Doriana Buonavita: «La Sanità da rifare
Ecco la mia ricetta»

Il segretario della Cisl Fp offre un patto al futuro governatore e al governo nazionale «per i diritti e l’efficienza». L'obiettivo: potenziare qualità e quantità dei servizi al cittadino

Doriana Buonavita chiede investimenti nel Servizio Sanitario Regionale della Campania, definito “allo stremo”. Propone una ricetta a base di efficienza, per riorganizzare un comparto da quasi dieci anni commissariato e sottoposto a tagli lineari sulle risorse necessarie alla programmazione. La Sanità della Campania è uscita disastrata dalla prolungata fase di rientro forzoso dal debito pregresso, che ha imposto contestualmente il superamento del deficit strutturale. Il riequilibrio dei conti conseguito nel 2014 è stato ottenuto comprimendo la spesa per le prestazioni, privando le aziende territoriali del personale necessario, ingigantendo la spesa per beni e servizi con un ricorso crescente a ditte esterne, che ha prodotto precariato e sottratto risorse alle aziende territoriali. I tagli lineari non hanno affrontato il problema delle criticità strutturali, che pure la Sanità sconta nonostante la lunga fase di commissariamento, ma hanno semplicemente scaricato sull’utenza e sugli operatori accreditati il peso di ridurre l’esposizione e risanare.

“Riequilibrati i conti, lasciare il commissario rappresenta uno scippo al governo regionale che deve riorganizzare”

I BILANCI REGIONALI. Doriana Buonavita, segretario provinciale della Cisl Funzione Pubblica ritiene la Sanità il vero banco di prova per quello che sarà il nuovo governo regionale, in carica dal prossimo mese di giugno. Buonavita considera esaurita la fase del ‘rientro’, ma appena all’inizio quella della riorganizzazione di un settore, che ora deve trovare nuovi virtuosi equilibri finanziari, garantendo efficienza al cittadino, quindi certezza agli operatori. Per questo, il segretario della Cisl Fp ha in programma incontri con tutti i candidati governatori, da Stefano Caldoro a Vincenzo De Luca, a tutti gli altri, per sottoporre oggi a chi domani avrà la responsabilità di guidare la Campania una proposta di rilancio del servizio sanitario regionale su base provinciale e, come sottolinea, di area vasta per Irpinia e Sannio. La stagione dei tagli lineari, celati dietro un progetto di riorganizzazione annunciato e mai attuato, ora si scontra con un’opera di risanamento realizzata su avanzi di bilancio pre-programmati, che nelle Asl e nelle aziende ospedaliere hanno impedito ogni margine di autonomia, congelando investimenti e innovazione.
Costruito sulla riduzione dell’organico, che ha generato un precariato selvaggio, soprattutto negli ospedali, l’attivo finanziario preteso, in particolare in Irpinia ha prodotto una riduzione della liquidità devastante per la tenuta del sistema complessivo, che ha accorciato la durata dei servizi di assistenza domiciliare e della diagnostica, con riflessi drammatici sulle imprese accreditate. Solo annunciate, le misure disposte per la riorganizzazione della rete ospedaliera e della emergenza-urgenza hanno depauperato il territorio dei suoi presidi, lasciando inalterato il problema del riordino territoriale. Di fronte a questo scenario, la Cisl Funzione Pubblica si dice pronta «a confrontarsi nel merito dei problemi con la politica e le istituzioni regionali», come dichiara Buonavita, sfidando Palazzo Chigi e il Ministero della Salute sul ritorno ai poteri ordinari.

Il segretario della Cisl Funzione Pubblica, Doriana Buonavita alla scrivania del suo studio di Avellino in piazza Garibaldi

«COMMISSARIAMENTO OGGI INGIUSTIFICATO». «Con un bilancio sanitario regionale in attivo di 28 milioni, pari all’avanzo realizzato dalla gestione ‘killer’ di Sergio Florio nell’Asl di Avellino, non è più giustificabile un commissariamento, che peraltro tra poche settimane escluderà la figura del governatore eletto dall’esercizio delle sue prerogative costituzionali su temi decisivi per la qualità della vita e il benessere dei cittadini campani», spiega Buonavita. «Come sindacato riteniamo inspiegabile questa scelta, se non nella volontà di mantenere invariata l’alta tassazione prevista nelle regioni sottoposte a piano di rientro, de-responsabilizzando la classe politica locale, a vantaggio di un controllo diretto da parte del governo centrale». Per il segretario della Cisl Fp, al di là del commissariamento, la condizione critica in cui versa il servizio sanitario regionale impone quella che definisce «un’opera di ricostruzione del settore, partendo dal fabbisogno».

“Posti letto, dipendenti e prestazioni: ridefinire il fabbisogno reale” La proposta: lasciare gli ospedali all’Azienda Moscati

Tra i nodi da sciogliere spicca il recupero e il riutilizzo dei complessi ospedalieri dismessi, a cominciare dalle strutture del Moscati, abbandonate con il trasferimento dei reparti all’Amoretta. La Cisl Fp propone l’apertura di un tavolo in Prefettura, che promuova conferenze dei servizi in grado di decidere. Vanno eliminate, si spiega, tutti i contratti di affitto, recuperando gli spazi inutilizzati di proprietà regionale.

«STANDARD CREDIBILI: VANNO RICALCOLATI I COSTI». Secondo Buonavita i governi regionale e nazionale oggi scontano responsabilità complementari sullo sfascio prodotto nella Sanità campana. Ridefiniti i tetti generali della spesa, spiega, è giunto il momento di razionalizzare, leggendo le reali esigenze del territorio. «Dobbiamo dimensionare il fabbisogno in relazione alla tipologia di assistenza e di domanda, quindi dobbiamo calcolare di quanto e quale personale dobbiamo dotare le strutture pubbliche, rivedendo i parametri per tutto il comparto, ricomprendendo le stesse aziende accreditate». In una regione ‘giovane’ come la Campania, fa un esempio, l’alta incidenza delle malattie neurodegenerative impone una forte risposta in termini di assistenza domiciliare. «Se non prendo in considerazione questo dato in sede di programmazione, non potrò stanziare i fondi necessari per fronteggiare questa esigenza, creando un vulnus: questo vale per ogni aspetto del bisogno reale». Per Buonavita, occorre riqualificare i ‘Lea’, i livelli essenziali di assistenza, ma è necessario capire di quanto personale il sistema nel suo complesso, quindi le strutture caso per caso, hanno necessità per corrispondere al fabbisogno vero. In questo senso, «sulla questione del personale occorre uscire da un equivoco drammatico…». E spiega: «Per anni il blocco del turn over ha impedito le assunzioni per sostituire chi andava in pensione, svuotando gli ospedali di medici e infermieri riconosciuti, sostituiti da un precariato che oggi deve essere assunto per un obbligo di legge». Stabilizzare chi opera sottopagato nella sanità passa per una spending review della spesa destinata alle esternalizzazioni. Buonavita fornisce cifre emblematiche sul fenomeno, citando i dati Cerismas (Centro di Ricerche e Studi in Management Sanitario) relativi al 2011: «In Campania quasi il 9 per cento dell’intera spesa, oltre 680 milioni di euro, è finita nelle esternalizzazioni, cioé alle ditte». Si tratta «di risorse che vengono sottratte ad aziende che al proprio interno hanno le professionalità in grado di realizzare gli stessi servizi affidati all’esterno». In questi anni il ‘Cardarelli’ di Napoli ha operato una razionalizzazione in questo senso, aggiunge il segretario della Cisl Fp, «ottenendo risparmi per 20 milioni all’anno, cento nell’ultimo quinquennio». Il territorio deve poter quindi riorganizzare la spesa per beni e servizi, convogliare risorse sulla assunzione dei precari, circa duemila in Campania, quindi riprendere a investire nelle strumentazioni, nelle tecnologie e potenziare l’assistenza territoriale, la cui inefficienza alimenta gran parte dei costosissimi ricoveri impropri.

Un momento dell’intervista a Doriana Buonavita

«ATTUARE UN PIANO OSPEDALIERO FERMO DA ANNI». Il sindacato guarda con preoccupazione allo stallo determinatosi nella riorganizzazione della rete ospedaliera. «Noi eravamo contrari alle misure contenute nei decreti 49 e 29, tuttavia prendiamo atto che sono stati attuati solo per i tagli, dimenticando le riconversioni delle strutture». Citando l’esempio di Bisaccia, «la prevista e non realizzata Struttura Polifunzionale della Salute oggi imperdirebbe ricoveri impropri di anziani, che si ritrovano privi di un riferimento». Secondo Buonavita, i parametri ministeriali in Campania celano la dimensione dei bisogni reali. «Abbiamo 3,1 posti letto contro i 3,7 previsti dalla legge ‘Balduzzi’, assistiamo ad una compressione del budget per Rsa e riabilitazione, mentre le aziende accreditate devono fronteggiare lunghe liste d’attesa, tutto questo deve finire». Per la Cisl Fp coesistono in filigrana due sanità in Campania, quella certificata dai dati che sottostimano il fabbisogno a tutti i livelli, quindi la reale fotografia data dalla domanda, finora ridimensionata per esigenze di bilancio. «Applichiamo il decreto 49, vediamo quel che accade, poi proporremo i necessari correttivi», sostiene.

“Direttori generali, basta con ingegneri e ragionieri: alla guida delle aziende locali manager, non politici”

«BASTA NOMINE POLITICHE PER LE DIREZIONI AZIENDALI». Sospesa all’Asl per la parentesi elettorale la nomina del Direttore Generale, che si annuncia in scadenza al Moscati nel 2016, il nuovo corso in Irpinia per la sanità e il socio-sanitario passa anche attraverso l’individuazione della giusta guida per le aziende locali. «Quanto abbiamo detto finora dimostra che alla Sanità non servono più ragionieri e ingegneri, ma per entrare nel merito del fabbisogno occorre la competenza dei medici e, in ogni caso, professionalità svincolate da logiche e appartenenza politiche». Buonavita auspica una «svolta manageriale», in particolare all’Asl di Avellino, a cui chiede di aprire una fase costituente». Il segretario della Funzione pubblica rilancia la necessità di una programmazione dell’assistenza sull’area vasta (per Irpinia e Sannio, razionalizzando la presenza sul territorio in base alle risorse), «distinguendo tra ambiti sanitari e socio sanitari da un lato, ospedalieri dall’altro». La proposta del sindacato punta a spostare sotto il controllo dell’Azienda Moscati tutti gli ospedali irpini, «distribuendo razionalmente sul territorio le eccellenze e riorganizzando l’emergenza-urgenza in modo da assicurare la ‘capillarità’ necessaria a salvare le vite». Compito dell’Asl, spiega Buonavita, organizzare l’assistenza territoriale domiciliare, le reti dei medici di base e la specialistica ambulatoriale, rilanciando politiche per la famiglia. «Occorre una cabina di regia per il sociale, che in questi anni hanno subito un progressivo declino con piani di zona compromessi dalle liti tra amministratori locali e dalle incertezze finanziarie».

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