluppo nazionale e regionale nella attivazione e cura delle pratiche per gli incentivi alle imprese, ricevendo una provvigione per il servizio svolto, che consentirebbe l’autofinanziamento della struttura, insieme ai proventi di una gestione meno burocratica e più efficiente dei servizi dei nuclei industriali.

Bisognerà vedere, dunque, se il suggerimento sarà accolto e come si concluderà il processo di riordino degli enti e delle aree di sviluppo industriale.

 

 

 

 

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