“Il Distretto conciario va rimesso al centro della sfida industriale irpina”

DOMANI CONGRESSO FILCTEM CGIL. il sindacato rilancia il polo produttivo di Solofra ripartendo dai 2000 addetti e dalle potenzialità innovative del settore in chiave ecologica

Rimettere il Distretto conciario di Solofra al centro della sfida industriale della provincia di Avellino. Questo il messaggio che domani 15 ottobre arriverà dal terzo congresso della Filctem Cgil Avellino, in programma nel convento di Santa Chiara, a Solofra.

Per la Filctem Cgil rilanciare il Distretto significa puntare sulle Eco Certificazioni, superando il progetto ApoEmas (certificazione di eco-sostenibilità), ritenuto non adeguato. Si parte da una situazione ambientale che nel passato ha prodotto guasti ancora evidenti, si legge nell’intervento della Filctem. “Scarso controllo del territorio, scarichi illeciti nella solofrana, sequestro nel 2017 con facoltà d’uso del depuratore Consortile, inquinamento da Tetracloroetilene della falda profonda, causando gravi problemi ai cittadini di Solofra e Montoro, la vicenda della società Corcosol  dei rifiuti interrati” sono per il sindacato problemi che non mettono in discussione le potenzialità del polo industriale, che “nel 2010 contava su un 612 aziende”.

Le 480 imprese attuali, 40 delle quali concerie pure, al di là del fatturato calato in questi anni occupano comunque “2000 addetti con un know how in grado di poter invertire il trend negativo”.

La Filctem chiede di rilanciare il comparto altrimenti destinato alla “eutanasia”, si legge testualmente. Nel corso del congresso si parlerà di “lavoro, politiche attive del lavoro, la sicurezza nei luoghi di lavoro”. Ancora, al centro del confronto ci saranno: “Efficientamento energetico per la riduzione delle emissioni e i consumi energetici capaci di liberare risorse e creare nuova occupazione; una efficace ed efficiente gestione del ciclo integrato delle acque; riqualificazione e ammodernamento attraverso l’ausilio di nuovi materiali e tecnologia della rete idrica; rilancio del distretto Conciario attraverso i fondi per le zone di crisi complesse basati sulle linee guide eco sostenibilità ambiente; riqualificazione e ammodernamento delle infrastrutture; riqualificazione e specializzazione dei lavoratori per nuove attività; corsi di formazione professionale ITS Moda in collaborazione con la stazione sperimentali pelli; contrattazione inclusiva e territoriale tra azienda amministrazioni locali e sindacato per evitare licenziamenti ed impatto sociale.

Sono stati invitati Confindustria Avellino, Unic Campania, Responsabile CNA Solofra, Direttore Stazione Sperimentale, Legambiente, comitati Cittadini, Politici ed amministratori Locali, fa sapere il sindacato. Tra gli interventi, quello del Sindaco di Solofra, Michele Vignola.

Il manifesto congressuale della Filctemp

LO SCENARIO. “Sono mancati, in questi 10 lunghi anni, progetti e attività legislative, a tutti i vari livelli. Il perdurare della crisi ha cambiato profondamente i lavoratori, i cittadini, facendo emergere tutte le contraddizioni umane, economiche e sociali, l’avanzare della disoccupazione, della povertà connessa a lavori poveri e nero, ha accentuato la desertificazione umana e aziendale”, scrive il sindacato. “La Filctem rappresenta i Lavoratori dell’energia, della moda, della chimica e della manifattura di conseguenza abbiamo un osservatorio privilegiato su settori strategici potendo valutare competitività e capacità di prevedere modelli industriali innovativi ed ecosostenibili, impostazioni dei futuri modelli energetici, consistenza e tenuta delle filiere industriali, problematiche ambientali e sociali dei siti dismessi”. Si intende “dare un contributo di merito, che in questi anni su le tante vertenze industriali e criticità ambientali non abbiamo fatto mai mancare, anche se molte volte ci è sembrato di combattere contro i mulini a vento”. Sul piano generale, si prosegue, “i territori della provincia di Avellino scontano gravi lacune strutturali e di servizi, frutto dell’immobilismo, che rendono difficile vivere, lavorare, fare impresa, studiare, curarsi, formare una famiglia non a caso ogni anno vanno via 2000 cittadini di cui la maggioranza sono giovani under 35 laureati, il futuro di questi territori”.

Infine, un passaggio preoccupato è stato riservato all’Alto Calore Servizi e al suo fututo. “La società che gestisce il servizio idrico per i comuni consorziati del bacino idrico più importante del Mezzogiorno” rischia la privatizzazione “se i Sindaci soci” non accettano l’aumento di capitale proposto dalla Società ACS entro il 30 ottobre”. Ad oggi, prosegue il sindacato, risulta che in pochi abbiano deliberato in consiglio comunale.

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